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 2014  novembre 22 Sabato calendario

MISTERO DELL’AMBIENTE UNA POLTRONA PER AFFARI E DISASTRI

C’è l’ambiente, con la minuscola, martoriato ogni santo giorno da una notizia funesta, amianto o alluvione o Terra dei fuochi o Ilva che sia. E poi c’è l’Ambiente, con la maiuscola, che è un ministero dove girano tantissimi soldi. L’Italia è un Belpaese solo di nome, tra scavi in rovina e territorio da bonificare. La tragedia dell’amianto è immane da decenni e nonostante otto ministri in quattro lustri e migliaia di vittime resta da bonificare almeno il 99 per cento dei siti mortali. Un dato vergognoso.
Nell’eterno manuale Cencelli delle spartizioni ministeriali, l’Ambiente non è nella primissima fascia, come anche i Beni culturali. Sono poltrone che vanno ai “piccoli” in genere, quando c’è un governo di coalizione, oppure sono utili per riequilibrare gli appetiti delle varie correnti di partito. Per esempio, nel quinquennio dei ribaltoni ulivisti, dal 1996, Edo Ronchi fu ministro con Prodi e D’Alema. Quando però toccò ad Amato gli fu chiesto di spostarsi alle Politiche comunitarie e lui rispose “no grazie”. Rimase fuori e all’Ambiente andò l’ineffabile Willer Bordon. E sapete cosa fa oggi Bordon? L’imprenditore nel campo dell’energia alternativa, precisamente dalle alghe e dai microrganismi della laguna di Venezia. Non è un dettaglio secondario. Perché all’Ambiente il confine tra impresa e politica è labilissimo. È un ministero di spesa, un orpello simbolo della Casta che perpetua se stessa. Nonché un ministero comodo, che in fondo, essendo di terza fascia, non dà pensieri. Ne sa qualcosa il povero Andrea Orlando del Pd, capitato lì nell’esecutivo di Enrico Letta. Matteo Renzi lo aveva riconfermato ma poi il Quirinale mischiò le carte, disse di no a Gratteri guardasigilli e Orlando cambiò casella e sbiancò in volto, letteralmente. Vuoi mettere, tra le rogne della Giustizia e il bengodi dell’Ambiente, sempre con la maiuscola? L’ultimo arrivato, nella sede sulla Colombo e che costa cinque milioni di euro all’anno solo per l’affitto, è un peone centrista di nome Gian Luca Galletti, di area Udc, il minipartito di Casini. Per tradizione, c’è un solido legame tra gli ex dc e il business milionario dell’energia. Ed è per questo che Galletti come prima cosa si è chiamato come consigliere un altro udc di peso, Mauro Libè, esperto di “efficienza energetica”, e che ha avuto un contratto di consulenza da centomila euro annui. Le consulenze sono una voce importante dell’Ambiente. Al ministro centristra è stato chiesto di reclutare un bel po’ di persone rimaste a piedi nei precedenti governi. E così ha riciclato portaborse di Cesa, D’Alia e Casini e persino dato un contratto da 30mila euro all’anno all’ex portavoce dell’azzurra Stefania Prestigiacomo, altro ex ministro dell’Ambiente e oggi formalmente all’opposizione.
A proposito della Prestigiacomo. Anni fa, quando esponenti e familiari delle vittime dell’amianto reclamavano invano l’attenzione dello Stato, con tanto di audizioni parlamentari, la bionda ministra sicula faceva un accordo con la Ducati Energia per mille bici elettriche dal costo di 1.200 euro ciascuna. Un’operazione da un milione e 200mila euro. A favore di chi? Della famiglia dell’attuale ministra Federica Guidi, titolare dello Sviluppo economico e berlusconiana storica. Ecco, l’Ambiente è questo. E meglio di Corrado Clini nessuno lo sa. Potente direttore generale, con casa strepitosa a piazza Navona, a Roma, è diventato ministro nell’era sobria del montismo. Ma la faccia da Casta è rimasta e Clini è stato arrestato per aver distratto fondi da un progetto di riqualificazione ambientale all’estero e averli dirottati su un conto cifrato in Svizzera. Non solo. Come ha rivelato Report, Clini da funzionario o ministro ha finanziato centinaia e centinaia di progetti, coinvolgendo la sua compagna e tanti altri amici. L’Ambiente è un paradiso, inteso come poltrona, non altro. Una poltrona su cui è stato seduto pure Altero Matteoli, ex finiano dei governi Berlusconi, colonnello di An. Matteoli combinato con l’ambiente è un ossimoro verde: a lui è andato finanche il premio Attila e abbiamo detto tutto. Dopo Matteoli, arrivò per il centrosinistra il verde Alfonso Pecoraro Scanio. Altri guai: finanziamento illecito sotto forma di voli e vacanze gratis. L’Ambiente, con la maiuscola, è malato.
Fabrizio d’Esposito, il Fatto Quotidiano 22/11/2014