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 2014  novembre 23 Domenica calendario

“I DEPUTATI MI INSULTANO MA VOGLIONO I MIEI PALAZZI AFFITTO ALLE MIE CONDIZIONI”

[Intervista a Sergio Scarpellini] –
ROMA.
La politica l’ha descritto come un irresistibile magnete di finanze pubbliche. Milioni, decine di milioni per affittare i suoi palazzi alla Camera. Contratti salatissimi, stracciati in fretta e furia dal Parlamento qualche mese fa. Poi, all’improvviso, il colpo di scena. I gruppi tornano a bussare alla porta di Sergio Scarpelllini. A sorpresa, vogliono affittare di nuovo alcuni dei suoi uffici.
«Li dovrebbe vedere. Tutti arredati, dove li trovano così?»
Che succede, Scarpellini? L’hanno contattata?
«Ancora no. Ormai se ne parla la settimana prossima, a partire da lunedì. Ci sarà un incontro con i sindacati, i miei dipendenti e i loro».
Andiamo con ordine. Era diventato il simbolo dei costi della politica. Ora la Camera torna a bussare alla porta della sua società “Milano 90”. Una vittoria, no?
«Non è questo il punto. Hanno detto un sacco di stupidaggini su di me. Mi hanno fatto diventare uno strumento politico. Ma lo sa che per realizzare il progetto con la Camera ho fatto una permuta di negozi che erano miei, in modo da avere l’ultimo piano di uno dei palazzi? Pensi a quanti soldi ci ho rimesso...».
Non esageri. Ha guadagnato un sacco di soldi, Scarpellini.
«Nessuno dice che io, tra il 2008 e il 2014, ho pagato 120 milioni di tasse e contributi?».
In ogni caso, due giorni fa i gruppi di Montecitorio hanno chiesto di sondarla. All’unanimità, compreso il Movimento cinque stelle.
«Senta, lei dovrebbe venire a visitare questi uffici. Vedrebbe come li abbiamo cambiati. Tutti arredati, dove li trovano così? Io penso davvero che ogni cosa si combinerà».
Stiamo al punto: le proporranno di affittare solo una parte dei suoi palazzi...
«Non posso accettarlo».
Scarpellini, aspetti: le proporranno di affittare solo Palazzo Marini 3, prevedendo uno sconto del 25% e un contratto della durata di sei anni, rinnovabile.
«Le ripeto, questo non posso accettarlo: ci sono Palazzo Marini 3 e Palazzo Marini 4. Non possono spezzare le due cose, non sono scindibili. Io, fra l’atro, avevo già fatto una controproposta, abbattendo i canoni. Avevo proposto un affitto al 38% in meno».
Ma scusi, non pensa ai lavoratori?
«E infatti! Ieri ho incontrato i ragazzi, con alcuni di loro lavoro da vent’anni. Ho detto loro che ho altre offerte importanti, ma che non vendo perché voglio sistemarli. Da quando lavorano qui hanno fatto duecentoventi figli. Duecentoventi! Insomma, è un problema soprattutto sociale che io sento tantissimo».
Quindi adesso la Camera la contatterà. E partirà la trattativa.
«Vedremo. Io credo che la cosa si combinerà».
Sarebbe una buona notizia per i lavoratori.
«Speriamo davvero, così sarà un Natale carino per tutti».
t. ci, la Repubblica 23/11/2014