varie 28/11/2014, 28 novembre 2014
ARTICOLI SUI VACCINI DAI GIORNALI DEL 28 NOVEMBRE 2014
SIMONA RAVIZZA, CORRIERE DELLA SERA -
Tre morti e un quarto anziano in gravi condizioni. Tutti si sono sentiti male nel giro di dieci giorni e tutti nelle 48 ore successive alla vaccinazione contro l’influenza. Il farmaco utilizzato — e diffuso in Italia in 470 mila dosi — è lo stesso: sono i lotti 142701 e 143301 del vaccino Fluad della Novartis.
Appena Luca Pani, direttore generale dell’Agenzia del farmaco (Aifa), ha avuto il quadro della situazione sotto gli occhi, ieri, ha deciso di vietare l’uso delle due partite di antinfluenzale ( che rappresentano un decimo delle dosi di vaccino Novartis in circolazione). L’azienda farmaceutica copre quasi la metà del rifornimento di antinfluenzale in Italia, con quattro milioni di pezzi di Fluad venduti.
L’allerta è alta, anche se la decisione dell’Aifa è scattata «a titolo esclusivamente cautelativo». L’obiettivo è di verificare nelle prossime ore se c’è un rapporto di causa-effetto tra le iniezioni contro l’influenza e i decessi. Le segnalazioni delle morti sospette, avvenute il 7, il 12 e il 16 novembre in Sicilia e in Molise, sono partite dagli ospedali, come prevedono i protocolli di farmacovigilanza. Due pazienti, rispettivamente di 68 e 87 anni, sono deceduti nel Siracusano. Una donna, 79enne, a Termoli. Il quarto caso, quello non fatale, riguarda un altro molisano di 92 anni, tuttora ricoverato in gravi condizioni. «Al momento non è certo se vi sia un nesso con la vaccinazione — spiega l’Aifa —. Un quadro completo potrà essere fornito solo dopo aver analizzato tutti gli elementi come per esempio, lo stato di salute dei pazienti, la loro età ed eventuali patologie da cui erano affetti».
Come quasi tutti gli anziani che si vaccinano contro l’influenza, anche loro avevano altri disturbi.
In attesa di chiarimenti, nessuno deve più vaccinarsi con i due lotti 142701 e 143301. Tutte le Regioni si sono attivate immediatamente per bloccare l’uso degli stock sospetti negli ambulatori dell’Asl e in quelli dei medici di famiglia. La Liguria ha addirittura sospeso, in via precauzionale, le vaccinazioni antinfluenzali. «Chi ha in casa confezioni di Fluad deve verificare sulla scatola il numero di lotto — insiste l’Aifa —. E, se corrisponde a uno di quelli vietati, deve contattare il proprio medico per valutare un’alternativa».
Anche due anni fa, sempre in piena campagna vaccinale, si erano registrati problemi. Allora, l’azienda farmaceutica Crucell aveva ritirato 2,3 milioni di dosi dopo avere rilevato anomalie sulla sterilità dei vaccini, mentre l’Aifa aveva disposto il ritiro in via cautelativa di 500 mila dosi di vaccini della Novartis (stop rientrato dopo due settimane). La multinazionale è, comunque, rassicurante: «La sicurezza del vaccino è stata dimostrata da oltre 65 milioni di dosi distribuite con successo in tutto il mondo e da studi clinici su oltre 70 mila pazienti». Tra le verifiche in corso all’Aifa, anche quelle sui tempi con cui sono scattate le segnalazioni. Il dubbio è che ci siano stati ritardi nella trasmissione delle informazioni dal livello locale a quello nazionale.
