Guido Andruetto, la Repubblica 22/11/2014, 22 novembre 2014
LANG LANG “TABLET E APP SOLO COSÌ RIMANGO IN CONTATTO CON IL MONDO” “VI RACCONTO LA MIA VITA IN CHAT”
Lo smartphone ultrasottile è poggiato sul tavolo. Lang Lang si allunga dalla sua poltrona e con un dito sfiora il display su cui appare la finestra di We Chat. «È questa la app che sto utilizzando di più in assoluto in questo momento, è fantastica », ammette entusiasta la superstar cinese della musica classica, conversando di passioni tecnologiche in una pausa dalle prove del primo recital del suo tour italiano promosso dalla Rai, che ha appena toccato Torino e Roma.
Sembra davvero un cyber-folletto, Lang Lang, mentre fa scorrere rapidamente la lunga sequenza di minuscole immagini e di messaggi dei suoi amici di chat. «Per me questo è uno strumento indispensabile. La tecnologia mi è indispensabile.
Ne sono dipendente, completamente. E ne sono anche contento», aggiunge il pianista originario di Shenyang, che nel suo Paese ha più di dodici milioni di followers sul social network Tencent Weibo, il corrispettivo cinese di Twitter che è sicuramente la piattaforma digitale più utilizzata in Cina per il microblogging.
«Inutile girarci intorno, la verità è che le tecnologie digitali e Internet ci hanno cambiato la vita ed ora non possiamo più farne a meno. Io per primo non riesco ad immaginarmi senza questo telefono che mi permette attraverso le app più funzionali di trovare tutto quello che mi interessa o di cui ho bisogno durante i miei viaggi in giro per il mondo, come i migliori hotel e ristoranti, o determinati luoghi da visitare. E le assicuro che io viaggio tantissimo per la musica».
L’agenda elettronica su cui sta “smanettando” il suo assistente lo conferma. Nell’arco di pochi giorni Lang Lang può spostarsi da Vienna a Roma per poi raggiungere Amsterdam, Taipei ed Hong Kong. Difficile stargli dietro senza affidarsi alla tecnologia.
«Per questo faccio un largo uso delle chat soprattutto sul cellulare. Così mantengo i contatti. Posso inviare a chi voglio e in tempo reale dei messaggi di testo, vocali, video o immagini, ma anche partecipare a delle chat di gruppo. Ho utilizzato molto anche Skype in passato, ma adesso preferisco nettamente WeChat per le possibilità che mi offre soprattutto per il mio mestiere e per le attività della Fondazione (la Lang Lang International Music Foundation, ndr.) con cui dal 2008 mi sto impegnando per diffondere la musica classica tra i bambini e i ragazzi. In chat per esempio faccio molte videoconferenze e ho anche suonato via CamUp, che è una piattaforma social per la condivisione in piccole stanze virtuali di eventi non solo musicali in streaming».
L’ambasciatore mondiale della tastiera, come è stato giustamente soprannominato dal New Yorker, nel panorama della classica è senza dubbio il musicista più consapevole dell’impatto e del ruolo delle nuove tecnologie digitali nella società contemporanea.
«La vera rivoluzione è il concetto di condivisione immediata », spiega Lang Lang giocherellando con un flaconcino di collirio che tiene sempre nella tasca della giacca, come il suo inseparabile iPhone. «L’idea che qualunque cosa uno crei la possa condividere istantaneamente con il resto del mondo e ad una velocità impressionante. È una realtà potentissima che continua a sbalordirmi pur essendo parte della mia quotidianità».
L’importanza della tecnologia Lang Lang l’ha compresa fin da piccolo, guardando in televisione o ascoltando alla radio le esecuzioni dei più grandi pianisti del Novecento come Horowitz, Rubinstein e Benedetti Michelangeli.
«Non ci fossero stati quei mezzi di comunicazione non li avrei mai conosciuti e la mia vita avrebbe preso un’altra direzione. Oggi invece i più giovani hanno strumenti di ineguagliabile potenza come YouTube e tanti canali interattivi dove puoi scegliere di seguire tutto quello che desideri. Sei un utente attivo, non recepisci solo gli input che ti arrivano da tv e radio, ma agisci scegliendo. Digiti un nome, clicchi sul link che ti interessa e hai tutti i contenuti che cerchi».
La Rete è dunque il mondo sconfinato delle possibilità? «Attenzione, è anche un luogo dove si rischia solo di perdere tempo — avverte Lang Lang, il cui esempio ha ispirato finora quasi cinquanta milioni di bambini che in Cina si sono avvicinati allo studio del pianoforte — quello che faccio io è approcciarmi al Web con grande curiosità. Da bambino andavo in biblioteca perché avevo sete di conoscenza, ora è tutto diverso. Con costi contenuti e con la massima rapidità puoi imparare, studiare e scoprire cose nuove. Vale anche per la musica naturalmente. Un oggetto come un iPod o uno smartphone può essere di enorme aiuto alla comprensione della musica. Ti consente di ascoltarla e anche di comporla».
Lang Lang l’ha già fatto suonando un iPad durante un concerto e sostenendo, nel ruolo di primo ambasciatore, il progetto sviluppato da YouTube e Google della You-Tube Symphony Orchestra.
«Per un concerto potrei usare un iPad o un altro tablet qualunque, la marca o il tipo non importa. Potrei anche avvalermi tranquillamente di un altro dispositivo. Quello che conta per me sono le applicazioni perché ti aiutano a esprimere meglio la creatività. E infatti ne sto creando una che spero possa essere molto funzionale per l’insegnamento della musica. Per il resto nella vita di tutti i giorni uso molto di più i telefoni che i computer, an- che se quando voglio vedere un film, studiare oppure giocare preferisco decisamente farlo su un tablet».
Per chi naviga a lungo in Rete alla ricerca di novità, come Lang Lang, YouTube è ancora il punto di riferimento. «L’esperienza della YouTube Orchestra è stata bella ed illuminante — aggiunge il divo del piano — perché per la prima volta un artista produceva dei video che poi la gente scaricava e votava. Ma YouTube ha proprio questa grande forza di creare delle star planetarie com’è successo con Psy e il suo Gangnam Style. In più offre musica di qualità, è disponibile in tutto il mondo ed è gratuito ».
Lang Lang è presente naturalmente su tutti i social, da Facebook a Twitter, da Instagram a Google Plus, e ha aperto la strada per altri musicisti classici che adesso stanno seguendo il suo esempio.
«Credo che anche Mozart li avrebbe usati — dice con uno splendido sorriso — certo non ho la presunzione di parlare per suo conto, ma sono quasi certo che se fosse vissuto nell’era digitale avrebbe composto una social media symphony!».
Dal debutto a soli diciannove anni con il sold out alla Carnagie Hall di New York fino alla recente nomina come Messaggero di Pace per le Nazioni Unite e come Ambassador per Expo Milano 2015, il talentuoso musicista cinese confessa di avere un debole per i gadget tecnologici.
«Sono attentissimo nella scelta delle cuffie e in generale di tutti i dispositivi per ascoltare musica. A casa ho installato della casse molto potenti con una riproduzione del suono perfetta, ma i miei vicini non ne sono così entusiasti».
Guido Andruetto, la Repubblica 22/11/2014