Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 28 Venerdì calendario

GLI IMMIGRATI SCELGONO LONDRA

Destinazione numero 1, la Gran Bretagna. Seguita da Germania, Francia, Spagna, Italia e Svezia. È questa la classifica resa nota da Eurostat per quanto riguarda la concessione della cittadinanza nei Paesi della Ue nel 2012. In quell’anno, i nuovi cittadini della Comunità sono stati 818mila, accolti e riconosciuti da sei Paesi diversi. Di questi nuovi europei, la cui età media è 31 anni (con oltre un terzo di venticinquenni), ben il 23,7 per cento è britannico, il 14 per cento tedesco, l’11,7 francese, l’11,5 spagnolo, l’8 per cento italiano e il 6,1 svedese. Il passato coloniale degli Stati sembra pesare non poco sulla destinazione scelta da chi emigra. Dei 193.900 nuovi passaporti emessi nel Regno Unito – quasi un terzo del totale in Europa –, per esempio, la più alta percentuale è stata intestata a persone provenienti da India, Pakistan, Nigeria e Filippine. Fatta eccezione per quest’ultimo, tutti Paesi aderenti al Commonwealth. Un dato, quello britannico, destinato però a diminuire, o almeno a rimanere stabile, visto che le nuove politiche sull’immigrazione si sono fatte più restrittive rispetto a quelle in vigore prima del 2012 e perché le pressioni dell’Ukip, unite alle più rigide posizioni del governo in materia, fanno prevedere un calo, se non un vero e proprio stop, delle nuove cittadinanze. «È imperativo che si operi per continuare ad abbassare l’immigrazione da Paesi extra Ue», ha detto sir Andrew Green, presidente di Migration Watch, «e contemporaneamente si individui il modo di diminuire i flussi dall’interno della Comunità».