Simona Ravizza
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MARIO PAPPAGALLO, CORRIERE DELLA SERA -
Al ministero della Salute e all’Aifa si chiedono che cosa può essere accaduto con quelle vaccinazioni letali. Il nostro è uno dei sistemi di controllo più severi di verifiche a livello di produzione, di efficacia, di sicurezza, di segnalazione di casi avversi. Ed, infatti, l’allarme è scattato secondo gli schemi previsti dal sistema di farmacovigilanza: eventi avversi subito dopo la vaccinazione o nelle 48-72 ore successive. Schema precauzionale che chiama in causa i carabinieri del Nas, le Asl, le Regioni, l’azienda produttrice (Novartis), l’Istituto superiore di sanità. L’input parte dall’ente di controllo sui farmaci, l’Aifa, che riceve le segnalazioni e fa scattare la catena di eventi. Primo punto da sottolineare: non significa che i lotti «sospetti» (il 142701 e il 143301) fatti ritirare siano colpevoli di alcunché. Secondo: non è detto che il vaccino sia la causa dei decessi o delle gravi reazioni avverse. Ma ora dovranno essere ripercorsi sotto la lente di ingrandimento anche i passaggi precedenti, quelli di produzione dei due lotti, per non essere impreparati alla scoperta di un nesso tra somministrazione e decessi. E sono già scattati gli incroci internazionali per sapere di segnalazioni analoghe.
La morte delle tre persone, tutte over 65, dopo l’iniezione della dose di Fluad è avvenuta fra il 7 e il 16 novembre scorsi. È il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, a comunicarlo: «Un evento cardiovascolare (infarto, ndr ) è avvenuto nell’immediatezza, circa un’ora dopo la somministrazione», mentre le altre due morti sono avvenute entro le 48 ore successive per infiammazione del sistema nervoso centrale, encefalite-meningite e hanno riguardato due persone intorno agli 80-90 anni. Un altro, novantaduenne, è grave ma in vita. In attesa delle indagini di laboratorio sui campioni dei lotti ritirati (se ne occupa l’Istituto superiore di sanità), Pani spezza una lancia pro-vaccinazioni: «I vaccini sono una risorsa preziosa e insostituibile per la prevenzione dell’influenza stagionale e delle sue complicanze, che possono essere gravi negli ultrasessantacinquenni e nei pazienti affetti da condizioni croniche preesistenti». E avverte: «Niente panico, niente allarmismi». Eccesso cautelativo dovuto, nonostante il temuto effetto boomerang dell’esposizione mediatica. In un precedente ritiro di un altro vaccino (sempre Novartis), questa volta prima ancora che arrivasse all’uso, la conseguenza fu il dimezzamento di chi scelse la prevenzione antinfluenzale. Era il 2012. I sospetti riguardavano solamente la qualità del prodotto. Nello stesso anno, poche settimane prima erano state ritirate 2,5 milioni di dosi di un prodotto dell’azienda Crucell per problemi di sterilità di alcuni lotti.
I vaccini, essendo somministrati a persone sane, risultano tra i prodotti più sicuri a livello di farmaci.
Occorre capire, però, che cosa si intende per sicuro. Se si intende «libero da ogni qualsiasi effetto negativo» allora nessun vaccino è sicuro. In meno di un caso su un milione si può avere una severa reazione allergica (anafilassi). Ma che cos’è meno di un caso su un milione rispetto alle 350 persone che ogni anno muoiono negli Stati Uniti per incidenti durante il bagno o la doccia, ai 200 a causa di cibo aspirato in trachea mentre mangiano, ai 100 letalmente colpiti da fulmini? Eppure pochi ritengono che mangiare, fare il bagno, o camminare all’aperto mentre piove, siano attività pericolose.
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ADRIANA BAZZI, CORRIERE DELLA SERA -
Nel 2012 due milioni di dosi di antinfluenzali ritirate perché contaminate da batteri. Adesso la morte di 3 persone vaccinate e il ritiro cautelativo di due lotti del prodotto utilizzato.
Ma i vaccini contro l’influenza sono così rischiosi?
Occorre distinguere. Un conto sono i problemi legati alla produzione di vaccini, un conto sono eventuali effetti collaterali che si manifestano nelle persone vaccinate. Nel primo caso vengono sempre eseguiti controlli post-marketing sui prodotti e il fatto che siano stati intercettati vaccini contaminati è il segnale che i controlli funzionano.
Quali sono, invece, i rischi legati alla somministrazione del vaccino?
Per rispondere a questa domanda ci si deve affidare ai dati della letteratura scientifica. Una gigantesca analisi condotta in Cina, che ha valutato gli eventi avversi dopo la somministrazione di 90 milioni di dosi di vaccino, ha evidenziato che i rischi sono limitati e riguardano soprattutto reazioni allergiche, tipiche anche di altri farmaci (lo choc anafilattico è la situazione più grave, perché può portare la morte, ma è anche la più rara).
