Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 23/11/2014, 23 novembre 2014
MANAGER, CONTI E POTERI: TUTTI I MISTERI DEL CASO MPS
ROMA Giù dalla finestra di schiena. Ecchimosi sotto ascelle e cosce. Un buco a triangolo sulla testa. E sul selciato nessun oggetto. Solo l’orologio, volato però giù in ritardo rispetto al corpo, dal palazzo del Monte dei Paschi di Siena. Che strano suicidio quello di David Rossi, braccio destro dell’ex presidente Mps e poi Abi, Giuseppe Mussari, travolto dallo scandalo di Rocca Salimbeni. Riparte da lì, stasera, Milena Gabanelli, per raccontare con un’inchiesta di Paolo Mondani, la vicenda della banca più antica del mondo, svuotata dai manager condannati a 3 anni e mezzo, salvata dai contribuenti con un prestito da 4 miliardi di Monti-bond, e ora di nuovo in cattive acque. Emerge una storia di potere, speculazioni azzardate, ma soprattutto di occhi chiusi e bocche tappate. Per sempre, quella di David Rossi, che aveva paura, mandava mail dicendo di voler andare dai magistrati, di essere stato tradito
da un amico, e secondo la moglie non si è suicidato come invece ha stabilito l’inchiesta. A distanza di 2 anni e mezzo, Report ripercorre le tappe della débâcle del Mps, bocciato di recente dalla Bce, per 2,1 miliardi di euro di capitale mancanti dai bilanci. L’emorragia di fondi bruciati in sponsorizzazioni, gestione immobiliare fallimentare, trucchi e intrighi, nati all’ombra di quello che a Siena è definito «Groviglio Armonioso»: l’intreccio di politica, banca, chiesa, istituzioni. Inclusa la truffa dei derivati tossici Alexandria e Santorini che vengono iscritti nel bilancio, mascherati da Btp. Lo denuncia in modo chiaro Milena Gabanelli: «Montepaschi ha in pancia Alexandria e Santorini. Per evitare di scrivere le perdite in bilancio, nel 2009, vanno da due banche, Nomura e Deutsche Bank, e rifanno il contratto. Per tappare il buco da 500 milioni, si espongono per 5 miliardi, però nel bilancio possono scrivere che il buco non c’è. Ma i 5 miliardi poi li deve tirar fuori la banca che già è gestita male. È il colpo di grazia. I vecchi vertici vanno a processo, ma i contratti continuano. I nuovi, l’ad Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, possono non scoprire il drenaggio di liquidità? Loro dicono che lo scoprono solo a ottobre 2012, quando aprendo la cassaforte ci trovano il contratto». In realtà, ricostruisce Mondani, tutti sapevano.
La Banca d’Italia comunica i particolari dei derivati al presidente della Consob Giuseppe Vegas, già nel giugno 2012. Lui lo dice ai mercati solo dopo 7 mesi. Ma c’è di più. All’ultimo bilancio Mps, la Consob, in un documento interno che Report mostrerà, dice che la mancata contabilizzazione dei derivati fa apparire la banca più solida di quello che è. «Cosa avrebbe dovuto fare la Consob? Obbligare Mps a mettere a posto
il bilancio e informare il mercato — spiega Gabanelli — lo farà quando ormai è troppo tardi». Per risanare, 5 mila dipendenti sono stati mandati a casa e 2 mila ci andranno. Per i top manager,
salvo Profumo, stipendi doppi.