Michele Bocci, il Venerdì 28/11/2014, 28 novembre 2014
DOPPI INCARICHI, I POLITICI NON LASCIANO
ROMA. Niente più incarichi politici per i vertici degli ordini professionali: rappresentanti di architetti, medici, giornalisti non possono sedere in Parlamento o nei consigli regionali e comunali. Un’interpretazione della norma Severino sta creando scompiglio nel mondo delle professioni. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, il 21 ottobre ha firmato una delibera dove si estendono le regole della legge 39 del 2013 per le pubbliche amministrazioni a «ordini e collegi», che hanno tempo fino al primo gennaio 2015 per mettersi in regola. Le conseguenze? Potenzialmente devastanti per gli interessati.
Conti alla mano, infatti, quasi un parlamentare su due appartiene a un albo. Qualche esempio? Amedeo Bianco e Annalisa Silvestre (Pd), presidenti della Federazione degli Ordini dei medici e dei collegi degli infermieri; e Andrea Mandelli e Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente e vicepresidente dell’Ordine dei farmacisti (Forza Italia): tutti rischiano di dover scegliere quale incarico mantenere. La loro elezione aveva sollevato polemiche e malumori, il cumulo di titoli era visto come poco opportuno, e ora i nodi vengono al pettine. «Stiamo verificando se la circolare è applicabile al nostro caso» commenta Bianco.
Ma gli effetti sono molto più ampi. In Italia ci sono centinaia di ordini e collegi. Alcuni piccolissimi. Obbligarli a rispettare le regole dell’anticorruzione costringerebbe realtà con pochi dipendenti a seguire le stesse norme cui rispondono le grandi amministrazioni. Come predisporre un piano triennale per la prevenzione della corruzione, uno per la trasparenza e anche un codice di comportamento, oltre a rispettare i divieti sull’incompatibilità degli incarichi.
«Non ci vogliamo sottrarre agli obblighi, ma non possiamo essere paragonati alle grandi amministrazioni pubbliche» dice Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni. «Raccogliamo 1.900 ordini, alcuni con 30 iscritti, non possono reggere questa mole di adempimenti. E intatti ci sono già società private che si offrono come consulenti a caro prezzo». Il business dell’anticorruzione.