Andrea Arzilli, Corriere della Sera 29/11/2014, 29 novembre 2014
KOSTNER, SCIVOLONE DI COPPIA
Complice e omertosa. La Procura Antidoping del Coni non ha dubbi su Carolina Kostner, sono i fatti oggettivi che emergono dalle 25 pagine dell’atto di deferimento a inchiodare, dopo appena 72 giorni di indagine, la pattinatrice della polizia penitenziaria che a Torino 2006 ebbe l’onore di portare il tricolore. Quattro anni e 3 mesi la richiesta dei procuratori Tammaro Maiello e Mario Vigna a fronte dei reati contestati, la complicità per aver coperto il doping dell’ex fidanzato Alex Schwazer (4 anni: è il minimo, 20 il massimo) e la mancata denuncia delle pratiche dopanti del dottor Michele Ferrari (3 mesi).
Ieri la notizia ci ha messo un attimo a varcare l’Atlantico e raggiungere la Kostner proprio mentre graffiava il ghiaccio texano del Galleria Dallas sotto il più grande albero di Natale indoor degli States, onore che spetta solo a medaglie olimpiche. Be’, quella conquistata da Carolina a Sochi non rischia di saltare, la Procura non ne chiederà formalmente la revoca. Solo l’iniziativa del presidente della seconda sezione del Tna, Luigi Fumagalli, potrebbe sfilargliela dal collo nel processo le cui date saranno fissate a fine dicembre, dopo le feste. È già qualcosa per Carolina, ma non abbastanza per attutire la sua caduta più rovinosa.
Che è in divenire, siamo solo alla fase del rinvio a giudizio. «Carolina è colpita, ritiene la situazione assurda e vuole andare fino in fondo», ha detto l’avvocato, Giovanni Fontana. Ma che potrebbe diventare concreta proprio a causa dello sgambetto dell’ex fidanzato, è dal confronto tra i due verbali che scaturisce il deferimento. Venti delle 25 pagine dell’atto sono proprio le sbobinature degli interrogatori paralleli da cui emergono otto circostanze discordanti, otto racconti diversi degli stessi fatti: le chiavi della casa di Oberstdorf (Alex dice che le aveva, Carolina nega); la fantomatica cena con Michele Didoni, ex tecnico di Schwazer che ieri è stato deferito (3 mesi) per aver bigiato l’interrogatorio in Procura del 7 ottobre; la presenza di farmaci inconsueti nel frigo che Carolina data a febbraio e Alex a luglio; l’auto di Schwazer nel parcheggio («Non sapevo fosse lì», così ai procuratori la Kostner); e ovviamente la ricostruzione dei controlli a Oberstdorf nel luglio di due anni fa: il primo, il 13 luglio, Carolina dice che non era presente mentre Alex sostiene che la fidanzata fosse a letto; il 30 luglio il secondo, quello dell’inghippo, lui dice che il Dco (l’ispettore Coni-Nado) suonò il campanello alle 9 mentre stavano dormendo e lei dice alle 7, colti nel pieno della colazione. «La nostra idea sulla ricostruzione dei fatti è diversa», ancora Fontana. Invece per la Procura la Kostner ha aiutato l’ex fidanzato a eludere il controllo, è complice. Contano le parole di Schwazer, ritenuto credibile perché reo confesso e già squalificato fino a febbraio 2016. E pesano pure i verbali dei due Dco autori dei controlli a Oberstdorf e a Racines, dai loro interrogatori (inviati a Bolzano per l’inchiesta ordinaria) emergono versioni più un sintonia con quanto confessato da Alex.
Entro febbraio si celebrerà il processo. Alla sbarra 5 pubblici ufficiali: oltre alla Kostner e a Didoni, dovranno comparire Simone Collio, Maurizio Checcucci e Roberto Donati (per i quali la Procura ha chiesto in ordine 27, 24 e 8 mesi di stop), cioè tre quarti della staffetta 4x100 euro-argento a Barcellona 2010 con record italiano. Di cui i procuratori hanno chiesto, stavolta sì, la revoca.