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 2014  novembre 22 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - UN’ASTRONAUTA ITALIANA NELLO SPAZIO


ROMA - È tutto pronto per il lancio del veicolo Soyuz che porterà nello spazio la prima astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. La navicella sarà lanciata verso la Stazione spaziale internazionale (Iss) dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakistan, alle 22.01 di domenica ora italiana e l’attracco è previsto sei ore dopo. Sull’Iss, Cristoforetti e i suoi due compagni di missione, il russo Anton Shkaplerov e l’americano Terry Virts, saranno accolti da un’altra donna, la cosmonauta russa Elena Serova.
Spazio, l’astronauta Cristoforetti: "Fiera di rappresentare la bandiera italiana"
La vigilia su Twitter. L’astronauta milanese si prepara alla partenza postando sul suo profilo Twitter (@AstroSamantha) foto, video e pensieri che lasciano capire tutta l’emozione. "Firmare qualunque cosa è parte della preparazione al lancio", scrive Cristoforetti, aggiungendo uno smile, e allegando una foto di lei che pone il suo autografo vicino a quello di tutti gli altri astronauti passati da lì prima di lei. E ancora un video del lancio del Soyuz accompagnato dalla frase: "Ancora una notte e poi saremo lì". Infine, un video della Agenzia Spaziale Europea che racconta l’attracco alla Stazione Spaziale Internazionale, che l’astronauta commenta: "Ed ecco cosa mi aspetta dopo le circa 6 ore di viaggio".
E alla vigilia del volo nello spazio, il premier Matteo Renzi scrive sempre su Twitter per sottolineare l’orgoglio dell’Italia dinanzi all’evento.
La 37enne Cristoforetti, capitano dell’Aeronautica militare italiana, è la prima donna assegnata a una missione di lunga durata dell’Agenzia spaziale europea (Esa). La sua missione, battezzata Futura, durerà circa sei mesi. Sarà la seconda volta nei 16 anni della storia della Stazione spaziale che due donne faranno contemporaneamente parte del suo equipaggio.
Orgoglio ed emozione. Rispondendo al messaggio di auguri del direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Jean-Jacques Dordain, Cristoforetti si è detta orgogliosa di rappresentare e di portare avanti l’Europa dello spazio attraverso la bandiera italiana: lo ha riferito il portavoce dell’Esa, Franco Bonacina. La missione di Cristoforetti, ’Futura’, è la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) nell’ambito dell’accordo firmato con la Nasa nel 1997.
I tre astronauti sono stati impegnati in incontri e colloqui, a partire dalla conferenza stampa: "Ci sono state moltissime domande per Samantha Cristoforetti", ha detto Bonacina, compresa la più prevedibile sull’essere la prima donna astronauta italiana. Cristoforetti ha risposto che il fatto in sé non la colpisce in modo particolare (se fosse stata la seconda o la terza per lei non sarebbe cambiato molto), ma che è orgogliosa di essere stata selezionata nel corpo astronauti dell’Esa e di poter essere un esempio per i giovani nell’intraprendere la strada dello spazio.
Alla conferenza sono seguiti altri colloqui più tecnico-scientifici, con gli esperti dell’Asi: è stata l’occasione per fare il punto sugli esperimenti previsti nei quasi sei mesi della missione. La serata è invece dedicata alla visione del film "Il sole bianco del deserto", lo stesso che vide Yuri Gagarin la sera prima del volo che lo rese il primo uomo nello spazio.