Ci sono anche effetti collaterali minori?
Sì, e riguardano soprattutto arrossamenti e indolenzimento nel sito dell’iniezione e, meno spesso, febbre, dolori articolari o muscolari e mal di testa. Questi sintomi si manifestano più frequentemente nei bambini e ragazzi rispetto agli anziani. Di solito sono modesti e non richiedono cure mediche.
Un problema molto dibattuto è quello della sindrome di Guillain-Barré, una sindrome neurologica che comporta paralisi degli arti. Può essere attribuita alla vaccinazione antinfluenzale?
Secondo il Registro dei medici inglesi, la probabilità di andare incontro a sindrome di Guillain-Barré è molto più elevata nelle persone che si ammalano di influenza (all’incirca 30 volte di più) rispetto a chi si vaccina.
Si può dire che i benefici della vaccinazione superano i rischi?
Sì.
(ha contribuito alle risposte Massimo Galli, direttore
del Dipartimento Malattie infettive, Ospedale Luigi Sacco, Università di Milano)
Adriana Bazzi
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PAOLO RUSSO, LA STAMPA -
Nuova tempesta sui vaccini. Questa volta però di mezzo non c’è l’autismo, ma tre morti sospette e un novantaduenne in gravissime condizioni per una encefalite. Tutti e quattro si erano immunizzati contro l’influenza oramai alle porte con il vaccino «Fluad» della Novartis. Il comunicato emesso ieri dall’Aifa, l’Agenzia ministeriale del farmaco, parla di eventi con «esordio entro le 48 ore», ma sembra che i sintomi si siano scatenati a distanza di poco più di due ore dalla somministrazione del vaccino. Che comunque non è in vendita nella farmacie ma distribuito soltanto nelle Asl e negli studi dei medici di famiglia. «Connessioni tra i decessi e la vaccinazione non se ne possono assolutamente fare», chiarisce Luca Pani, direttore dall’Aifa, che però a scopo precauzionale ha subito disposto il divieto di utilizzo dei due lotti, il 142701 e 143301, ora all’esame dei laboratori dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità.
Nella nota l’agenzia invita chiunque abbia in casa un vaccino Fluad a verificare sulla confezione se il numero del lotto corrisponda a uno dei due posti sotto divieto. In tal caso non resta che gettare tutto nel cestino e rivolgersi al proprio medico per un’alternativa vaccinale, che di certo non manca.
In serata la Novartis si è affrettata a precisare di essersi «immediatamente adoperata in una revisione preliminare dei lotti di vaccino interessati» e che l’esito avrebbe «riconfermato la qualità e la conformità del vaccino Fluad». Insomma, il prodotto sarebbe sicuro. Conclusioni che Novartis ha già tirato perché le vaccinazioni sarebbero avvenute tra il 12 e il 18 novembre. Resta quindi da capire come mai il divieto «cautelativo» sia scattato soltanto ieri. Anche perché tre di quelli che l’Aifa definisce «eventi avversi» hanno cause scatenanti quasi identiche: encefalite in due casi e meningite in un altro, mentre uno dei decessi sembrerebbe causato da un attacco cardiaco.
Le vittime sono un uomo di 68 anni e una donna di 87, entrambi di Siracusa ed affetti da altre patologie, e un’anziana di 79 anni residente in Molise. Il figlio ha dichiarato di aver chiesto la cartella clinica all’ospedale San Timoteo. Sempre in Molise sarebbe stato colpito da encefalite un novantaduenne che versa ora in gravi condizioni.
Per conoscere i risultati delle analisi in corso all’Iss occorreranno ancora alcuni giorni, ma intanto la Liguria ha deciso di sospendere le vaccinazioni anti influenzali, in attesa di sapere se in qualche farmacia o Asl si nasconda qualche partita del vaccino «sotto inchiesta». Stessa sospensione l’ha decisa l’ospedale di Campobasso, mentre il Veneto si è limitato a far partire verifiche a raffica.
«Certo non ci voleva che con la campagna di vaccinazione in corso si diffondessero voci su un prodotto dei più utilizzati qual è il Fluad», lamenta il segretario del sindacato dei medici di famiglia Fimmg, Giacomo Milillo.
