Carlo Antonio Biscotto, il Fatto Quotidiano 23/11/2014, 23 novembre 2014
L’ENIGMA CHE METTE IN GINOCCHIO LA CIA
Kryptos, dal greco «celato», è una scultura dell’artista statunitense Jim Sanborn che si trova nel quartier generale della Cia a Langley, Virginia, dal 3 novembre 1990, giorno della posa. Non è una qualunque opera d’arte, ma un vero e proprio enigma crittografato che da quasi un quarto di secolo è motivo di riflessione e curiosità per gli impiegati della Cia e i criptoanalisti impegnati a decifrarne il significato.
La scultura, in granito, ardesia, quarzo, legno pietrificato, magnetite e rame, si trova nel lato nord-ovest del cortile della nuova sede della Cia, ha la forma di una “S” disposta verticalmente e ricorda vagamente un tabulato che emerge dalla stampante o il monitor di un computer sul quale scorre un testo. Il testo cifrato consiste di 26 caratteri dell’alfabeto latino più il punto interrogativo e contiene quattro diversi messaggi, ciascuno dei quali codificato con un cifrario diverso. Tema della scultura: «intelligence gathering» ovvero «raccolta delle informazioni».
Nel 1999 – a nove anni dall’inaugurazione – gli appassionati di Kryptos avevano decifrato tre dei quattro messaggi. In realtà i crittoanalisti della National Security Agency ci erano riusciti già nel 1993, ma non avevano divulgato la loro scoperta. Da allora è rimasto il quarto e ultimo messaggio composto da appena 97 caratteri che ha impegnato in tutti questi anni, senza successo, matematici, linguisti, enigmisti e crittografi. Ovviamente non sono mancate le rivendicazioni, ma finora nessun ha trovato la chiave. Vista l’incapacità di brillanti criptoanalisti di arrivare alla soluzione, nel 2010 Jim Sanford ha fornito un indizio: i caratteri dal 64° al 69° dell’ultimo pannello compongono la parola “Berlin”.
Un bell’aiuto non c’è che dire. Eppure – nonostante il generoso intervento dello scultore – tutti hanno continuato a sbattere la testa contro un muro apparentemente impenetrabile. Così qualche giorno fa – mosso a compassione - Sanborn ha deciso di fornire un altro indizio sotto forma di altri cinque caratteri (dal 70° al 74°) che formano la parola “clock” – orologio. In sostanza dal carattere 64 al carattere 74 quello che si legge è “Berlin clock”.
A Berlino – guarda caso – esiste un orologio, chiamato in inglese Berlin clock – che è esso stesso un enigma. Fornisce l’ora secondo la teoria degli insiemi tramite quattro file di caselle colorate luminose. Ma il mistero rimane anzi si fa ancora più fitto. Quando gli hanno chiesto se il nuovo indizio faceva riferimento all’orologio di Berlino, Sanborn ha risposto: “ci sono molti orologi interessanti a Berlino”. Potevano mancare i complottisti? Dieter Binninger, creatore dell’orologio di Berlino, è morto misteriosamente nel 1991. Assassinato? E da chi? Sanborn, oggi 69enne, se la ride: “Credo che la parola Berlino abbia messo molti sulla strada sbagliata”: E intanto Sanborn ha messo in palio la “strabiliante” somma di 50 dollari per il primo che risolverà il puzzle.
Carlo Antonio Biscotto