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 2014  novembre 29 Sabato calendario

MAI «Parare è il mio lavoro e comunque se un attaccante tira bene un rigore, un portiere non lo para mai» (Samir Handanovic)

MAI «Parare è il mio lavoro e comunque se un attaccante tira bene un rigore, un portiere non lo para mai» (Samir Handanovic). EMIGRATO «Ho tre fratelli e una sorella che vive ancora con due bambini nella casa che era dei miei genitori. E poi ho sei nipoti. Sono l’unico della famiglia che è emigrato. Forse ragionavo un po’ di più. Gli altri sono rimasti giù, solo un mio fratello provò ad andare a Brescia, ma dopo poco tornò» (Totò Di Natale). ESTERO «Ho fatto la maggior parte della mia carriera in B e Lega Pro. Sono arrivato alla Sampdoria e in 6 mesi mi hanno scartato, non mi è stata data un’altra possibilità. In Italia è difficile emergere, si vede con la nazionale. E gente come Donati, Caldirola, Pellé è andata cercare fortuna all’estero» (Federico Piovaccari). SANGUE «Io sputavo sangue per la Nazionale, uscivo distrutto dopo ogni gara, non ammettevo altro modo di interpretare certe partite. E quelli che tirano indietro la gamba anche una sola volta, non li farei nemmeno più entrare a Coverciano» (Bobo Vieri). FIUTO «Non me l’aspettavo di arrivare a questo punto, quando iniziai con Sacchi in Nazionale. Ho avuto la fortuna di ottimi maestri, a cominciare da Arrigo. E buon fiuto: scelte giuste al momento giusto» (Carlo Ancelotti). EREDE «Mi auguro che possa fare un percorso simile al mio. Ovvio che dipenda anche dal momento: ora le prospettive non sono proprio rosee, ma lui può farcela, può essere il mio erede» (Paolo Maldini parlando di De Sciglio). RIVALI «I miei rivali? Contador è il più scaltro, il più furbo, il più esperto. Ha uno stile di corsa simile al mio, sa inventare l’azione, anche se forse è più riflessivo. Froome ha vinto specialmente grazie alla squadra. Quintana è giovane, 2° al Tour e 1° al Giro, ma lo vedo un gradino sotto» (Vincenzo Nibali). MARCHIO «Se guidare una Ferrari da strada è favoloso, non posso immaginare che cosa si possa provare su quella da corsa. La Ferrari è una vettura che vive, che ha un’anima. Più che i soldi, ho scelto il marchio» (Sebastian Vettel). MUTANDE «Innerhofer si fa vedere in mutande nelle vetrine dei negozi. Io invece preferisco di no. Magari con gli sci. Non sono un tipo fashion come Inner. A lui piace molto ed è bravissimo a dedicare del tempo a queste cose. Io non so se riuscirei» (Dominik Paris).