Anais Ginori, la Repubblica 22/11/2014, 22 novembre 2014
VALERIE TRIERWEILER: «TRADITA E RIPUDIATA DA HOLLANDE, MA IO NON STO ZITTA. ECCO LA MIA VERITA’»
Molti speravamo che accettassi supinamente di essere tradita, ripudiata e insultata in mondovisione. Mi dispiace, sono una donna libera». L’appuntamento è in rue Cauchy, nel quindicesimo arrondissement, vicino alla Tour Eiffel. Sul citofono, accanto al cognome Trierweiler, si vedono ancora le iniziali “Fh”, coperte da un nastro bianco. François Hollande ha vissuto per anni in questo appartamento modesto con Valérie Trierweiler, da lui definita su un rotocalco “donna della vita”. Passato ormai remoto. C’è stato lo scoop di Closer con il presidente che raggiunge nascosto dal casco l’attrice Julie Gayet, il ricovero della première dame in ospedale e poi il comunicato all’Afp del leader socialista: «Ho deciso di porre fine alla nostra vita in comune». Trierweiler è tornata in questa piccola casa che sembra anche vuota, sempre inseguita dai paparazzi. «Forse vorrebbero sorprendermi in lacrime» sospira l’ex première dame.
Ieri il settimanale Voici ha pubblicato immagini di Gayet e Hollande che chiacchierano nei giardini dell’Eliseo. La conferma che la relazione clandestina va avanti, l’ennesima puntata di un feuilleton che non tutti i francesi gradiscono.
«Non ho visto gli scatti. Per me lo choc rimane quel gelido comunicato all’Afp. L’esperienza più terribile della mia vita» racconta Trierweiler nella lunga intervista, oltre un’ora di sfogo in cui sostiene anche di aver recentemente incontrato il Presidente. A vederla da vicino, vestita con maglia e pantaloni e neri, appare come una donna ancora bella e ancora ferita. Sulla parete del salotto, i suoi tre figli hanno appeso lettere colorate che formano la scritta: “Merci pour ce moment”, grazie per questo momento, titolo del libro-confessione che ha già venduto 650mila copie in Francia, tradotto in Italia dall’editore Corbaccio. «Non potevo immaginare un successo di queste dimensioni. Molte donne si sono riconosciute in quello che ho scritto».
Ha ricevuto anche molte critiche. Rimpiange di aver pubblicato il libro?
«Sono anni che ricevo solo schiaffi. Ora almeno le persone possono amarmi o detestarmi ascoltando la mia verità e non basandosi su un’immagine falsa e artefatta. Qualcuno ha detto che se tutte le donne tradite scrivessero un libro non ci sarebbero più foreste. Certo. Ma quale altra donna è stata ripudiata in diciotto parole dettate alla France Presse ?”.
Non eravate una coppia come le altre. Perché non ha rispettato un decoro istituzionale?
«Durante il secondo mandato di Jacques Chirac, Bernadette ha fatto un libro intervista in cui parla delle infedeltà del marito. Danielle Mitterrand ha raccontato diverse volte la situazione della sua coppia. Lei criticava addirittura la politica estera del marito. A me invece hanno rimproverato di tenere il mio lavoro, anche se ho tre figli a carico, oppure di non essermi mai sposata. Ora sono definita da alcuni indegna perché non ho accettato in silenzio di essere ripudiata. C’è un fondo reazionario e maschilista in tutte queste critiche».
Una première dame che è stata anche giornalista politica per vent’anni non dovrebbe essere preparata?
«Carla Bruni mi aveva avvertito quando ci siamo viste all’Eliseo. Pensava che grazie al mio mestiere sarei stata blindata. Non è così. So che ha letto il libro ed è toccata da quello che ho scritto. Non mi stupisce. C’è una certa empatia tra di noi».
Torniamo allo scoop di “Closer”, il 10 gennaio 2014.
«Ho avuto l’impressione di cadere da un grattacielo. C’erano delle voci su Gayet, ma diffido delle illazioni, ne ho subite tante anche io. E quando il Presidente guardandomi negli occhi, giurando sulla testa dei suoi figli, mi diceva che non aveva nessun’altra relazione, gli credevo».