Un flop che si aggiungerebbe alla già poca propensione degli italiani ad immunizzarsi contro l’influenza. «Che in Italia, soprattutto tra gli anziani, fa circa ottomila morti l’anno e contro la quale si vaccina a malapena un italiano su dieci», denuncia Gianni Rezza dell’Iss.
Per gli anti influenzali quello di ieri non è pero il primo allarme. Solo due anni fa alcuni lotti, sempre della Novartis, e della Crucell, furono ritirati a scopo cautelativo. Contenevano alcune impurità rivelatesi al seguito delle analisi assolutamente ininfluenti ai fini della sicurezza dei pazienti. Una tempesta in un bicchier d’acqua, come potrebbe rivelarsi ora questa. Che oggi come ieri rischia di spingere molti italiani a non vaccinarsi. Anche quando età e condizioni di salute consiglierebbero di farlo.
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STEFANO RIZZATO, LA STAMPA -
La cautela prima di tutto. Se davvero c’è un legame tra quelle tre morti sospette e i vaccini antinfluenzali, è tutto ancora da verificare. E, se pure fosse confermato, bisogna ricordare una cosa: «I vaccini restano la più grande conquista dell’umanità in ambito medico. Inclusi quelli contro l’influenza, un male che nel mondo arriva a causare - ogni anno - fino a 500 mila morti». A spiegarlo, mettendo un freno ad ogni genere di allarmismo, è Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia e ordinario all’Università di Padova.
Professore, quali sono e dove sono i margini di rischio legati ai vaccini?
«Non negli antigeni, le molecole che costituiscono il nucleo dei vaccini e hanno il compito di indurre la risposta degli anticorpi: queste sono molecole sicure, perché la loro formulazione è la stessa ormai da tempo. Qualche problema in più pongono invece i cosiddetti adiuvanti, ovvero sostanze che possono - in alcuni casi - provocare reazioni allergiche su alcuni pazienti. Lo squalene, per esempio, o MF59, è una di queste sostanze ed è presente anche nel Fluad della Novartis».
Di cosa si tratta?
«È una sostanza naturale, un lipide contenuto nelle pinne degli squali. Come tutti gli adiuvanti, ha la funzione di segregare - come si dice - gli antigeni ed esporli alle cellule del sistema immunitario per farle reagire. Detto in termini più semplici, è una sostanza che potenzia l’efficacia del vaccino. È questa parte, e non l’antigene, che può dar luogo ad eventuali reazioni allergiche. Ma bisognerebbe anche capire di cosa esattamente siano morte queste tre persone, perché i soggetti predisposti possono avere forti e gravi crisi anche solo mangiando delle fragole. Quindi non vorrei che si creassero allarmi ingiustificati e soprattutto generalizzati».
Nel complesso, quindi, i vaccini contro l’influenza si possono considerare sicuri?
«Sì, e sono importantissimi. Le vaccinazioni antinfluenzali che si fanno oggi sono quella trivalente e quadrivalente, indirizzate sui ceppi di tipo A e B dell’influenza e in particolare su quelli circolati negli ultimi anni. Compresa l’influenza A/H1N1 della California, il ceppo suino che causò la grave pandemia del 2009, che molti ricorderanno».
Anche in generale, il valore dei vaccini non va messo in discussione?
«Sì. È grazie a loro che abbiamo debellato malattie gravi e letali come la poliomielite, il vaiolo, la rosolia. I vaccini sono senza dubbio la più grande conquista che l’umanità ha fatto in ambito medico. Episodi di reazioni allergiche - lo ripeto - possono succedere. Ma sono casi isolati, che vanno valutati e accertati singolarmente, senza arrivare a conclusioni affrettate. Senza sintomi gravi entro 48 ore dall’assunzione del vaccino antinfluenzale, si può stare ragionevolmente tranquilli. E anche il legame tra vaccini e autismo, di cui si parla molto in questi giorni, non ha nulla di scientifico».