http://cinema.ilsole24ore.com/film/il-bianco-sole-del-deserto/
IL BIANCO SOLE DEL DESERTO
Nicolai Sukov, sergente di cavalleria appiedato, reduce dalla guerra ’17-’18, tornando a casa attraverso il deserto del Turkestan fra disagi e insidie d’ogni genere, scrive mentalmente lettere alla moglie Caterina colorando di menzognera poesia tutto quel che gli accade. Libera nove donne dell’harem del bandito Abdullà che questi non aveva fatto in tempo a massacrare, e scampa ad una serie di agguati tesigli dai banditi ribelli grazie alla inesauribile astuzia ed al valore per cui va famoso. In tale impresa lo aiuta, a prezzo della vita, l’ex doganiere zarista maresciallo Vareschtciaghin, col quale distrugge quasi tutta la banda di Abdullà. Dichiarate libere le donne, descrive loro scetticamente i vantaggi della nuova condizione e della nuova società nata dalla rivoluzione vittoriosa. Poi, rifiutando di servirsi del treno e di un cavallo che alcuni commilitoni gli mettono a disposizione, prosegue a piedi, solo e monologando con Caterina, il viaggio verso casa.

RENZI
Tutta Italia guarda al volo di @AstroSamantha con felicità e trepidazione. Orgogliosi della prima italiana nello spazio! #Futura42


http://www.repubblica.it/scienze/2014/11/22/news/spazio_cristoforetti_pronta_a_partire_sar_seconda_donna_su_iss_renzi_italia_orgogliosa-101148778/?ref=HREC1-11


DIDE
È quasi sempre sorridente, Samantha Cristoforetti, nelle foto che la ritraggono. Tranne quando è concentrata sul suo lavoro, perché il compito che l’attende non è semplice. L’aviatrice nata a Milano 37 anni fa domenica 23 novembre diverrà la prima astronauta italiana nello spazio e trascorrerà in orbita cinque mesi e mezzo. Per arrivare a questo eccezionale traguardo, naturalmente, ha dovuto affrontare lunghissimi periodi di studio e di addestramento. Prima all’Esa dove, nel 2010, assieme a Luca Parmitano ha preso il ’diploma’ da astronauta. Poi negli Stati Uniti, per sapere tutto quello che servirà sulla sua nuova casa, la Stazione spaziale internazionale. Infine in Russia, sul modulo Soyuz. Lunghi mesi durante i quali ha affrontato e superato brillantemente tutte le prove. Ecco un piccolo diario fotografico dei suoi passi verso questo straordinario successo, momenti condivisi con le migliaia di follower che la seguono costantemente sui social network

Un altro rituale: prima del decollo ogni astronauta pianta un albero lungo un viale del cosmodromo di Baikonur

SESSO NELLO SPAZIO
http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/scienza_e_tecnologia/sesso-nello-spazio/sesso-nello-spazio/sesso-nello-spazio.html
BENEDETTA PERILLI
ROMA - Nel 1961 Yuri Gagarin è il primo essere umano ad orbitare intorno alla Terra. Nel 1963 Valentina Tereshkova compie una missione di tre giorni a bordo di una navicella: è la prima astronauta della storia. Tanta strada è stata fatta da quel giorno. L’ultima missione risale allo scorso 4 luglio e per tredici giorni un equipaggio formato da quattro astronauti e due astronaute ha viaggiato nello spazio su un Discovery. Ormai è routine. Ma uomini e donne protetti dal buio dello spazio e accarezzati dalle stelle cosa fanno quando è ora di andare a dormire? É curioso scoprire a come non sia affatto facile scambiarsi anche un semplice abbraccio in assenza di gravità. Figuratevi il resto. A teorizzare possibilità e controindicazioni del sesso nello spazio ha pensato Jim Logan, fisico della Nasa, durante la conferenza NewSpace 2006, tenutasi lo scorso fine settimana a Las Vegas e sponsorizzata dalla Space Frontier Foundation.

Tanto per cominciare bisogna non dimenticare alcuni problemi pratici: il sesso nello spazio potrebbe essere più caldo e più umido di quello sulla Terra dato che in assenza di gravità il calore corporeo non viene disperso. Gli scienziati hanno dimostrato che il corpo ha una maggiore sudorazione nella microgravità e il mix di sudore e umidità potrebbe creare tante piccole gocce galleggianti nell’ambiente.

