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 2014  novembre 29 Sabato calendario

BUON COMPLEANNO EMMA LA NONNA D’EUROPA HA 115 ANNI

Stringe tra le mani la moneta rosa di Expo 2015, avvolta nello scialle di lana. Emma Morano oggi compie 115 anni e non ha bisogno di fare testa o croce per sapere cosa le riserverà il destino. È la donna più anziana d’Europa, la sesta al mondo. La più longeva di sempre in Italia. Carla Fracci, ambasciatrice dell’evento mondiale milanese, le ha fatto recapitare nella casa di Verbania un messaggio d’auguri, invitandola.
Di sicuro quel tema «nutrire il pianeta, energia per la vita» che da maggio a ottobre animerà il dibattito su cibo, risorse e alimentazione sembra un abito cucito su misura per Emma. Nella sua cavalcata attraverso i secoli questa ragazza del 1899 ci ricorda l’importanza della semplicità. A partire proprio dalla dieta che l’ha portata a raggiungere questo traguardo speciale: colazione con un uovo e fette biscottate, a pranzo pastina con un etto di carne cruda macinata e un vasetto di frutta; alle 15 il secondo uovo e qualche biscotto. Alle 18 ancora pastina, a mezzanotte un po’ di banana liofilizzata.
«Come sto? Bene, tranquilla - risponde -. Come un Papa». Con la differenza che lei è in poltrona a raccontare, mentre dal giorno della sua nascita ad oggi sulla cattedra di Pietro si sono avvicendati undici pontefici. Da Leone XIII a Francesco. Inutile indagare, però, sul Papa argentino. L’espressione è la stessa quando sente il nome del premier di oggi, Matteo Renzi: «No, non li conosco. La televisione è da tanto che non la guardo più, guardavo Rete4 ora mi stanco. Il re? Sì, di lui mi ricordo e anche della regina». L’omaggio della memoria è per Vittorio Emanuele III, salito al trono un anno dopo la nascita di Emma, il 29 novembre di quel 1899 nel paesino vercellese di Civiasco. Certo, oggi c’è la repubblica e Emma lo sa bene: il prefetto Francesco Russo anche quest’anno le consegnerà gli auguri del presidente Napolitano che l’ha insignita, con premier Monti, del titolo di cavaliere. Il diploma è in bella mostra sulla credenza in cucina, accanto all’unica scatola di medicinali. «Il medico - sorride vicino al calorifero - viene una volta al mese per i controlli, ho appena ricevuto i risultati delle analisi, va tutto bene». Il vaccino antinfluenzale? Mai fatto, conferma il dottor Carlo Bava.
Il mondo di Emma oggi è chiuso in una stanza. I giorni indimenticabili? Non ha dubbi: «Quando andavo a ballare, da giovane. Da Civiasco mi ero trasferita a Villadossola, nelle case operaie dietro l’acciaieria. Avevo molti corteggiatori, quando non tornavo a casa in tempo arrivava mia madre e mi prendeva a bacchettate sulle gambe».
A 13 anni aveva iniziato a lavorare allo Jutificio Ossolano, confezionava sacchi. «Poi ho iniziato a stare male e per guarire mi sono trasferita a Pallanza, dove c’era l’aria migliore, anche se ho continuato a fare lo stesso lavoro». Fino al 1954 quando è andata in pensione, giusto sessant’anni fa.
Nel frattempo la vita l’ha messa duramente alla prova: «Augusto, il mio fidanzato di Villadossola, era partito per la guerra. Non è mai più tornato». In realtà l’Associazione nazionale Alpini ha scoperto che Augusto Barilati, classe 1894, al rientro dal fronte fu assegnato alle acciaierie Breda di Milano e non si fece più vedere. Ma alla signora Emma non abbiamo avuto il coraggio di dirlo. Perché un marito poi lo trovò, anche se non durò a lungo. La nonna d’Europa infatti è stata capace di gesti moderni: «Mi picchiava - racconta - e dopo l’ennesima umiliazione decisi di separarmi nel 1938». Un anno prima era nato un bimbo, morto a pochi mesi. Nulla la teneva legata a quella catena di sofferenze. Di quei giorni Emma ricorda anche le continue sfilate delle camicie nere di Mussolini. Eppure, dopo tanto dolore, era tornata a riassaporare la sua libertà. Sarebbe arrivata una nuova guerra, il mondo sarebbe cambiato ad una velocità supersonica. Ci sarebbe stato tempo per imparare nuove canzoni, Nilla Pizzi e Claudio Villa tra i preferiti, e sognare senza spostarsi troppo da casa. In fondo la lezione è semplice: il tempo non si sfida, si vive. Qualsiasi cosa ti riservi.
Ma non raccontate a Emma, che aveva settant’anni quando l’uomo ha messo piede sulla Luna, che oggi c’è una donna, Samantha Cristoforetti, su un’astronave in viaggio nello spazio. Non ditelo soprattutto a lei, che timidamente ci ha confidato: «Roma? No, non ci sono mai stata. Nemmeno all’estero. Il mare l’ho visto a Genova ma il mio mondo era tra Pallanza e Varallo Sesia, dove avevo i parenti». Il suo piccolo mondo antico.
Carlo Bologna, La Stampa 29/11/2014