Glauco Maggi, La Stampa - TuttoSoldi 24/11/2014, 24 novembre 2014
SMENTITI GLI ANALISTI, WALL STREET CRESCE ANCORA
Le azioni Usa stanno smentendo gli analisti per come stanno chiudendo positivamente anche il 2014, terzo anno di fila in crescita sia pure in mezzo a fasi di alta volatilità.
In dollari, l’Etf Spdr 500 di piazza Affari dà il 23% da gennaio, ma gli investitori in euro devono scontare una perdita valutaria di circa il 10%, poiché il cambio è calato da 1,37 dollari per euro a 1,24 del 20 novembre.
Continua invece il momento critico dell’oro, nelle recenti sedute a 1183 dollari l’oncia sui minimi da 4 anni. Martedì scorso il metallo prezioso ha così celebrato in tono dimesso il decimo compleanno del suo primo Etf, l’Spdr Gold Trust, quotato a Wall Street dal 18 novembre del 2004. L’aspetto principale del bilancio dei primi 10 anni dell’Etf «d’oro» non riguarda tanto il presente declino, che non ha cancellato del resto la positiva rivalutazione dal suo primo prezzo a quello di oggi: un’azione dell’Etf appena nato costava 44 dollari, oggi ne vale 114, circa +150%.
Ma se la crescita sui 10 anni c’è stata, e significativa perché ha battuto sia l’indice Standard & Poor’s 500 delle azioni Usa (aumentato del +110% circa) sia la media dei titoli del Tesoro americani (+70% circa), ciò che il primo Etf in oro ha prodotto è stato un risultato strategico destinato a durare: la trasformazione della percezione della preziosa commodity tra gli investitori individuali. Protagonisti della «rivoluzione» sono stati i dirigenti del World Gold Council (Wgc), associazione di società che gestiscono il business delle miniere. In quel momento l’oro era crollato a un livello molto basso di popolarità, e al Wgc cercavano idee per rivitalizzare gli affari.
Ma come facilitare gli acquisti e le vendite del metallo fisico in un mercato già operativamente complicato per motivi legali e pratici, ristretto com’era agli scambi delle monete o delle barrette di metallo da tenere nelle cassette di sicurezza? Gli Etf non erano il prodotto di massa oggi molto conosciuto e utilizzato da investitori privati e istituzionali per comprare titoli, ma al Wgc non sfuggì la potenzialità che gli Etf potevano avere anche nel rilancio del metallo prezioso presso un pubblico nuovo. «Siamo riusciti a fare dell’oro un prodotto popolare nelle famiglie poiché chiunque lo poteva comprare e vendere», ha detto al Wall Street Journal Stuart Thomas, direttore operativo del Wgc che partecipò alla creazione dell’Etf. Fu il boom. Il prezzo dell’oro si moltiplicò per quattro nei primi sette anni di vita del Spdr Gold Trust, grazie alle sottoscrizioni: ogni investimento in un Etf, infatti, si traduce nell’acquisto del sottostante.
Partito con otto tonnellate d’oro nel novembre di 10 anni fa, per un valore di 115 milioni di dollari, il «patrimonio» fisico dell’Spdr Gold Trust, a copertura degli Etf in circolazione, è balzato al suo massimo storico il 7 dicembre del 2012.
Quel giorno raggiunse 1353 tonnellate, più della banca centrale svizzera (1040 tonnellate) e di quella russa (958). In dollari di valore, il picco è stato di 50 miliardi nell’agosto del 2011, grazie alla corsa all’oro durante la Grande Depressione degli anni precedenti. Poi il declino ai 27 miliardi di oggi.