Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 29 Sabato calendario

GUAI AD ALIMENTARE SOSPETTI SULLE VACCINAZIONI

Due vicende tra loro diverse rischiano di rinfocolare un magma, paludoso e ideologicamente inquinato, di sospetti nei riguardi delle vaccinazioni. Cioè della misura sanitaria che, con la potabilizzazione dell’acqua, nell’ultimo secolo e mezzo circa ha salvato il maggior numero di vite. Soprattutto bambini. Il decesso di vari anziani e il sospetto che possano essere morti a causa della somministrazione di un tipo di vaccino antinfluenzale, rischiano di allontanare da questa efficace misura di prevenzione le persone più a rischio. Aifa ha immediatamente e cautelativamente vietato l’uso dei vaccini contenuti nei lotti dai quali provenivano quelli somministrati alle persone decedute, e ne sta controllando la qualità.
In attesa che le indagini accertino definitivamente la sicurezza dei vaccini e le cause dei decessi, è opportuno ricordare che i vaccini prodotti oggigiorno sono i più sicuri e controllati di sempre. Le innovazioni tecnologiche acquisite a livello industriale consentono di purificare e controllare la sicurezza del prodotto nelle diverse fasi di preparazione, e prima di essere messo in commercio.
È possibile che i decessi siano stati dovuti alla vaccinazione, ma è più probabile che i vaccini non c’entrino nulla. Mentre i soliti politici guastatori provano a buttare benzina sul fuoco di timori irrazionali, va dato atto ad Aifa di governare questa come altre vicende con un’efficienza degna della mitica Fda (Food and Drug Administration).
È un peccato che il ministero e il Governo non sfruttino, per recuperare prestigio e affidabilità al Paese, i riconoscimenti anche internazionali che il lavoro fatto in questi anni da Aifa sta raccogliendo.
Andrebbe ricordato che ogni anno l’influenza uccide migliaia di persone, il 90% delle quali sono anziani, e che la vaccinazione antinfluenzale protegge nella misura di circa l’80%, evitando quindi migliaia di morti e gli ingenti costi dovuti ai ricoveri ospedalieri.
Nel frattempo, a Milano, un giudice di un tribunale del lavoro ha irresponsabilmente accolto la ridicola, oltre che falsa, tesi che un vaccino trivalente, cioè contro morbillo, parotite e rosolia, potrebbe causare l’autismo.
Bisogna non sapere cosa è l’autismo, cioè quali sono le disfunzioni neurologiche che lo causano e ignorare almeno quindici anni di ricerche per controllare e alla fine confutare questa tesi, se si arriva a pronunciare una sentenza così ingiusta. Episodi del genere gettano ombre sull’affidabilità e validità delle procedure utilizzate in Italia dai giudici per accertare i fatti e scegliere tra prove fondate e tesi del tutto immaginarie. Se questo è diritto!
Le risposte sociali alle vaccinazioni e la percezione dei rischi associati a questo intervento medico-sanitario sono una drammatica testimonianza di come la nostra psicologia ci induca facilmente a ragionare in modo fallace.
I vaccini normalmente si somministrano a persone che stanno bene, allo scopo di evitare che contraggano qualche agente infettivo e si ammalino gravemente. Fino a circa mezzo secolo fa era diffusamente percepita la minaccia delle malattie contagiose. Il vaiolo per millenni, poi il morbillo, la pertosse, la difterite, l’influenza e con l’età industriale anche la poliomielite facevano strage di bambini. L’influenza preferiva portarsi via, oltre ai bambini, soprattutto gli anziani.
Anche i cittadini erano positivamente disposti verso le vaccinazioni, che peraltro causavano più frequentemente di ora effetti collaterali anche molto gravi in quanto i vaccini erano meno purificati e controllati.
Fino a quando le malattie erano una minaccia percepita i governi non si facevano scrupolo a rendere obbligatoria e al limite coattiva la vaccinazione - è vero che i genitori esercitano la patria potestà sui bambini, ma se essi sono stupidi il governo ha un obbligo morale di evitare che dei pregiudizi ideologici mettano a rischio la sopravvivenza di persone che non sono in grado di decidere autonomamente.
Oggi che è diffusa l’impressione - alquanto imprudente - che le malattie infettive nel mondo occidentale siano sotto controllo, le vaccinazioni sono percepite solo come un rischio. E siccome si tratta appunto di somministrazioni che sono effettuate quando le persone stanno bene, richiede intelligenza e senso critico capire che si tratta comunque di un presidio per evitare che si torni a un tragico passato.
Inoltre, se dopo qualche tempo da una vaccinazione si manifestano malattie o morte, è intuitivo ovvero automatico, benché logicamente sbagliato, sospettare subito il fatto meno normale da poco accaduto, cioè un vaccino, che tra l’altro è già normalmente oggetto di diffusi timori sociali. Accusare i vaccini è la spiegazione più scontata e facile se si ragiona intuitivamente. E anche innocua. Perché credere qualcosa che “non è vero”, non ha alcuna conseguenza immediata. E se si accertasse che i quattro decessi non avevano nulla a che fare con i vaccini, la notizia non sarà di certo data con lo stesso risalto con cui invece sono stati fatti circolare quelli che sono solo sospetti.
Eppure sarebbe socialmente e moralmente più utile che i media e chi ha responsabilità politiche e di governo evitassero di assecondare le paranoie di chi ogni giorno e su ogni questione invoca aggressivamente che si seghino i rami della modernità, su cui per ora siamo ancora provvisoriamente seduti.
Gilberto Corbellini, Il Sole 24 Ore 29/11/2014