Nel suo racconto, il Presidente appare fragile, disarmato, quando il suo tradimento viene svelato all’opinione pubblica. Era davvero così inconsapevole dei rischi?
«Sembrava perso. Mi ha detto: “Come faremo? “. Forse non immaginava che sarebbero uscite fotografie ».
Si è parlato di un complotto. Ci crede?
«E’ stato detto di tutto. Qualcuno ha anche ipotizzato che il Presidente cercasse un modo per lasciarmi perché non ne aveva il coraggio. Non lo so. Molte cose ancora mi sfuggono».
Ha proposto al Presidente uno “scenario alla Clinton”, come scrive nel libro?
«Ero pronta perdonarlo. Non so se poi ci sarei riuscita, e cosa sarebbe accaduto davvero. Di certo non avrei mai accettato che avesse una doppia vita com’è accaduto in passato per altre première dame. Forse perché sono di un’altra generazione, oppure semplicemente perché ero innamorata ».
Il suo ricovero in ospedale è stato in qualche modo coatto?
«Appena ricoverata mi hanno dato un po’ di tranquillanti per farmi dormire. Quando ho iniziato a stare meglio, e ho chiesto di accompagnare il Presidente a Tulle (il suo feudo elettorale, ndr) non potevo neanche alzarmi, è stato impedito a mio figlio di vedermi. Qualcuno, non so chi, ha chiesto di sedarmi. Non voglio dire che ho temuto per la mia vita, non siamo in “House of Cards”, ma è stato comunque un atto grave, stranamente taciuto dai media francesi».
Non eravate sposati. Se fosse stata Madame Hollande sarebbe stato tutto diverso?
«Il matrimonio è fatto per proteggere. Una parte dei francesi mi ha considerato illegittima all’Eliseo proprio perché non eravamo sposati. Lui non voleva, ho rispettato la sua scelta. Nel settembre 2012 ne abbiamo parlato, ma poi ha improvvisamente cambiato idea».
La vostra prima crisi pubblica accade con il tweet contro Ségolène Royal nelle elezioni locali del giugno 2012. È caduta nella trappola della gelosia?
«Il Presidente aveva promesso di non sostenere direttamente un candidato. Ha tradito il suo impegno. E quando gli ho chiesto spiegazioni, ha mentito. Io ho sbagliato, lo riconosco. Volevo fare scuse pubbliche. Ha rifiutato. Non ha mai voluto che mi esprimessi pubblicamente. La sua concezione della mia presenza all’Eliseo era: sii bella e stai zitta ».
Lei scrive che Hollande chiama i poveri “sans dents”, senza denti, e che disprezza le umili origini della sua famiglia. Lui ha smentito.
«Non ha mai smentito di aver pronunciato quest’espressione. Ha detto altre cose sul suo impegno politico in favore delle classi popolari. Confermo tutto quello che ho scritto».
Da militante di sinistra, quale lei si definisce, non ha avuto nessuno scrupolo nell’intaccare l’immagine del leader socialista?
«Alle elezioni municipali, prima dell’uscita del mio libro, il partito socialista è crollato e il Front National ha fatto un record. L’elettorato di sinistra è deluso. È troppo facile scaricare su di me il peso dell’impopolarità. Non sono responsabile delle fabbriche che chiudono o della disoccupazione che aumenta».
“Tutti gli uomini che tradiscono si assomigliano”, lei scrive. La vostra è una storia in fondo banale?
«Tutti gli uomini infedeli mentono. Ma da parte di un Presidente ci si poteva aspettare forse un comportamento diverso, un maggiore senso di responsabilità».
Dopo la vostra separazione, il Presidente ha ripreso a corteggiarla. Perché?
«Abbiamo vissuto una passione forte.
Dieci anni non si cancellano in un attimo. Un uomo politico è sempre nella conquista. Mi ha detto: “ti riconquisterò”, come se fossi un’elezione».
Vi sentite ancora?
«Vuole uno scoop? Qualche giorno fa è venuto a trovarmi. Era proprio seduto su questo divano.
Voleva dirmi che non me ne vuole per il libro. E voleva assicurarmi che Julie Gayet non viene mai all’Eliseo. Evidentemente, la menzogna ci ha accompagnato fino alla fine».