Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 22/11/2014, 22 novembre 2014
DE MAGISTRIS, CHI LO FERMA PIÙ?
E adesso chi lo ferma più? Chi può riuscire ora a mettere un freno a Luigi De Magistris, galvanizzato dagli ultimi eventi? Sdoganato dai giudici amministrativi che lo hanno rispedito a Palazzo San Giacomo, in precedenza ’assolto’ da quelli tributari per i bilanci del suo Comune (le sezioni riunite della Corte dei conti hanno approvato il suo piano di rientro, dopo la bocciatura da parte dell’organo regionale, per i debiti fatti dai predecessori di centrosinistra), quindi con nuovi appoggi in consiglio comunale tali da non dover compromettere la tenuta della sua variegata maggioranza, il sindaco di Napoli viaggia col vento in poppa e si atteggia a eroe della città, rimasto in sella nonostante tutto e tutti.
Il Consiglio di Stato, due giorni fa, ha respinto il ricorso del Ministero degli Interni e di due associazioni partenopee, che avevano impugnato la recente sentenza del Tar della Campania con la quale veniva congelata la sospensione del primo cittadino.
Si ricorderà, infatti, come per De Magistris fossero scattate le sanzioni previste dalla legge Severino (la stessa che ha costretto Silvio Berlusconi a lasciare il Senato), a causa della condanna in primo grado a 15 mesi per abuso d’ufficio nell’ambito della sua attività di magistrato nell’inchiesta Why Not. Era stato il prefetto di Napoli, Francesco Musolino, a stabilire la sua sospensione per 18 mesi dall’attività amministrativa, come prevede il documento approvato in Parlamento all’epoca del Governo Monti. Ma il sindaco aveva subito fatto ricorso alla giustizia amministrativa, che, sul fronte della sospensiva del provvedimento – in attesa di sentenza definitiva – gli ha dato ragione.
Tuttavia ora può dormire sonni tranquilli, sia perché il Tar campano ha inviato tutte le carte alla Corte costituzionale per i dubbi di legittimità che la legge Severino solleva, sia perché, il secondo grado di giudizio penale, sfocerà molto probabilmente nella prescrizione del reato. Detto questo, a lui, di quella condanna, non importa un fico secco, la considera un madornale errore di pezzi dello Stato. Forte di questa rinnovata agibilità politica e amministrativa, dopo aver sfruttato mediaticamente il momento, inventandosi la figura del sindaco di strada vicino ai cittadini, De Magistris incassa adesso l’appoggio di Sel in Municipio. Pochi giorni fa, prima del verdetto del Consiglio di Stato, il primo cittadino ha infatti incontrato il capogruppo dei vendoliani alla Camera, Nicola Fratoianni, per porre le basi di un’alleanza che, entro Natale, dovrebbe sfociare nell’ingresso in giunta come assessore del consigliere di Sel, Ciro Borriello, che già aveva dato una mano alla maggioranza arancione, votando a favore il bilancio. Il patto era comunque stato sancito con un colloquio telefonico nei giorni scorsi tra De Magistris e lo stesso leader di Sel, Nichi Vendola. Che adesso quindi finisce all’interno di una singolare coalizione, insieme ad esponenti fuoriusciti dall’Udc e dall’area centrista. Ma tant’è.
Sul fronte delle azioni amministrative, proprio in questi giorni, il sindaco di Napoli ha voluto lanciare un altro segnale. Porte aperte in Municipio, soprattutto per chi ha bisogno di un posto di lavoro, meglio ancora se fisso; e così, dopo il concorsone di qualche anno fa con il quale s’è trovata un’occupazione a ben 534 persone, l’amministrazione comunale ha dato l’ok definitivo all’assunzione a tempo indeterminato di 370 persone nel settore dell’istruzione, tra cui 182 maestre di scuola primaria e 188 istruttori socio-educativi. Per la metà di questi, il centro servizi Formez, che si occupa della selezione del personale, pescherà dalle liste degli insegnanti già in servizio con contratti precari.
Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 22/11/2014