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 2014  novembre 30 Domenica calendario

UNGHIE SPEZZATE E AMBULANTI OSTILI MORETTI: LE MIE PRIMARIE CON AMORE

[Intervista a Alessandra Moretti] –
Cielo colore del piombo, pioggia sottile. Alessandra Moretti è in ritardo. Raffica di sms. Siamo appena partiti. Sto sulla strada. Aspettate. Ancora cinque minuti e sono lì.
Campane a morto. Gli anziani militanti del Pd decidono di andare al funerale di una loro cara amica.
Nervosismo sotto al gazebo. «Per essere credibile, devi essere puntuale. I compagni vanno rispettati. Queste primarie per trovare il candidato presidente della Regione rischiano d’essere un disastro...». Disaffezione e disinteresse. Quello che il partito s’è già portato addosso in Emilia-Romagna e in Calabria. Ma forse qui in Veneto c’è anche altro. Alla Moretti bisognerà chiedere se non prova imbarazzo a voler diventare governatrice, dopo essere stata eletta, appena sei mesi fa, al Parlamento europeo.
Il gazebo è al centro di un mercatino. Ambulanti in buona parte ostili. C’è la crisi, ti dicono, e a Roma, dove c’è il governo di Renzi, si sono dimenticati di noi. Nemmeno al sabato mattina si fanno più affari. Una felpa, 5 euro. Tre paia di calzini, 3 euro. Eppure la gente chiede lo sconto. Poi certi si voltano e chiedono quando arriverà la Moretti.
Mezz’ora. Un’ora.
Quando Alessandra Moretti finalmente compare in fondo al vialetto, il funerale è finito da un pezzo, ma i compagni con i capelli bianchi hanno preferito fermarsi al bar, per un giro di scopone.
Lei fresca, positiva, sicura, con questo sorriso che ricorda quello di Carole Bouquet ma francamente forse anche più bello, magnetico; viene avanti incurante di quelli che la osservano muti, scuotendo la testa.
«Cos’è? Facciamo un’intervista camminando?».
Tanto le domande sono poche: alle scorse Europee lei fu la più votata del Nord-Est, 230 mila preferenze, un trionfo. Come glielo spiega, adesso, che ha cambiato idea e vuol diventare presidente del Veneto?
«Guardi, non ho cambiato idea io, ma il partito. Anzi, ha cambiato idea lui: Matteo Renzi. Dove mi dice, vado. È il capo, no?».
L’idea di Renzi è che con una dote di 230 mila voti, lei è l’unica in grado di fare una partita con Luca Zaia, il governatore uscente che, però, si ricandida...
«Esatto. Allora io ho detto: credi che con me si possa vincere in Veneto? Okay, arrivo».
Renzi adora le persone fedeli.
«Lasci stare. Pensi piuttosto che questa è pure la mia terra. Le dicono qualcosa le parole amore, radici, riconoscenza?» (intanto ci vengono incontro tre bambine tutte inchini e sorrisini, con un omaggio floreale tipo visita della regina)
«Uh... che carine... grazie bambine, grazie...».
Faccia gli scongiuri: ma se Zaia dovesse batterla?
«Ho già deciso: lascerei comunque il Parlamento europeo e resterei qui, come consigliera regionale».
Ora posso chiederle di mostrarmi le mani?
«Le mani?».
Già, le mani...
«Ah! Ma certo! Ho capito!... Ecco qui: guardi pure, controlli... unghie spezzate, nemmeno l’ombra di smalto... Sa quant’è che non vado dall’estetista?».
In un’intervista a Corriere.it aveva detto di andarci una volta alla settimana. «Dobbiamo e vogliamo essere belle, brave, intelligenti ed eleganti». Parlava di stile «LadyLike» in politica. Una critica diretta a Rosy Bindi, donna di stile «più austero», che mortifica la bellezza. Seguirono numerosi commenti. Tra i più pacati, quello di Massimo Cacciari: «Ma che caz... dice la Moretti? Poverina, non conosce la storia di questo Paese!».
Ha 41 anni, ha due figli, è avvocato, è stata vicesindaco di Vicenza, poi portavoce di Bersani dicendo che da giovane «era bello come Cary Grant», nemica di Renzi dicendo che «è una primadonna, egocentrico e maschilista», quindi cuperliana dicendo che «Gianni intende la sinistra come piace a me». Quando infine concluse la capriola atterrando tra i renziani e cambiando ufficialmente idea su Matteo, «vero fuoriclasse della politica», l’Espresso sentenziò: «È la candidata perenne».
Oggi prova a vincere queste primarie. I suoi avversari sono due: Antonino Pipitone (52 anni, medico, padovano d’adozione, consigliere regionale dell’Idv) e Simonetta Rubinato (50 anni, avvocato, ex senatrice della Margherita, ex sindaco di Roncade, nel Trevigiano, deputata del Pd). La Rubinato ha il ruolo della guastafeste: quando sembrava automatico che contro Zaia il partito schierasse la Moretti, ha chiesto e preteso che si procedesse con le primarie, schierandosi con decisione (venerdì sera, a Padova, poco prima che iniziasse il confronto pubblico a tre organizzato in un albergo, diceva: «C’è un sondaggio riservato commissionato dal partito, che io non ho visto, ma se è vero quello che mi è stato riferito... Beh: la Moretti, contro Zaia, sarebbe dietro di almeno 11 punti»).
Affettuosità. Delicatezze. Anche la Moretti, comunque, non è stata lieve. L’altro giorno, a Quinto, ha detto che la Rubinato è una che «s’è sempre occupata solo di suore e preti». Risposta feroce del settimanale diocesano di Treviso: «La Moretti non ha peli sulla lingua, del resto lì l’estetista non arriva...». E lei, la Moretti, al forum organizzato da Il Mattino : «Io, veramente, sarei anche pronipote del vescovo di Treviso».
Luca Zaia, con un miscuglio di distacco e di disprezzo: «Secondo voi dovrei preoccuparmi?».