Valeria Arnaldi, Il Messaggero 30/11/2014, 30 novembre 2014
UN RAGGIO FERMERÀ I DRONI
Preciso, rapido, poco rumoroso. E, soprattutto, utilizzabile in contesti urbani. Ricorda le suggestioni dei grandi film di fantascienza, primo tra tutti “Guerre Stellari”, l’ultima arma ideata dalla Cina per contrastare possibili attacchi terroristici: un laser anti-droni. Il raggio è in grado di abbattere, in cinque secondi dalla localizzazione, i piccoli velivoli senza pilota che si trovino a meno di 500 metri di quota e si muovano con velocità inferiori a 180 chilometri l’ora, ritenuti ad oggi il più pericoloso strumento di minaccia terroristica. Il sistema sembra “garantito”: il cannone laser, montato su cubo mobile, nei test ha avuto una percentuale di successo del 100 per cento. “Intercettare droni di questo tipo – spiega Yi Jinsong, manager della China Jiuyuan Hi-Tech Equipment Corp, tra gli sviluppatori del raggio – è di solito un compito affidato a cecchini ed elicotteri, ma la loro percentuale di successo non è alta e gli errori possono causare danni non voluti”.
L’ARMA
Specie nei contesti cittadini, dove, montato su veicoli, il raggio potrebbe dover essere usato per proteggere la popolazione nei grandi eventi da eventuali attacchi di droni. Così, dopo decenni di proiezioni fantascientifiche, il “sogno” - o incubo - dell’arma laser diventa realtà. Sono passati poco meno di cento anni dall’invenzione a parole del cosiddetto Raggio della Morte, che tradizione o leggenda metropolitana vuole sia stato commissionato da Benito Mussolini, già negli anni Venti, addirittura a Guglielmo Marconi. La paternità incerta degli studi poco conta di fronte all’idea: costruire un raggio capace di distruggere o uccidere senza lasciare traccia per porre fine a qualunque guerra. Nei decenni successivi, le battaglie laser si sono combattute al cinema, suggestionando l’immaginario collettivo al punto di produrre oggi web-tutorial per imparare a costruire spade laser in casa e sentirsi “jedi” come Luke Sywalker.
Ora però il sogno di quella “galassia lontana lontana” è diventato cronaca – militare – dei nostri giorni. Il cannone laser, infatti, è stato sviluppato per difendere le città dalle più moderne forme di attacco dei terroristi, che utilizzerebbero i droni perché piccoli e agevoli da manovrare anche da “lupi solitari”. Non è un caso che ai piccoli velivoli sia stato legato l’ultimo allerta attentato per papa Francesco. Il laser sembra essere la soluzione più efficace per contrastare i possibili, secondo alcuni probabili, attacchi. Così, è partita la corsa alla difesa. La Marina militare statunitense ha sviluppato una propria tecnologia e ha installato il primo cannone laser della sua flotta sulla prua della portaelicotteri Ponce. L’arma impiega sei laser commerciali a stato solido che, concentrando l’energia in un unico punto, arrivano a sviluppare 30 kw di potenza complessiva. Ciò che serve per incenerire piccoli droni e piccole imbarcazioni. Nonché per accecare i sistemi di puntamento di bombardieri e navi nemiche. Anche qui, un’arma futuristica che affonda le radici nel passato, seppure prossimo.
L’ONU
I laser accecanti sono stati vietati dalle Nazioni Unite nel 1995, oggi però cannoni e pistole sono le avanguardie della guerra low cost. Questione di precisione – la potenza di fuoco può essere modulata - ed economia. Il cannone Usa non ha bisogno di munizioni e ogni “colpo” costa meno di un dollaro.
Ed è solo l’inizio. L’America sta studiando la possibilità di realizzare cannoni laser da controllare tramite joypad di note e diffusissime console di gioco. L’alta facilità di manovra rischia, però, di rendere il laser una minaccia ancora più vicina. Studi dell’Oxford Research Group hanno dimostrato che l’uso dei droni aumenterebbe il numero di attentati terroristici: l’80 per cento degli attacchi sferrati in Pakistan tra 2008 e 2013 è stata seguita da uno o più attentati dell’organizzazione terroristica colpita. E l’analisi non guarda a dati offensivi.
I presunti vantaggi dei droni nella guerra a distanza non possono non interessare il terrorismo, permettendo di entrare in aree pericolose o protette. Se la minaccia si diffonde, lo fa anche la paura. Così come le sperimentazioni. Il trentunenne tedesco Patrick Priebes progetta e costruisce pistole laser, che vende su internet a centinaia di dollari l’una. I suoi follower sono oltre ottantamila. Tutti appassionati di fantascienza. Per ora.