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CORRADO ZUNINO, LA REPUBBLICA -
Tre anziani morti, due uomini e una donna. In corsia o dal medico di famiglia, si sospetta per vaccino. Una quarta, 92 anni, arrivata in ospedale in coma, poi migliorata. Il ministero della Salute, attraverso l’Agenzia del farmaco che controlla, mercoledì pomeriggio ferma due lotti dell’antinfluenzale Fluad prodotto dalla Novartis, uno dei più diffusi in Italia: a Milano, per esempio, uno su tre viene vaccinato con il Fluad. Sono 475mila confezioni, ma nel nostro paese in questo momento ne stanno circolando altre tre milioni e mezzo. «Non c’è certezza di correlazione tra i vaccini e le morti », si affrettano a dire i dirigenti dell’Aifa. Il sequestro cautelativo sui due stock gemelli — il 142701 e il 143301 — prosegue però in tutta Italia.
L’Aifa ha chiesto subito la collaborazione dei vaccinati in tutto il paese: «Chi ha in casa confezioni del vaccino Fluad verifichi sulla scatola il numero di lotto e, se corrispondente a uno di quelli per i quali è stato disposto il divieto di utilizzo, contatti il proprio medico per valutare un prodotto alternativo ». Due anziani sono morti vicino a Siracusa. Ivo Mingozzi, 68 anni, di Augusta, in pensione da dieci anni dopo aver lavorato come operaio specializzato ai cantieri navali. L’altro deceduto aveva 87 anni. Uno aveva la glicemia alta, l’altro malato di tiroidite. Nessuna patologia grave. L’ex operaio è spirato il 12 novembre, due settimane fa. Nello studio del suo medico di famiglia, che è stato indagato. La comunicazione di “decesso sospetto da vaccino antinfluenzale” è arrivata all’Aifa sei giorni dopo. L’uomo è morto un quarto d’ora dopo l’iniezione: arresto cardiovascolare. Racconta il suo avvocato, che chiederà la costituzione di parte civile della famiglia: «Non aveva patologie che sconsigliassero la somministrazione dell’antidoto. Si è vaccinata anche la moglie, pochi minuti dopo. Insieme sono usciti dallo studio, lui voleva prendere l’auto per andare al mercato. Si è sentito male ed è tornato dal medico, si è sdraiato sul lettino e lì ha chiuso gli occhi». L’ultraottantenne è morto lo scorso 16 novembre, 48 ore dopo la somministrazione, per un problema dei centri nervosi: encefalite. Ma solo il 25, l’altro ieri, la centrale di Roma è stata avvertita All’ospedale di Termoli è deceduta, ancora, un’altra donna anziana, Rosa Zara, lei 79 anni, di San Felice del Molise. «Aveva fatto il vaccino il 14 novembre ed è arrivata in ospedale il 17 in stato comatoso, dopo un giorno è morta », racconta il direttore sanitario dell’ospedale San Timoteo. Inizialmente alla donna era stata diagnosticata “sospetta meningite batterica”, ma la possibilità che il decesso possa essere conseguenza del vaccino si è fatta strada. Era affetta da diverse patologie cliniche, compreso un pregresso ictus. Il figlio dice: «Non aveva mai avuto problemi di meningite ». È arrivata infine all’Agenzia del farmaco anche la segnalazione di una 92 enne moli- sana, ricoverata in condizioni gravissime — insufficienza epatica renale e cerebrale — curata per dieci giorni e da poco dimessa.
L’ospedale di Campobasso ha sospeso tutti i vaccini, non solo quelli indicati. E così tutte le Asl della Liguria, in un inizio di psicosi da antidoto influenzale. Le altre regioni si sono limitate a fermare gli stock segnalati dall’Aifa, sui quali ora stanno facendo controlli i chimici dell’Istituto superiore di Sanità e indagini i carabinieri del Nas. Sono partite di farmaci all’ingrosso, non vendute in farmacia.
La Novartis ha ribadito la bontà dei suoi prodotti: «I vaccini antinfluenzali sono sicuri ed efficaci. Abbiamo subito avviato una revisione preliminare dei lotti interessati e ha riconfermato la qualità e la conformità del Fluad». Nell’ottobre 2012, tuttavia, già il ministro Balduzzi fermò tre milioni di dosi per quattro vaccini Novartis, tra cui lo stesso Fluad. È un antidoto in commercio da più di dieci anni: indicato a partire dai 65 di età e per le persone più fragili. Il Fluad è un vaccino potenziato, si somministra solo per via intramuscolare ed utilizza, insieme agli antigeni specifici, alcune componenti adiuvanti a base di acqua e olio per aumentarne la risposta immunitaria.
