Michele Smargiassi, la Repubblica 30/11/2014, 30 novembre 2014
SALVIAMO IL CIBO
REGGIO EMILIA
«Chi salverà il Parmigiano Reggiano salverà l’Italia»: qui dove nasce il re dei formaggi tutti capiscono che il «messaggio a Renzi» di Carlo Petrini, creatore di Slow Food, non è affatto una battuta. Il cibo siamo noi, dice lo slogan di questa edizione di Repubblica delle Idee, e questa è la morale della prima intensa giornata di ieri: cibo non è l’ossessivo spignattare dei cuochi da real televisivi, è cultura, antropologia, economia, politica. Nel teatro Ariosto di Reggio Emilia, dove mezzo secolo fa debuttò Luciano Pavarotti, l’editore di Repubblica Carlo De Benedetti lo ha detto così, salutando in pubblico il sindaco ospite, Luca Vecchi.
«Quello che per le nostre nonne era un’ovvietà, il buon mangiare, è diventato uno dei simboli dell’eccellenza italiana nel mondo. Perché al posto della sofisticazione, nel cibo abbiamo messo la nostra natura, la nostra passione, le nostre origini e la nostra semplicità», dice. Un orgoglio legittimo, come ben sanno i “food maker” innovativi che si raccontano in serata intervistati da Riccardo Luna in quel contenitore di idee vincenti che si chiama Repubblica Next. Ma un orgoglio che per Petrini contrasta con una vergogna: «Il cibo viene dalla terra, ma i nostri contadini sono pagati troppo poco, il parmigiano non può costare meno della mozzarella».
E così non è soltanto di ricette che uno chef di fama mondiale come Massimo Bottura parla raccontando a Licia Granello le sue più famose «passioni masticabili », il croccantino di foie gras o il bollito non bollito, e l’antropologo Marino Niola commenta: «La vita è cucina, l’homo edens cucina se stesso da quando non siamo più nudi e crudi». È anche arte? No, per Bottura «l’artista è libero di fare qualsiasi cosa, il cuoco deve far del buon cibo: io mi considero un artigiano». Il cibo è tradizione, ma per Niola «tradizione non è il passato, ma l’uso che facciamo ora del passato », e anche per Bottura, «se ti perdi nella nostalgia, credi che i tuoi tortellini siano sempre i migliori, e non lo saranno più». La migliore ricetta? «Toglietevi di dosso un po’ di pigrizia, fate la spesa tutti i giorni e fatevi amico un bottegaio autentico». Solo così sarà possibile per l’Italia della dieta più famosa del mondo riprendersi la mitologia del cibo che ci è stata portata via da un marketing devastante.
Come in ogni edizione, la giornata era iniziata con il racconto di una giornata a Repubblica agli studenti delle scuole. Teatro gremito di studenti e di lettori anche per la lezione-spettacolo del direttore Ezio Mauro sulla «macchina della conoscenza», il senso e la missione dell’informazione giornalistica nell’era della connessione universale.
Oggi il gran finale con altri due appuntamenti, le due facce dell’economia alimentare: alle 10 “Dalla terra alla tavola” sulla filiera “buona” del cibo, con il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, il presidente di Coop Italia Marco Pedroni e i produttori Giannola Nonino e Pasquale Forte; alle 12 “Cibo fuorilegge” sulla difesa della legalità alimentare dai rischi criminali attorno al mercato agroindustriale, con Luigi Ciotti, Stefano Rodotà e Attilio Bolzoni.
Michele Smargiassi, la Repubblica 30/11/2014