Maurizio Molinari, La Stampa 22/11/2014, 22 novembre 2014
COSÌ L’ISIS ADDESTRA I BAMBINI A UCCIDERE
Sono Abdullah e da grande sgozzerò gli infedeli»: nel nuovo video-shock dello Stato Islamico (Isis) i protagonisti sono un gruppo di bambini del Kazakhstan che non avranno più di 10 anni e si presentano come la nuova generazione di jihadisti pronti al martirio per il Califfo Abu Bark al-Baghdadi.
Il video si apre con le immagini dei bambini che salgono su uno scuolabus per andare a lezione, sembrano alunni come tanti altri ed anche nei fotogrammi seguenti li si vede dietro i banchi con l’insegnante che spiega la scritta «Non c’è altro potere al di fuori di Allah». Ed è a questo punto che arriva la svolta perché nei secondi successivi gli stessi bambini - tutti provenienti dal Kazakhstan, ex repubblica Urss a maggioranza musulmana - vestono delle divise, impugnano armi ed effettuano esercitazioni militari lasciando intendere di essere addestrati non solo a studiare il Corano ma a combattere. «Sono la nuova generazione, saranno loro che scuoteranno la Terra» afferma la voce fuori campo, prima che la telecamera si sposti su Abdullah, un bambino ancora in tenera età che nel video afferma «il mio leader è Abu Bakr al-Baghdadi» e quando gli viene chiesto: «Cosa farai da grande?», risponde: «Sarò uno di quelli che sgozzerà gli infedeli».
Isis si era già vantata di addestrare dei soldati-bambini spiegando che si trattava di figli di gruppi avversari - come i curdi o yazidi - che erano stati sequestrati per essere avviati alla guerra santa ma in questo caso il video li presenta come figli di jihadisti volontari per Califfo: insomma, la prossima generazione di combattenti per lo Stato Islamico, già pronta all’età di 10 anni di entrare in azione per colpire i «kafiri», gli infedeli.
Colpisce che tale video, reso pubblico dal sito «Site», coincide con la pubblicazione del quinto numero del magazine «Daqib» di Isis che torna ad affermare l’intenzione di «Piazzare la nostra bandiera su Roma», simbolo della cristianità.
Poche ore prima del video sui baby-suicidi, Isis aveva diffuso il sesto messaggio dell’ostaggio britannico John Cantlie che racconta come il fallito blitz Usa per liberare i sequestrati in mano al Califfo avvenne lo scorso 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana: «Usarono due squadre di Delta Force, navi da guerra, droni, F-18 Hornet e cisterne da rifornimento spendendo decine di milioni di dollari mentre Isis ci aveva spostato da giorni, prevedendo tale mossa». Cantlie afferma che la Francia ha già versato 58 milioni di dollari per riscattare ostaggi detenuti da gruppi islamici e suggerisce al presidente Obama ed al premier britannico Cameron di seguire la stessa strada. «L’America ha trattato con i taleban per la liberazione di un soldato, perché non tratta con lo Stato Islamico?».
Maurizio Molinari, La Stampa 22/11/2014