I tre eventi luttuosi avvengono in un momento molto critico per le vaccinazioni nel nostro paese. Da due anni a questa parte le campagne — sia pediatriche che per gli anziani — indicano una forte diminuzione dei vaccinati. Sono sette milioni solo gli anziani, «ma in alcune regioni registriamo forti picchi negativi», dicono all’Aifa. In questi giorni, tra l’altro, è arrivata una quarta sentenza di tribunale a indicare un nesso tra l’autismo (o l’encefalite) di un neonato-bambino e l’utilizzo di un vaccino obbligatorio. L’immunologo Ferdinando Aiuti sostiene che un evento avverso post-vaccinale può avvenire anche dopo trenta giorni. Il presidente dell’Agenzia italiana per il farmaco, Sergio Pecorelli, replica: «Non c’è nulla che non vada nel vaccino in sé. Se dovessero esserci problemi, sarebbero nella confezione. Dobbiamo ricordare che ogni anno muoiono per l’influenza stagionale ottomila persone».
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SILVIA BENCIVELLI, LA REPUBBLICA -
Al momento ci sono troppo pochi dati per pronunciarsi con certezza. Ma è giusto che il caso venga approfondito. E bene ha fatto l’Aifa a seguire la linea della massima prudenza. Del resto, questa è la strada che si segue sempre e in tutto il mondo ogni volta che c’è la ragione di un sospetto. Lo spiega Pietro Crovari, professore emerito di Igiene e medicina preventiva dell’Università di Genova e uno dei massimi esperti di influenza in Italia, che da anni segue l’andamento delle epidemie virali e l’impiego dei relativi vaccini.
I decessi segnalati sono attribuibili al vaccino?
«È troppo presto per dirlo e sicuramente stabilire se ci sia un legame causa-effetto tra la vaccinazione antiinfluenzale e il decesso di queste persone sarà un’operazione difficile. Le reazioni avverse sono sempre possibili, ma perché possano essere attribuite al vaccino ci vuole un collegio di esperti che valuti con attenzione la situazione. Anche perché, in genere, i soggetti vaccinati sono anziani e spesso hanno condizioni cliniche di fondo particolari: possono avere malattie croniche o essere debilitate. Bisogna capire se quella che chiamiamo reazione in un singolo paziente non sia piuttosto l’effetto di una malattia preesistente, che col vaccino non ha a che vedere. Ciò non toglie che, nell’attesa di capire la situazione, il ritiro del prodotto in via precauzionale e l’esame attento sul prodotto siano provvedimenti necessari».
Potrebbe trattarsi di una reazione allergica?
«Con le poche informazioni che abbiamo non si può dire. Però per l’intervallo di tempo tra la vaccinazione e il decesso credo che sia improbabile. Quarantotto ore sono poche. La reazione avversa da vaccino più conosciuta e studiata, infatti, è la sindrome di Guillain-Barré: una rara forma di paralisi acuta probabilmente a base immunitaria. Quando la si è vista insorgere, è sempre successo tra una e due settimane dopo la vaccinazione. In questo caso invece si parla di due giorni e questo farebbe propendere di più per l’effetto tossico di una sostanza chimica, tipicamente più rapido».
Quanti decessi sono stati registrati per la vaccinazione antiinfluenzale?
«Nella letteratura recente non c’è nessuna segnalazione di decesso da vaccino antiinfluenzale. Nessun caso che sia stato confermato e che oggi possiamo affermare con certezza. Si calcoli che ogni anno ci sono milioni di persone in tutto il mondo occidentale che ven- gono vaccinate per l’influenza. Sono soprattutto anziani, quindi una categoria già fragile. Sono invece stati descritti molti effetti avversi lievi».
Quali sono le reazioni avverse che possiamo attribuire con certezza al vaccino?
«Sono reazioni di tipo locale. Cioè arrossamento, gonfiore nel punto di inoculo del vaccino. Reazioni più gravi, come la sindrome di Guillain-Barré, sono rarissime. Mentre c’è una letteratura scientifica possente che dimostra che il vaccino è molto ben tollerato. E poi per parlare di casi avversi ci serve un dato fondamentale: quante sono le persone vaccinate? Non possiamo parlare di casi di malattia senza considerare il totale dei vaccinati. Nella situazione di oggi, per esempio, con due eventi fatali nella stessa regione, e dunque provenienti dallo stesso lotto di vaccino, è lecito avere dubbi. Ma, ripeto, questo spiega la misura precauzionale presa dall’Aifa: la vaccinazione si fa per migliorare la salute pubblica e qualsiasi sospetto sulla nocività del vaccino non è accettabile e richiede l’avvio di un’indagine rapida. Come è stato fatto.
