Cinzia Romani, Il Giornale 29/11/2014, 29 novembre 2014
SESSO, COCAINA, VIOLENZA ECCO IL DE NIRO SCATENA
Avesse mai abbassato la guardia, Toro scatenato, rivelando che il padre pittore, Robert De Niro senior, era un omosessuale sempre in cerca di gallerie, di uomini, o tutt’e due. Guai a chi mostra il lato debole, cioè umano, come ha fatto lui. Un po’ piangendo in tv, un po’ facendo business con i quadri paterni (sceso a Roma, ultimamente, ha messo come conditio sine qua non l’esposizione delle modeste tele di papà), il grande Bob ha lasciato capire che gli argini della sua proverbiale riservatezza stavano cedendo. Una parola è poco e due sono troppe, di solito, negli incontri pubblici con la scorbutica icona di Taxi Driver, lesta a spostare di lato lo sguardo incazzoso alla Travis Bickle («Stai parlando con me?»), se la domanda va sul personale. Reticenza, per anni, sulla sua vita privata: modello Greta Garbo, un mito dopo essersi ritirata ancora giovane. «Ma perché la gente vuole sapere che cosa mangio per colazione?», una volta De Niro ha sbattuto la porta in faccia a Scorsese, che nel 1976 lo pregava di promuovere Taxi Driver.
Ma adesso i buoi sono fuggiti dalla stalla e la star erede della tradizione di Marlon Brando, Montgomery Clift e James Dean è arrivata a 71 anni, dunque s’è fatta vulnerabile. Così, ecco un pugno sotto la cintura da parte di Shawn Levy, regista e attore che ha scritto la biografia De Niro: A Life (Crown Archetype, 32,95 dollari), per svelare l’arcano: Bob tace non perché sia timido, ma perché ha molto da nascondere. Nulla che non si sapesse nell’ambiente del cinema, dove cocaina ed eroina circolano di routine. Basta guardare certe scene tumultuose di Taxi Driver (tutto quel sangue sulle pareti, il ritmo febbrile del girato) per capire che sì, è vero: Bob e Martin si sono fatti per anni, dai Settanta in giù. Ora sono vecchietti, ma che abbiano smesso non è certo. Anzi: finché reggono le coronarie. Starsene survoltati sul set, a New York, all’epoca d’oro, comunque li ha aiutati a creare emozioni irripetibili.
Ora il segreto di Pulcinella è messo nero su bianco: quando girava Toro scatenato De Niro dipendeva dalla cocaina, spiattella Levy. Le strisce di polverina volavano dalle parti del mitico Chateau Marmont, albergo in odore di lusso e perversione consacrato da un film di Sofia Coppola e ritrovo del divo di Brooklyn e della star di Animal House John Belushi, compagni di sniffata e di sbornia. Una notte del 1982, Bob fu avvertito: John era morto per overdose di speedball, meglio sparire. Anche se, a un certo punto, Belushi doveva calarsi nel ruolo d’una rockstar tossica: la total immersion nella parte, «pera» inclusa, ci stava. Era il metodo di Bob, che per interpretare il pugile Jack La Motta prese 20 chili e imparò il siciliano per fare Il Padrino (Mastroianni, da buon ciociaro, di questa tecnica maniacale alla Strasberg, se la rideva: meglio due bucatini).
Poi, c’è la storia delle nere. Le donne di colore, solo quelle eccitano l’eroe di Mean Streets, che sposa in batteria le black chicks, ritenute più calde e sottomesse delle bianche, femministe e ribelli. Soprattutto, più docili mentre lui le pesta godendo, pare. Sarà piaciuto davvero a Diahnne Abbott (sua moglie dal 1974 al 1988), anche madre di Raphael; a Toukie Smith (sua moglie dal 1990 al 1993), che gli ha dato i gemelli Julian e Aaron con una madre surrogata; e a Grace Hightower, sposata nel 1997 e madre di Elliott, prendere un po’ di botte? Se ne discute sul forum afro-americano Topix... Altro che «non capisco tutta questa curiosità intorno alla mia persona»: quando fa sesso, Bob le guarda negli occhi e le mena. Come riportano anche svariate prostitute. Pure donne pallide, come Bette Midler e Uma Thurman, hanno preso la loro razione, negli Ottanta, mentre la cantante nera Helena Springs, abbordata per strada sul Sunset Strip, venne intimidita da Bob per abortire Nina, nata nel 1982, senza essere figlia di De Niro, stando al test del DNA.
L’ennesima relazione torrida e promiscua dell’attore, che fin qui ha nascosto il suo stile di vita rock’n’roll. Magari l’ha imparato da mamma Virginia, pittrice amante delle donne al Greenwich Village e da papà Robert, che è andato a vivere con Jackson Pollock, quando Bob aveva solo due anni.