Fulvio Abbate, il Fatto Quotidiano 29/11/2014, 29 novembre 2014
SUPERFURFARO, L’UOMO BROCHURE “A SINISTRA”
Mi piace Marco Furfaro, ma soprattutto non posso fare a meno di constatare che il ragazzo fa un lavoro davvero ingrato: deve dimostrare al pubblico televisivo che a sinistra del Partito democratico della Nazione, e dunque di Matteo Renzi, e perfino dei Cip e Ciop, Cuperlo e Civati, esiste una sorta di ideale pista di autoscontro politico praticabile; mi piace Furfaro, eppure non lo invidio affatto, già, il rischio di trasformarsi in uomo-brochure è sempre in agguato anche per lui. Non capisci cosa significhi uomo-brochure? Te lo spiego subito: secondo te come si esprimono i vari Roberto Speranza (vana) quando vanno in televisione a parlare per convincere gli altri d’essere lì al lavoro del proprio lavoro politico per il bene comune (si fa per dire)? Parlano come brochure prestampate, allo stesso modo di una Boschi, te l’ho appena detto. Furfaro Marco, così come il non meno rispettabile e fascinoso compagno di traversata Fratoianni Nicola, prim’ancora d’essere se stessi tra le fila dell’improbabile Sinistra ecologia e libertà e la non meno bizzarra Lista Tsipras (che l’ha visto primo dei non eletti, anzi, escluso da Barbara Spinelli che, smentendo se stessa, ha infine accettato il seggio al Parlamento Europeo), Superfurfaro, dicevamo, deve fare i conti con il vento vendoliano contrario che gli arriva dritto in faccia, e così sembra ricacciarlo nel caos, nell’indistinto politico di una sinistra antagonista, o comunque doverosamente critica e militante, che manca perfino a se stessa. Il ricordo della telefonata tra il governatore della Puglia e il giannizzero dei padroni dell’Ilva di Taranto è ancora fresco, insieme alle risate di Vendola alla faccia di un povero giornalista precario che chiedeva lumi sullo stato dei tumori.
Con questo genere di antefatto, dove vuoi che arrivi la gittata dialettica e perfino spicciola del più che rispettabile Furfaro? E tuttavia, osservandolo nella sua giusta veemenza ospite di Gerardo Greco ad Agorà su Raitre, il taglio di capelli da ragazzo à la page ammorbidito dal tenax, l’abito sobriamente sportivo da professionista spigliato, costretto a dividersi la scena con il semi-truculento ospite della Lega Nord sempre lì in studio, sai che fatica, sai che voglia di provare a spiegare che, sì, ci siamo anche noi, certo, che te lo dico a fa’, gli ultimi anni sono stati pessimi, e tuttavia, nonostante i Bertinotti, i Vendola, le Spinelli, nonostante il doppio stipendio di un altro della stessa comitiva come Curzio Maltese, nonostante questo carico da undici, ci sono anch’io, Furfaro Marco, perché nel presepe politico che ci riguarda tutti questo ragazzo nato a Pistoia nel 1980, laureato in Economia, già collaboratore al Parlamento europeo dell’astronauta Umberto Guidoni, un posto lo merita di diritto, se non altro affinché il gioco delle parti non risulti mondo, affinché la bocca del presente dialettico non mostri un buco nero in corrispondenza del canino o magari perfino dell’incisivo di una possibile sinistra.
Fulvio Abbate, il Fatto Quotidiano 29/11/2014