Chi ha già fatto il vaccino, adesso, che cosa rischia?
«Niente».
Chi non ha ancora fatto il vaccino ma prevedeva di farlo come si deve comportare?
«Può avere senso aspettare una settimana o almeno la conclusione delle indagini. Del resto, non ci sono ancora molti casi di influenza in giro, almeno tra gli anziani (semmai stanno cominciando i bambini, adesso, ad ammalarsi). Quindi al momento non c’è una grande premura di vaccinarsi.
Si può aspettare qualche giorno senza ansia. Oppure, ed è forse il comportamento più sensato, ci si può vaccinare tranquillamente. Perché i lotti sospettati sono già stati ritirati dal commercio.
E si può anche controllare: i loro numeri sono pubblici. Quindi si possono usare altri lotti, o altri tipi di vaccino».
Con i bambini come ci si deve comportare?
«Sui bambini non c’è consenso scientifico. Negli Stati Uniti consigliano la vaccinazione antiinfluenzale per i bambini tra i 6 mesi e i dodici anni. Mentre qui in Italia no, a meno che non ci siano fattori di rischio per le vie respiratorie, come particolari problemi cardiaci o un’asma cronica. Ci sono pediatri che lo raccomandano, ma a livello di sanità pubblica non si è mai valutato che i vantaggi fossero rilevanti, e non abbiamo mai considerato necessario vaccinare i bambini. Quindi oggi per loro il problema non si pone».
Ha ancora senso, oggi, vaccinarsi per l’influenza?
«Sì. Qui abbiamo tre decessi di cui ancora non è stato mostrato il collegamento col vaccino. Non c’è nessuna certezza. Mentre una certezza sull’influenza ce l’abbiamo. Ed è che tutti gli anni muore un sacco di gente per le sue complicanze. Soggetti cardiopatici, magari con un’insufficienza respiratoria, persone anziane: per loro il rischio di morire di influenza è alto. Tra i medici della sanità pubblica americana gira una vignetta con un operatore di pompe funebri che dice: “la mia stagione preferita è quella influenzale”. Ecco. Il sistema di sorveglianza dei casi di influenza lo dimostra chiaramente. L’influenza è una malattia benigna, quasi sempre, ma a volte può creare gravi problemi. Ed essere mortale. Per cui è importante continuare a vaccinarsi».
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VITTORIO FELTRI, IL GIORNALE -
Vaccini per prevenire l’influenza: sono una benedizione di Dio soprattutto per gli anziani e per chi è costantemente a contatto col pubblico e rischia di essere contagiato spesso, e a propria volta di contagiare altri. Ci hanno smontato anche questa certezza, mai messa in dubbio per anni e anni. Si dà il caso che tre persone, sottoposte al trattamento in questione, siano morte. L’allarme, come è ovvio che sia in casi simili, è scattato (...)
(...) immediatamente e tutti, diconsi tutti, i vaccini del genere sono stati ritirati per evitare ulteriori cattive sorprese. Una misura straordinaria, ispirata a prudenza, doverosa.
A questo punto non merita temere altri decessi, tre sono più che sufficienti a giustificare il provvedimento. Però la notizia, non essendo stata tenuta segreta, minaccia non solo di seminare il panico nella popolazione ma anche di incrementare la diffidenza, già notevole, verso qualsiasi vaccino. Negli ultimi tempi infatti molti genitori si rifiutano, per motivi inconsistenti (pregiudizio e disinformazione), di portare i bambini nei luoghi deputati a praticare, per esempio, l’antipolio. Sono persuasi che la poliomielite ormai non costituisca più un pericolo, essendo la malattia pressoché scomparsa nel mondo occidentale.
