Andrea Greco, Affari&Finanza – la Repubblica 24/11/2014, 24 novembre 2014
BANCHIERI E BANCARI A CHI TOCCA L’AUSTERITÀ
Ma i banchieri italiani guadagnano poco o tanto? Dipende. Dai termini di paragone, dalla creazione di valore, dalla capacità di tenere vivo e utile il settore. Bankitalia, nel recepire i criteri della Crd IV europea, ha dato indizi: «I compensi dovranno contribuire a contenere i costi, per esigenze patrimoniali e di redditività». Detto male: con bilanci magri e Roe all’1% non fate gli esosi. Tra le novità rilevanti, quella che mitiga la parte variabile dei risk takers (Lehman docet) e le misure retroattive che legano i bonus a dati di gruppo e singole condotte. Passato il tempo in cui un banchiere prendeva 9,4 milioni l’anno (Alessandro Profumo, 2007), o 5 medi. E le buonuscite erano vitalizi: 37 milioni a Matteo Arpe (2007), 23 a Cesare Geronzi (2007, ma bis nel 2011), 40 a Profumo (2010). Per tacere di stock options tassate al 12,5% (molti milionari a Intesa Sanpaolo e Mediobanca prima del 2008). Ora si traccheggia sui 2 milioni. Bankitalia, da anni critica, censisce 100 banchieri oltre il milione. Profumo, che negozia per l’Abi il nuovo contratto, ha detto che i banchieri nostrani sono i meno pagati d’Europa, con rischi di condotte opache. Ma Fiba, Fabi e Fisac invocano un taglio del 30% delle alte retribuzioni, per dare l’esempio mentre si chiedono ai bancari sacrifici su scatti di anzianità e Tfr. Ps: per i dati Abi-Prometeia i bancari italiani sono i più pagati d’Europa. E via così, verso il vuoto, ognuno contando i soldi degli altri.
Andrea Greco, Affari&Finanza – la Repubblica 24/11/2014