Chiara Beria Di Argentine, La Stampa 22/11/2014, 22 novembre 2014
LA VIOLINISTA PADRONA DEL CUORE DI ACCARDO
Famiglia Accardo. La gatta Medina punta a un biscotto, Ines e Irene, le gemelline di 6 anni, sono a scuola e il loro papà, Salvatore Accardo, uno dei più grandi violinisti al mondo, è a Parigi a presiedere la giuria del prestigioso concorso Long Thibaud. «Tra i finalisti 11 su 12 sono donne! Del resto, nei miei corsi al Conservatorio Monteverdi di Cremona le ragazze sono le più brave. A loro insegno anche a camminare e, quindi, a suonare sui tacchi. Mi spiego. Molte portano le ballerine e mettono i tacchi solo per i concerti. Risultato: sul palcoscenico sembrano papere. Ora io dico: “Care ragazze non siete assolutamente obbligate ma se volete usare i tacchi per suonare dovete usarli tutti i giorni. Altrimenti astenetevi!», ride la violinista Laura Gorna, mamma delle gemelline, padrona di casa e del cuore del maestro Accardo.
Bellissima donna dagli occhi nero carbone e lunghi capelli corvini, artista talentuosa - è appena uscito per la Decca l’album dedicato a Felix Mendelssohn Bartholdy da «EsTrio», l’ensemble fondato nel 2005 con la violoncellista Cecilia Radic e la pianista Laura Manzini - Laura Gorna che suona lo splendido violino «Giorgio III» (liutaio Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1620, ndr) è la miglior risposta alle fruste polemiche di questi giorni - iniziate in Usa - sul femminismo out o in. Di madre in figlia. «La mia caparbietà nasce dalla grande rinuncia che fece mia madre Francesca. Lei, sarda di Porto Torres, è stata una delle rare donne che all’epoca si è diplomata in composizione. Studiava moltissimo, aveva gran ambizioni. Quando però mio padre Luigi, clarinettista, vinse il concorso alla Scala mamma che aveva avuto una cattedra di composizione lontano da Milano rinunciò. Per anni è stata una grande insegnante di teoria e solfeggio. Usava me e mia sorella Elena - lei, oggi, è arpista - come cavie, ci faceva fare solfeggi cantati dodecafonici! Quella sua rinuncia mi ha molto segnato». Diplomata con il massimo dei voti al Conservatorio Verdi, a soli 16 anni Laura debutta come solista suonando il concerto di Khachaturian; entrata, poi, al corso di perfezionamento all’Accademia Stauffer di Cremona diventa allieva del maestro Accardo. «L’avevo sentito suonare quando avevo 8,9 anni. Mio padre mi portava spesso in teatro. La Scala è stata un po’ la mia babysitter; durante le prove stavo nella buca accanto al flautista che m’allungava qualche caramella. Gavazzeni, Pavarotti, Carla Fracci: papà mi presentava a tutti. Lui vedeva il mio futuro alla Scala, io ho fatto di tutto per non entrarci! Prima di tutto sono una ribelle. Non volevo suonare in una grande orchestra, la mia vocazione è sempre stata la musica da camera».
Ma com’è la coppia Accardo-Gorna fuori dal palcoscenico? «Quando ho conosciuto Salvatore avevo 20 anni, stiamo insieme da 15 anni. La differenza d’età? Ho sempre avuto un debole per gli uomini più grandi!», sorride Laura. «E’ un ottimo padre. Vista la sua carriera non credo che a 40 anni si sarebbe goduto le figlie come fa adesso. Noi due siamo diversissimi come il giorno e la notte. Io sono più estroversa, lui è un anglo-napoletano. Gelosia? Tutti e due siamo gelosissimi. A Salvatore piacciono talmente tanto le donne!». La favola della realizzata donna e violinista potrebbe finire qui. Nel 2005 però Laura decide con Cecilia Radici e Laura Manzini di creare EsTrio. «Il nome? Es è un termine freudiano ma anche il mi bemolle nel lessico musicale tedesco: al pubblico la libertà di scegliere. Un trio perché non ci sono gerarchie, ma 3 soliste che s’incontrano e hanno uguale spazio». Il destino è già tracciato. EsTrio, a poco a poco, s’avventura alla riscoperta delle famiglie di musicisti. A Clara Schumann, donna modernissima più nota del marito Robert hanno dedicato uno spettacolo con Sonia Bergamasco; ora affronteranno la sfortunata Fanny, sorella compositrice di Mendelssohn, repressa in ogni modo dal padre. Tra un concerto e una tournée le artiste di EsTrio hanno avuto 4 figli. Oltre a Ines e Irene, Riccardo («Nostra quota azzurra!») e Lavinia. Le Accardo studiano pianoforte, Lavinia il violino, Riccardo il violoncello. Piccoli musicisti, ma non con lo strumento delle loro mamme.