Nicola Imberti, Il Tempo 22/11/2014, 22 novembre 2014
MUSEI VATICANI IN VERSIONE GAY
«Diciamo che l’Apollo del Belvedere era un twink , il Torso del Belvedere un bear ». Probabilmente non avete capito niente. O magari, se siete avvezzi allo slang omosessuale, avete capito perfettamente. Per i neofiti spieghiamo che la parola twink indica un omosessuale particolarmente giovane con caratteristiche efebiche e piuttosto effeminato. Bear , al contrario, indica un omosessuale più nerboruto, magari con la barba.
Finita la lezione di linguistica passiamo all’arte. Michelangelo ha mixato il viso twink dell’Apollo insieme al corpo bear dal Torso. Il risultato è la figura del Cristo attorno a cui ruota l’intera rappresentazione del Giudizio Universale dipinta all’interno della Cappella Sistina. Se vi state chiedendo cosa c’entrano Michelangelo, la Cappella Sistina e questa lettura omosessuale dell’arte, la spiegazione è Quiiky , primo ed unico tour operator italiano specializzato nel turismo gay & lesbian.
L’idea è di Alessio Virgili che ormai da anni lavora per offrire una risposta all’altezza della crescente domanda di turismo LGBT nel nostro Paese. Una fetta di mercato che, secondo una recente ricerca Gfk Eurisko, spende ogni anno in Italia circa 2,7 miliardi di euro. Anche per questo, in vista di Expo 2015, Quiiky ha deciso di ampliare la propria offerta e di costruire dei tour per chi arriverà (la stima è di circa 2 milioni di omosessuali).
Tra questi una visita, «piuttosto inconsueta», dei Musei Vaticani (dove per l’appunto potete ammirare l’Apollo, il Torso e il Giudizio Universale). L’obiettivo è quello di raccontare quei particolari che in tanti omettono e che invece, chi viene in Italia «alla ricerca delle proprie radici», vorrebbe conoscere. Particolari che la guida che ci accompagna snocciola con delicatezza, mentre illustra le opere di artisti dai nomi altisonanti: Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Raffaello.
Ecco quindi il rapporto di amore tra Da Vinci (nei musei si trova solo il suo San Gerolamo, quadro incompiuto) e il suo «allievo» Salai. Il volto del «preferito» è stato ritratto nel Giovanni Battista (oggi custodito al Louvre) che, come se non bastasse, indica con il dito medio il cielo creando una forma eretta che, per alcuni, è un chiaro riferimento fallico. Forse addirittura un codice segreto.
E ancora il tormento di Michelangelo, gay e fervente cattolico, che si trovava a lavorare per una Chiesa che «condannava la pratica del rapporto sessuale, ma non la condizione di omosessuale». Certo, l’artista non si è fatto mancare nulla riempendo le sue opere di uomini nudi e generando anche un certo fastidio nei censori dell’epoca (Daniele da Volterra, Il Braghettone, deve la sua fama ai drappi disegnati postumi per coprire le nudità michelangiolesche).
Stando a questa insolita lettura dell’arte, nel Giudizio Universale, localizzati in secondo piano nell’angolo in alto a destra, ci sarebbero anche uomini che si baciano tra di loro per festeggiare l’assunzione in cielo. Mentre una citazione la merita anche la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso. Qui la cultura omosessuale c’entra poco. Piuttosto i due protagonisti vengono ritratti in una posizione che richiama quella di una fellatio . E sarebbe proprio quello il peccato punito da Dio: il sesso come semplice piacere.
Da Michelangelo e Caravaggio il passo è breve. Entrambi infatti sembrano testimoniare, attraverso le loro opere, un’inquietudine interiore. Il regista gay Derek Jarman, nel 1986, realizzò un film sull’omosessualità di Michelangelo Merisi. Ma qui la guida non si sbilancia. Certo, ci sono i numerosi ritratti di giovinetti, ma non ci sono prove certe del suo essere gay. Magari, come tanti artisti dell’epoca, Caravaggio utilizzava quelle figure, per dipingere i «preferiti» di committenti omosessuali. San Sebastiano, ad esempio, era un personaggio perfetto per riprodurre il corpo seminudo e sinuoso, in pose vagamente sensuali, di un amante. Chi avrebbe mai potuto censurare un’opera con soggetto religioso?
Dalle statue dell’imperatore Adriano e del suo amante Antinoo, all’eterosessualità dichiarata, e ostentata, di Raffaello (che pure nella fase finale della sua attività artistica realizzava donne «con corpi di uomini» ispirandosi allo stile dell’omosessuale Michelangelo), i Musei Vaticani in versione «gay friendly» sono una vera e propria scoperta.
La guida ci racconta che ultimamente, anche grazie alle aperture di Papa Francesco, «il turismo gay è aumentato. E tutti, gay o etero che siano, dopo aver visto i Musei, vogliono visitare San Pietro». Oggetto di «culto» la tomba di Cristina di Svezia. Il motivo? Nel 1933 Greta Garbo, icona omosessuale per eccellenza, fece un film dedicato alla Regina convertita al cattolicesimo. Le radici sono le radici.