Lo stesso discorso vale per numerose vaccinazioni che, in altre epoche, erano considerate indispensabili per garantirsi contro virus invalidanti. La vicenda dell’antinfluenzale assassino rafforzerà quasi di sicuro una credenza popolare priva di fondamento: e cioè che la chimica (ogni farmaco in genere) sia qualcosa di negativo da cui stare alla larga perché fa male. C’è gente che ha paura a ingerire anche soltanto un’aspirina, figuriamoci medicinali più complessi nelle cui confezioni si trova il famoso bugiardino recante le cosiddette indicazioni e controindicazioni, un elenco impressionante di effetti gravi e meno gravi, ma tutti terrorizzanti.
La realtà è ben diversa. Grazie (non solo) alle medicine, l’aspettativa di vita in poco più di due secoli si è assai allungata. All’inizio dell’800 l’età media di chi tirava le cuoia era di 35 anni: oggi è circa 80. Mi sembrano bastevoli questi dati per comprendere che la chimica non è nemica, bensì amica dell’uomo. Il quale tra l’altro è fatto di chimica dalla testa ai piedi.
Non tutte le sostanze che assumiamo giovano alla salute, è pacifico. Ma aborrire i farmaci tout court è una forma di superstizione che induce all’autolesionismo; un preconcetto indegno delle persone civili. È assurdo che tre morti causate dall’antinfluenzale debbano spaventarci e alimentare psicosi irragionevoli, aprendo le porte a un nuovo oscurantismo. Avere fiducia nella medicina e nelle medicine non è una manifestazione di bigottismo scientifico, ma l’accettazione razionale della verità acclarata.
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PATRICIA TAGLIAFERRI, IL GIORNALE -
Non ci sono dubbi che il mercato dei vaccini sia uno dei settori dell’industria farmaceutica che cresce più velocemente. Un’industria che va al galoppo. Una difesa utile contro tante malattie ma a volte anche un business alimentato da vere e proprie campagne di terrorismo mediatico.
Il business globale è miliardario, anche se pesa ancora soltanto per il 2-3% sul totale dei ricavi da farmaci. Secondo l’Oms nel 2000 valeva 5 miliardi di dollari, l’anno scorso 24 miliardi di dollari, ossia 20 miliardi di euro. E le stime prevedono che nel 2025 si sfonderà quota 100 miliardi di dollari. E il mercato è concentrato nelle mani di 4-5 colossi. Il nostro Paese, in particolare, ha registrato tra il 2008 e il 2013 un più 118 per cento nelle esportazione dei vaccini.
In Italia ogni anno vengono vendute 15 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale per un giro di affari milionario. Anche se per gli esperti i vaccini antinfluenzali rappresentano un grosso risparmio per il servizio sanitario nazionale: a fronte di un costo annuo di 76 milioni di euro si otterrebbero risparmi in spese per assistere i malati di circa 746 milioni di euro. La ricerca lavora ogni giorno su nuovi virus e mutazioni: nel 2012, sempre secondo l’Oms, le multinazionali erano al lavoro su farmaci per 31 diverse malattie, anche se non tutti destinati al commercio.
L’ultimo «affare» per le case farmaceutiche è il vaccino per l’Ebola. Finché il virus era confinato in Africa, nessuno aveva interesse a combatterlo perché veniva considerato una malattia che colpiva solo popolazioni povere, quindi non redditizia per l’industria. Ora che Ebola è sbarcato in Occidente le multinazionali hanno fiutato l’affare, e si è scatenata la corsa a studiare il vaccino per debellare il temuto virus, con protocolli sperimentali spesso finanziati anche da fondi pubblici. E quanti soldi sono stati spesi - inutilmente - nel 2010 per l’Influenza A? Si aspettava una pandemia che fortunatamente non è mai arrivata e i Paesi, Italia compresa, hanno fatto incetta di dosi. Comprandone a milioni, nella convinzione che per debellare il virus sarebbero servite due iniezioni a testa, poi rimaste inutilizzate. L’Italia ne acquistò 48 milioni di dosi: 330 milioni di euro gettati al vento, anzi finiti nelle tasche di chi li aveva prodotti. Anche l’influenza suina, nel 2009, è stata una manna per i colossi del farmaco.
Affari floridi, insomma. Nonostante le teorie - infondate per la comunità scientifica - che mettono in correlazione la diffusione dei vaccini con l’insorgere di malattie, prima tra tutti l’autismo.