Massimo Gaggi, Corriere della Sera 23/11/2014, 23 novembre 2014
BILL COSBY RIPUDIATO ANCHE DALLE TV LA CADUTA DEL PADRE NERO D’AMERICA
DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK Fuori dal teatro un piccolo gruppo di manifestanti agita i suoi cartelli: «Lo stupro non è uno scherzo». Dentro il 77enne Bill Cosby, imperturbabile, torna sul palcoscenico dopo le nuove accuse di violenze sessuali che avrebbe commesse alcuni decenni fa: una performance teatrale di 90 minuti completata senza incidenti e, anzi, tra ovazioni del pubblico. Perché gli spettatori del King Center di Melbourne, in Florida, si sono spellati le mani nonostante la gravità dei fatti attribuiti al celebre attore?
L’atteggiamento ondeggiante dell’America su un «caso Cosby», che non è certo esploso ieri, ha varie motivazioni: l’incredulità davanti ad accuse difficili da dimostrare spesso mosse contro gente ricca e famosa solo per estorcere loro del denaro; le denunce a scoppio ritardato di fatti che sarebbero avvenuti in tempi ormai remoti; l’idea che quando una celebrity corteggia e poi si distacca da una persona comune può mettere in moto meccanismi psicologici difficili da giudicare con un metro normale.
Quello di Bill Cosby, però, è un caso straordinario da molti punti di vista: il primo è quello della quantità e della varietà delle accuse che gli sono state mosse negli anni: fino ad oggi sono 18 le donne che si sono fatte avanti accusando il comico di averle stuprate o di aver tentato di farlo tra il 1967 e il 2004. E non si tratta, nella maggior parte dei casi, di accuse formulate solo di recente: la storia va avanti almeno da una decina d’anni. Da quando, cioè, affiorate le prime accuse di Andrea Costand, la stampa cominciò a occuparsi del caso. Tra il 2005 e il 2006 numerosi giornali, compresi Newsweek e People , descrissero i comportamenti del Bill Cosby «molestatore» e lo stesso fece qualche trasmissione televisiva come il Today Show nel 2005. In quello stesso anno fu addirittura pubblicato un saggio («Is Bill Cosby Right?», scritto dal sociologo della Georgetown University Michael Eric Dyson) sui comportamenti discutibili dello showman e sulla sua percezione da parte del pubblico.
Perché, allora, solo di recente, davanti alle nuove accuse, le reti televisive Usa hanno deciso di sospendere o posporre spettacoli di cui Cosby sarebbe stato protagonista?
I motivi sono tanti e vanno dal comportamento delle presunte vittime che spesso non hanno insistito nelle loro accuse, alla durezza con la quale si sono mossi gli avvocati di Cosby contro il quale, va detto, non è mai stato intentato un procedimento di rilevanza penale: in qualche caso i legali hanno messo a tacere le donne che accusavano l’attore con cospicui indennizzi, in altri hanno minacciato di trascinare in tribunale i giornali che indagavano: è successo nove anni fa al National Enquirer che accettò di sostituire un’inchiesta con testimonianze dirette di alcune vittime con un’intervista a Cosby nella quale l’attore ammetteva solo qualche «marachella» per la quale aveva chiesto scusa alla moglie, liquidando tutto il resto come semplici tentativi di ricatto.
Ma il motivo più profondo, e per certi versi più doloroso, è forse un altro: l’America non ha mai voluto credere alle accuse contro un attore che è non solo si è fatto amare entrando nelle case di tutti, ma che col suo celebre «Cosby Show» (conosciuto in Italia come «I Robinson»), una sitcom con al centro le storie di una famiglia nera del ceto medio, è diventato un monumento vivente della convivenza pacifica tra razze diverse, il cantore dell’integrazione dei neri nella società americana. Il «Cosby Show» è stata la prima trasmissione per il pubblico afroamericano che piaceva anche ai bianchi.
Certo, era un’interpretazione buonista di un’America che si fatica a trovare nella realtà: medici e avvocati neri con pazienti e clienti tutti bianchi. Ma alla gente piaceva illudersi e la diffusione di questo messaggio rassicurante era considerata utile.
Anche per questo le storie oscure di Bill sono state spazzate sotto il tappeto. Fino a quando la spazzatura ha cominciato a tracimare mentre il vecchio totem, persa la sua efficacia di «messaggero», è diventato improvvisamente attaccabile.