E ancora: la fisica dell’assenza di gravità comporta inoltre la fluttuazione dei corpi, ecco dunque che il più romantico bacio risulterebbe impossibile nello spazio e si dovrebbe ricorrere ad ingegnose soluzioni come l’ancoraggio del corpo alle pareti o al corpo dell’altro tramite delle tute speciali. C’è già chi, come la scrittrice americana Vanna Bonta, ha progettato il modello adatto: "2suit". Si tratta di due tute leggerissime, in velcro e zip, con il lato interno quasi trasparente per poter permettere un maggior contatto fisico. Ultimo fra i problemi, ma sicuramente non per importanza, potrebbe essere quello dell’erezione: in spazi di microgravità la pressione sanguigna è molto bassa e questo potrebbe comportare una leggera diminuzione della misura del pene.

"La fantasia - spiega ancora Logan - potrebbe essere molto superiore alla realtà ma nonostante questo inconveniente il sesso spaziale, così come altre attività biologiche nello spazio, potrebbero essere cruciali all’umanità". Potrebbe diventare nei prossimi secoli una frontiera da superare per evitare - sostiene qualcuno - addirittura l’estinzione della razza umana. "Il sesso a gravità zero non è solo una buona idea ma è sopravvivenza", sostiene la scrittrice Laura Woodmansen che nel libro
Sex in space tratta tutti gli aspetti della creazione: dal concepimento alla nascita del bambino spaziale.

Ma a ridimensionare le teorie della Woodmansen ci sono gli scienziati: la possibilità di portare a termine una gravidanza nello spazio per il momento è nulla. A partire dalla ventiseiesima settimana di gestazione la gravità è infatti un elemento fondamentale alla formazione della struttura scheletrica del feto. Questo potrebbe costituire un limite invalicabile anche per le teorie della colonizzazione del sistema solare e come unica soluzione gli scienziati prevedono la costruzione di ambienti a gravità artificiale. Alcuni anni si era stato ipotizzato un interesamente della Nasa su questo tema , con l’avvio di uno studio sul comportamento sessuale durante una missione nello spazio. Ma non vi furono conferme e lo stesso Logan, oggi, smentisce qualsiasi tipo di relazione fra la Nasa e le teorie del sesso spaziale.

Ma se non siete astronauti e desiderate passare una notte nello spazio fra le braccia del vostro amato, qualche speranza c’è. La Bigelow Aerospace, per esempio, ha progettato la prima camera da letto spaziale. Proprio la scorsa settimana è stata lanciata nello spazio una navicella con una stanza in miniatura, un modellino di quattro metri di larghezza che rappresenta in scala quello che sarà il primo resort spaziale composto da tante piccole stanze separate. La Genesis I, questo il nome della navicella, è partita sgonfia e si è gonfiata a 550 chilometri dalla Terra. Stando alla Bigelow, proprio grazie a questo sistema si potranno lanciare nello spazio, senza preoccuparsi del peso della struttura, coppie in cerca di nuovi orizzonti. L’idea dell’albergo nello spazio - parttorità dal multimilionario americano Robert Bigelow, già proprietario di una catena alberghiera - è ambiziosa. Lui promette di realizzarla nei prossimi anni. Intanto è possibile partecipare al lancio del secondo modellino, il Genesis II, mettendo una propria foto al suo interno per soli 300 dollari.

(25 luglio 2006)

ILMESSAGGERO.IT
Prima ci saranno le colonie sulla luna, e da lì partiranno le missioni verso Marte. Il progetto, che verrà sviluppato nei decenni a venire, è discusso in lungo e in largo, tranne che per un aspetto che viene sempre bellamente taciuto. Il sesso. Come si può immaginare che l’uomo possa volare nello spazio per anni e accettare di mettere radici su un altro pianeta senza mai tornare sulla Terra, e non pensare che vorrà fare sesso, procreare, crescere figli? Che senso avrebbe l‘esplorazione spaziale, se la razza umana dovesse estinguersi una volta arrivata su altri pianeti?

di Anna Guaita
NEW YORK – Prima ci saranno le colonie sulla luna, e da lì partiranno le missioni verso Marte. Il progetto, che verrà sviluppato nei decenni a venire, è discusso in lungo e in largo, tranne che per un aspetto che viene sempre bellamente taciuto. Il sesso. Come si può immaginare che l’uomo possa volare nello spazio per anni e accettare di mettere radici su un altro pianeta senza mai tornare sulla Terra, e non pensare che vorrà fare sesso, procreare, crescere figli? Che senso avrebbe l‘esplorazione spaziale, se la razza umana dovesse estinguersi una volta arrivata su altri pianeti?

