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 2014  novembre 22 Sabato calendario

«INCUBO FINITO, MA NON RIESCO A GIOIRE»

ROMA L’accusa aveva contorni di quelli assai pesanti: estorsione aggravata. Sandra Lonardo Mastella era stata imputata cinque anni fa dal tribunale di Benevento, con il più grande dei suoi due figli, Elio. E adesso quel tribunale l’ha scagionata insieme a suo figlio, con formula piena.
«Anche ad aprile c’è stata un’altra assoluzione, passata in sordina: io e mia moglie siamo stati assolti dal tribunale dall’accusa di corruzione perché il fatto non sussisteva», puntualizza Clemente Mastella con addosso l’angoscia di chi si è sentito messo alla gogna, senza motivo.
Sandra Mastella ha invece la voce quasi rotta dal pianto quando le si chiede di questa assoluzione: «Non riesco a gioire, perdonatemi. Sono sette anni che tutta la mia famiglia è stata messa sotto accusa e crocifissa, senza che noi si avesse fatto nulla. Mio marito è stato ucciso politicamente. Esisteva un partito che non esiste più. No, non riesco ad essere felice».
Clemente e Sandra Mastella sono due fiumi in piena. Lei, la bella signora del consiglio regionale tira fuori la storia di San Filippo Neri per far capire la sua pena: «C’è un calunniatore che va a confessarsi da San Filippo Neri e cerca di sminuire la sua colpa. Allora San Filippo gli dice: bene prendi un pollo e spennalo andando a spasso per il paese. Poi torna. Il calunniatore ubbidisce e quando torna da San Filippo chiede cosa deve fare. Il santo risponde, serafico: rimetti tutte le piume sul pollo. Ovviamente non è possibile. Ed è così che si capisce cosa sia davvero la calunnia. Chi me le ridà tutte le mie piume?».
La signora Mastella trattiene a fatica il pianto ma non le parole: «Io nella mia vita non ho mai fatto nulla. Questa è solo una delle accuse. E ormai da sette anni che sopportiamo gli sguardi di chi ha sospetti. Ho dovuto temere che addirittura i miei figli non credessero alla mia onestà, a quei valori che proprio io avevo insegnato loro».
Sandra Lonardo Mastella è stata costretta ad un obbligo di dimora a Roma per nove mesi per quell’accusa di estorsione aggravata attraverso la onlus Iside Nova, quella che per quattro anni a Benevento ha organizzato l’evento «Quattro notti e più di luna piena».
«Un evento, quello della mia onlus, che è stato oggetto di ben cinque tesi di laurea», dice oggi lei, ricordando che durante quei mesi romani ha avuto attorno tanta solidarietà dai cittadini della capitale. E aggiunge: «Senza quei romani che mi offrivano ogni mattina il caffè al bar, o quei ristoratori che non volevano farmi pagare i pranzi, non so se sarei stata capace di andare avanti».
Non riescono ad essere felici di questa assoluzione Clemente e Sandra Mastella. «Penso che in questo Paese la magistratura dovrebbe fare un bel patto con la politica. Dovrebbero stringersi la mano», dice ancora lei, prima di esprimere un desiderio.
«Mi piacerebbe una legge che proibisse ai giornali di crocifiggere un indagato o un accusato prima di una certezza della colpa. O, almeno, una legge che obbligasse a dare con lo stesso risalto che aveva avuto l’accusa anche la notizia dell’assoluzione. Le assoluzioni, invece, spesso non compaiono nemmeno nei titoli di coda».
Non si da pace Sandra Mastella: «Adesso di quel castello di accuse cominciate sette anni fa è rimasto soltanto un ultimo troncone al tribunale di Napoli. Ho fiducia che finirà tutto al meglio. Ma a noi chi ci ridarà le nostre piume?».