Paolo Berizzi, la Repubblica 23/11/2014, 23 novembre 2014
PROGRAMMI FOTOCOPIA FERILLI, PUPO E ALTRE STAR ORA LA TV ALBANESE PROVA A INVADERE L’ITALIA
Se siete snob televisivi, cultori della raffinatezza a ogni costo, dietrologi o amanti dello stereotipo dei barconi al contrario, non leggete questo pezzo. Altrimenti seguiteci a Tirana ed entrate con noi negli studi albanesi di Agon Channel Italia. Scena uno. Nel guscio giallo luna-park dello studio 3 Pupo prova a far vincere qualche migliaia di euro ai concorrenti vip Walter Nudo e Maria Teresa Ruta. Scena due. Al piano superiore, nel loft in stile Cnn, sir Antonio Caprarica, direttore delle news, s’aggiusta abito gessato e cravatta salmone per le foto promozionali. Scena tre. A metà pomeriggio su un video gigante spunta lui, il Becchetti, the boss, già F. B. e molte cose così “differenziate” da renderlo elettrico, berlusconianamente insonne («dormo tre quattro ore»). È in videoconferenza da Londra. Pizzo, capelli impomatati, concetti basici. “Tu” empatico e modi informali da battutaro romano. «Non mi pongo limiti», annuncia prudente Mister Agon, al secolo Francesco Becchetti. «Creo lavoro, sono editore e ho una squadra di calcio (Leyton Orient, terza categoria inglese, ndr). Ma non mi chiami né Berluschino né Cairo. Io non mi paragono». E già: come si fa. Mica viene il dubbio.
L’uomo dei rifiuti e delle energie rinnovabili (con la Becchetti energy group). Il nipote (anche d’arte) del re di Malagrotta Manlio Cerroni, arrestato per la megatruffa della discarica più grande d’Europa. Un tempo Becchetti, 48 anni, Bek per gli amici inglesi, era solo il nipote scaltro, il precursore d’Albania («sono qui dal ‘93») dove le eco-balle romane le ha portate e riciclate («l’idea c’è venuta a me e a mio zio»). Ora è il primo editore, non puro, di una tv italiana delocalizzata. Qui a Tirana, capitale della sua America dove i costi di produzione sono pure loro, “ecosostenibili”. «Ragiono da imprenditore ma seguo l’istinto. Visto gli studi? Ci ho buttato 40 milioni in questa sfida. Voglio lanciare un segnale, bisogna osare». Il segnale Agon Channel Italia lo accenderà dal 1 dicembre sul canale 33 del digitale terrestre. «Albeggia», «agon», in albanese.
La Cologno Monzese di Becchetti è tra i capannoni della periferia industriale di Tirana. Entri ed è come rituffarsi nella gioiosa plasticità della televisione commerciale italiana di inizio anni Ottanta. Più Roma che Milano, ovviamente. «Aho, ma che stai a ‘dì?», declama un montatore. Mezzi e tecnologie non sono al risparmio. Tre studi di registrazione dove ruotano una ventina di programmi tra informazione e intrattenimento (tg da 10 minuti, niente film, tanti talent e un reality sul calcio). Due sale regia. Otto sale montaggio. Un lungo corridoio con camerini e mensa sempre aperta. «In Italia la tivù generalista soffre, io la voglio rilanciare».
Si respira un clima avventuroso, da sbarco. Concetto che in altre epoche qui ha conosciuto declinazioni meno liete. 450 dipendenti (50 italiani), dirette no stop, uno studio per le news arredato con Times Square in 3D intorno al tavolo girevole. «Sarà bellissimo», dice Caprarica. «Velocità, sintesi e apertura sul mondo».
Perché questo clamore? In fondo è solo un nuovo canale che debutta sul digitale. Già. Ma Becchetti l’ha fatta grossa, o in grande, a seconda dei punti di vista: e, soprattutto, di come gli andrà. Primo: Agon, nel panorama del tubo catodico (quasi) tricolore, è un inedito. Prodotta in Albania (low cost), trasmessa in Italia. Secondo: l’intuizione madre. Croccante nella sua semplicità pop (qualcuno dirà banalità). Ingaggiare artisti, giornalisti italiani. Nomi noti nel nostro Paese che non trovano più gli spazi di un tempo. E per i quali la trasferta albanese può diventare occasione di riscatto o comunque opportunità, anche economica.
In ordine sparso: Sabrina Ferilli, la star che condurrà il talk show intimista “Contratto”; Pupo a cui è stato affidato il settore game (conduce il quiz musicale “Una canzone per 100mila”); Maddalena Corvaglia che condurrà il talent “My Bodyguard”, da cui uscirà una guardia del corpo con contratto assicurato (dicono che Becchetti di gorilla ne abbia in dotazione quattro); Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi; l’ex Inter Marco Materazzi che allenerà i calciatori in gara nel talent “Cleyton Orient” (in palio contratti con la squadra inglese di cui Bek è patron). E poi i giornalisti: Alessio Vinci, il primo a emigrare a Tirana, ancora in scuderia anche se non guiderà le news; Giancarlo Padovan (sport); Luisella Costamagna. In bilico (verso il basso) l’annunciata trattativa con Diego Abatantuono, Becchetti annuncia «ho pronto un altro grosso colpo!». Lo annuncerà questa settimana alla festa milanese del lancio ufficiale di Agon Italia: coinciderà con l’inizio della prima diretta.
Qualche polemica c’è già. Lo hanno accusato di copiare la tv italiana. Ma va? Che scoperta. Il “Krasta Show” condotto da Adi Krasta, il Fazio albanese, ricorda “Che tempo che fa”. “Ca Thu...?!” fa venire molto in mente “Striscia la notizia” (se poi c’è stato ospite Enzo Iachetti figuriamoci). Il talent sul calcio è nel solco di roba già vista su Italia 1 (“Campioni”) ed Mtv (“Calciatori”). Ma in fondo che importa. Il giochino, anche se Becchetti parla di «innovazione», sta proprio qui.
Distribuisce entusiasmo. A suo modo si sente un benefattore. «I dipendenti albanesi con me prendono il doppio dello stipendio medio nazionale (300-400 euro). E quelli italiani hanno stipendio italiano». Furbacchione? Neo-colonizzatore? Certo se non è matto uno che investe 40 milioni in una televisione di questi tempi, chi lo è? «Sono anti-ciclico. Bisogna avere coraggio. Ma anche grosso rispetto per i lavoratori. Lo dico al premier Renzi». Zio Manlio Cerroni è stato anche lui editore con l’emittente locale Roma Uno. Il nipote l’ha superato. Forse era tutto già scritto. «A 4 anni respiravo l’odore dei rifiuti e mi piaceva. Poi è venuto tutto il resto, l’energia, il calcio, la televisione». In onda.
Paolo Berizzi, la Repubblica 23/11/2014