La verità è che se del sesso non si parla, nella realtà le due agenzie spaziali americana e russa ci stanno pensando, eccome. Solo che in questo stadio si tratta di sesso fra animali: in particolare in questo momento la Roscocosmos, l’agenzia spaziale di Mosca, sta seguendo un satellite in orbita dal 19 luglio, che porta a bordo quattro gechi femmine e un maschio. I gechi sono impegnati in attività sessuali. E qui negli Usa c’è stato un momento di ilarità generale quando si è scoperto che il Centro Controllo aveva perso tracce del satellite. I comici televisivi della sera hanno riso molto alle spalle dei russi e dei loro gechi in amore, persi nello spazio.

Tuttavia Roscocosmos è riuscita a riprendere il controllo della navetta, il cui ritorno a terra è previsto per settembre. Il geco maschio e il suo harem di femmine sarebbero molto attivi, come risulterebbe dai filmati che a terra gli scienziati studiano attentamente. Roscocosmos spera anche che i gechi depongano delle uova, di modo che poi a terra si possa studiare come nascono e crescono i gechini frutto di accompiamenti spaziali.

I russi non sono nuovi a esperimenti del genere: nel 2007 mandarono altri gechi, e anche lumache, cavie e scarafaggi. Ma furono solo questi ultimi a dar loro qualche soddisfazione: la signora scarafaggia Nadezhda partorì, diventando così il primo animale a dar vita nello spazio. L’unica informazione che i russi hanno dato sulla prole spaziale è comunque di dire che “i piccoli sembrano essere più veloci degli altri”.

A parte risatine e battutine, tuttavia, il problema dell’attività sessuale in assenza di gravità, su navi spaziali che sono colpite da pericolose radiazioni, è un problema non solo scientifico ma anche morale: prima di immaginare una coppia che si unisca e crei nuova vita, bisogna assicurarsi che il sesso, il concepimento, il parto e la crescita non siano compromessi dall’assenza di gravità. Quel che è certo è che nell’ultimo decennio sia la Nasa che i russi si sono posti il problema. E se per ora sulla Stazione Spaziale tutti assicurano che non c’è stata nessuna attività sessuale, è chiaro che si sta cercando di immaginare come possa avvenire. Con i corpi che galleggiano liberamente, il sesso può essere difficile, nel senso che uomo e donna faranno fatica a restare uniti. C’è poi da considerare la possibilità di provare nausea, mentre l’eccesso di sudorazione renderebbe ancor più difficile tenersi stretti e infine c’è il serio il fatto che l’erezione potrebbe essere meno forte.

Se la Nasa e l’agenzia russa negano categoricamente di aver mai permesso attività sessuali nello spazio, e se assicurano di non averne programmate per l’immediato futuro, diverso potrebbe essere il quadro nell’ambito dell’esplorazione privata. Sia la Virgin Galactic del milionario britannico Richard Branson, che la SpaceX dell’americano Elon Musk sono andate avanti nei loro progetti e presto apriranno le loro astronavi a normali cittadini (molto ricchi) che abbiano voglia di guardare la Terra dall’alto. E c’è da scommettere che fra gli aspiranti astronauti della domenica ci sarà sicuramente qualcuno che vorrà aggiungere al brivido extraterrestre anche quello erotico.

