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 2014  novembre 24 Lunedì calendario

ADDIO VECCHIA OLIERA AL RISTORANTE È D’OBBLIGO IL TAPPO ANTI RABBOCCO

ROMA.
Inutile cercarle sul tavolo di ristoranti, pizzerie e bar. Da oggi le vecchie oliere non esistono più. Al loro posto tecnologici contenitori dotati di tappo anti-rabbocco che diventano, ufficialmente, i raccoglitori per l’olio extra vergine d’oliva. Quelle panciute fiaschette, che per anni ci hanno fatto compagnia, saranno buone solo per il museo del vintage. A stabilirlo è la legge europea 2013 bis (pubblicata sul numero 83 della Gazzetta ufficiale 261) che stabilisce anche sanzioni molto salate per i trasgressori. Per tutti coloro che non si adeguano immediatamente la multa può arrivare sino a 8 mila euro. Il rabbocco viene salutato come una novità anti-furbetti: lo scopo della norma è soprattutto impedire che le bottiglie siano riempite di prodotti diversi da quelli indicati dall’etichetta. Non solo. A guadagnarci sarà anche il gusto: pare che sul fondo delle care vecchie oliere si depositassero residui stantii (dal sapore poco gradevole) che pochissimi provvedevano ad eliminare coscienziosamente. A salvarsi dalla rivoluzione saranno solo le oliere usate per scopi di cucina e per le preparazioni dei pasti.
Per tutto il resto addio rabbocco: contenitori etichettati e che potremo definire a prova di scasso. Il nuovo dispositivo di chiusura, infatti, impedisce che il recipiente possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e saranno dotati di un sistema di protezione che non ne permette il riuso una volta esaurito il contenuto originario. Quello indicato nell’etichetta, per intenderci. Ma c’è dell’altro. L’articolo 18 della Legge comunitaria impone anche l’indicazione del termine “miscela” per gli oli originari di più di uno stato membro della Ue. Questo per evitare l’uso della griffe “made in Italy” per oli non interamente prodotti in Italia.
Sono molti ad esultare per il de profundis dell’oliera. «Ci sarà meno olio con il passamontagna in circolazione», ha commentato il presidente di Unaprol (Consorzio olivicolo italiano), David Granieri, «è un gesto di civiltà ma soprattutto di tracciabilità del vero olio d’oliva italiano che d’ora in poi potrà competere con i criteri della qualità sulle tavole dei consumatori». Soddisfatti anche in casa Coldiretti. «Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici salvaguardia un prodotto base della nostra dieta mediterranea», ha dichiarato il presidente Roberto Moncalvo, «che offre un contributo determinante alla salute dei cittadini che può offrire importanti sbocchi per l’occupazione e opportunità di sviluppo sostenibile». Il futuro del olio può regalarci però ancora qualche sorpresa. È infatti prevista una più accentuata rilevanza cromatica per l’etichettatura di quegli oli che sono prodotti con miscele provenienti da uno o più stati diversi. Le varie norme a tutela dell’extravergine made in Italy arrivano in un momento particolarmente delicato per la produzione nazionale che, quest’anno, dovrebbe scendere del 35 per cento. Una produzione attorno a 300mila tonnellate, secondo la Coldiretti. «In queste condizioni il mercato europeo dell’olio di oliva — allerta Moncalvo — con produzioni stimate attorno a 1,85 milioni di tonnellate rischia di essere invaso da produzioni che arrivano dal nord Africa e dal Medio Oriente e che non sempre hanno gli stessi requisiti di qualità e di sicurezza». Sono infatti aumentate, nell’ultimo anno, le importazioni di olio d’oliva dall’estero del 45 per cento. Ma almeno, grazie alle nuove norme, sapremo riconoscerle.
Irene Maria Scalise, la Repubblica 24/11/2014