Mario Gerevini e Simona Ravizza, Corriere della Sera 29/11/2014, 29 novembre 2014
I MISTERI DELLA MAUGERI ECCO LE CARTE SUI CONTI
«Il consiglio prende atto dei dati ed esprime il proprio compiacimento». Il 29 novembre 2013 l’allora direttore generale, Enrico Paggi, illustrava ai vertici della Fondazione Maugeri i conti. Per il colosso italiano della riabilitazione, 21 istituti in tutt’Italia, 3.400 lavoratori, 305 milioni di fatturato, era tutto ok, nessun allarme, anzi. È trascorso solo un anno da quella riunione: e adesso la Fondazione Maugeri è schiacciata da 305 milioni di debiti, ci sono ritardi negli stipendi ai lavoratori, gran parte dei fornitori non vede soldi da mesi e sono stati chiesti (e ottenuti) dal tribunale di Pavia quattro mesi per trovare un accordo con i creditori.
Ma uno stato di crisi così evidente non si può manifestare dall’oggi al domani. Il Corriere ricostruisce con documenti inediti che cosa (non) è successo a partire da quel 29 novembre 2013. Il cda — in gran parte espressione dell’ Associazione sostenitori e promotori della Fondazione di cui oltre alla famiglia Maugeri non è noto chi ne faccia parte — delibera di avviare un’azione di responsabilità contro l’ex direttore amministrativo Costantino Passerino e l’ex presidente Umberto Maugeri, finiti agli arresti nella primavera 2012 nell’inchiesta per fondi neri che ha travolto la sanità lombarda. C’è una gran voglia di archiviare le pagine buie delle indagini. L’ora della verità è quella dei conti economici. Enrico Paggi, l’allora direttore generale, rassicura: l’esercizio 2013 chiuderà con un margine (ebitda) positivo per 36,3 milioni e un utile netto di 3 milioni. E anche il budget 2014 è già pronto e tutto sommato positivo. Il consiglio lo approva. Eppure i vertici della Maugeri sanno che si portano dietro i 90 milioni di perdita del 2011, i 16 milioni da versare alla Procura per il patteggiamento e decine di milioni di debito in scadenza. Da oltre un anno sono stati anche bucati gli accordi contrattuali con Intesa SanPaolo.
Tre settimane dopo il direttore generale Paggi si dimette. «Rispetto al terremoto dell’aprile 2012 questo non è che una piccola scossa» rassicura il presidente Aldo Maugeri. «Non c’è alcun problema». Nei mesi successivi prende forma il bilancio 2013. Per ogni euro di fatturato (305 milioni) c’è esattamente un euro di debito (305 milioni). Il conto economico chiude con 15 milioni di rosso.
A giugno — senza nuovi fatti straordinari intervenuti — la cassa è azzerata. Sono disponibili solo 0,5 euro per ogni euro di debito a breve in scadenza. A luglio muore il presidente Aldo Maugeri, colpito da infarto a 68 anni. La situazione precipita.
Viene chiamato Gualtiero Brugger, 70 anni, un bocconiano esperto di ristrutturazioni. Il 10 ottobre è nominato presidente con 230 mila euro annui lordi di retribuzione. Le riunioni si susseguono. Vengono cercati investitori esterni, mentre ai 3.400 lavoratori è prospettato un taglio di stipendio da 18 milioni l’anno (su cui sono ancora in corso trattative sindacali). E il 31 ottobre viene chiesta la protezione del Tribunale fallimentare. Brugger ottiene un concordato con riserva. Lo fa presentando un documento che elenca le ragioni della crisi. «Non è stata causata da uno squilibrio economico» afferma, tant’è che il margine operativo (ebitda) è positivo per 30 milioni. La causa principale è nei «fattori straordinari». E cioè, soprattutto, nelle vicende giudiziarie che hanno portato a 90 milioni di svalutazioni nel bilancio 2012 e agli oneri del patteggiamento. Esattamente quanto il cda sapeva già da quella riunione di un anno fa, in cui approvò «con compiacimento» la relazione sui conti. Ora i i fornitori rischiano di perdere gran parte dei soldi e i lavoratori non sanno se a dicembre avranno lo stipendio. Nel frattempo la fondazione senza scopo di lucro Maugeri ha pagato 540 mila euro di compensi agli amministratori, alcuni dei quali presenti in cda da molti anni.