Quanto agli scienziati, per ora si accontenteranno di studiare le gesta del geco, e delle sue compagne, nella speranza che la loro attivà spaziale dia vita a tanti gechini, possibilmente sani.

http://www.corriere.it/scienze/13_marzo_15/sesso-nello-spazio-mortale_9001416c-8d7c-11e2-b59a-581964267a93.shtml
Il viaggio verso Marte sarà lungo, molto lungo: circa 500 giorni, calcolano gli esperti. Inizierà probabilmente tra una quindicina d’anni la missione spaziale che porterà i primi astronauti sul pianeta rosso. Già prima, per il 2018, il multimilionario Dennis Tito, assurto all’onore delle cronache come primo «turista spaziale», prevede il lancio di navicelle abitate verso Marte con «turisti» a bordo. E poi, entro la fine del prossimo anno, Virgin Galactic intende offrire viaggi di due ore e mezza in orbita a quei passeggeri che se lo possono permettere. Ma uomini e donne protetti dal buio dello spazio, e con un mare stelle a fare da panorama mozzafiato, cosa fanno quando è ora di andare a dormire? La questione non è del tutto secondaria se si pensa alle possibili missioni di lunga durata: sesso nello spazio? Nessuno ha mai studiato come la riproduzione umana possa rispondere al cambio di gravità. Eppure, una nuova ricerca pare aver trovato delle risposte: il sesso nello spazio non è così piacevole come ci si potrebbe immaginare. Anzi, «può essere letale».

SPERMA E OVULI DANNEGGIATI - Non solo il sesso, ma la procreazione nello spazio è sempre stata una vera e propria ossessione per gli scienziati. Dalla Nasa hanno ribadito tutte le volte che l’incontro ravvicinato tra cosmonauti maschi e femmine fuori dall’atmosfera terrestre non si è mai realizzato - nemmeno in fantomatici test scientifici - sebbene in passato ci siano state numerose testimonianze a conferma di queste voci. Ciò nonostante, uno studio canadese indica ora che il sesso nello spazio può essere nocivo per la salute. Nello specifico, la ricerca è stata condotta sui processi di riproduzione nelle piante. Cosa dice? Che le variazioni del peso, ovvero l’assenza di gravità, influenzano seriamente i processi cellulari. E cosa succede nell’uomo? Lo sperma e gli ovuli potrebbero essere talmente danneggiati da sviluppare malattie anche mortali.

«TROPPO TRAFFICO» - In altre parole, ha spiegato la biologa Anja Geitmann dell’università di Montreal nello studio pubblicato sulla rivista PLoS ONE, «i nostri risultati offrono nuovi indizi su come si è evoluta la vita sulla Terra e sono significativi per quanto riguarda la salute umana, poiché gli “ingorghi del traffico” su questi percorsi cellulari - che esistono anche nelle cellule umane - possono a livello teorico causare il cancro e malattie neurologiche». La gravità, in sostanza, modula il traffico sulle «autostrade» intracellulari che garantiscono la crescita e la funzionalità dell’organo riproduttivo maschile nelle piante, il tubo pollinico. Geitmann ha spiegato al portale LiveScience.com come molte malattie neuronali -, tra queste il Parkinson, l’Alzheimer e la malattia di Huntington - siano tutte soggette a questo «traffico». «I ricercatori sanno già che l’uomo, gli animali e le piante si sono evoluti in risposta alla gravità terrestre, e anche che sono in grado di percepirla - aggiunge la studiosa -, tuttavia, quello che stiamo ancora cercando di scoprire è come sono influenzati i processi che avvengono all’interno delle cellule del corpo umano, e delle piante, dalla forza di gravità più intensa - che si trova su un pianeta di grandi dimensioni -, o da una situazione di gravità ridotta - come può essere una nave spaziale o una stazione orbitante», aggiunge la studiosa.

CONFINI SPAZIALI - Youssef Chebli, co-autore dello studio, sottolinea al portale Medical Dailyche «questi risultati hanno implicazioni per la salute umana poiché è probabile che si verifichino effetti simili nelle cellule umane, come i neuroni, in cui è fondamentale il trasporto intracellulare a lunga distanza». Non esiste un confine fisso che indichi dove inizia lo spazio, al di là della cosiddetta Linea di Kármán, dove cominciano – solo per convenzione, a circa cento chilometri di distanza della Terra – i confini spaziali.
15 marzo 2013 | 16:23