Vittorio Sabadin, La Stampa/Tuttolibri 22/11/2014, 22 novembre 2014
Un colpo di Stato decapita la Casa d’Italia Vittorio Sabadin Agli italiani è sempre un po’ piaciuta l’idea di avere a capo del governo un decisionista che risolva tutti i loro problemi, senza tante chiacchiere
Un colpo di Stato decapita la Casa d’Italia Vittorio Sabadin Agli italiani è sempre un po’ piaciuta l’idea di avere a capo del governo un decisionista che risolva tutti i loro problemi, senza tante chiacchiere. E ne hanno pure eletto almeno uno. Per questo viene da sorridere con un po’ di amarezza, leggendo I nuovi venuti di Giorgio Dell’Arti, la cronaca pulp della soluzione finale al caso italiano. Se davvero arrivasse qualcuno a risolvere seriamente tutti i problemi, gli italiani scoprirebbero che non possono più continuare a vivere al di sopra delle loro possibilità: dovrebbero restituire la montagna di soldi che per decenni si sono fatti prestare, e adeguarsi al tenore di vita che si possono permettere. Il libro piacerebbe a Quentin Tarantino, soprattutto per come comincia: un brutale colpo di stato azzera nel sangue l’intera classe politica. D’Alema spinto ad affogare nel Tevere, Berlusconi buttato giù dalla finestra di un albergo, Fini decapitato, Casini impalato. Stessa rapida fine per giudici, sindacalisti e giornalisti. A incaricarsi del massacro sono i «kosovari», nome che da solo evoca stragi e pulizie etniche. Sono calati in Italia su incarico dei Paesi Creditori, guidati da Germania e Stati Uniti, che hanno smesso di credere che l’Italia un giorno pagherà i suoi debiti. Meglio prendere il potere, costringere gli italiani a non spendere più i soldi che non hanno e vendere tutto il vendibile. «I Nuovi Venuti» azzerano la classe dirigente, aboliscono Camera, Senato e Presidenza della Repubblica, chiudono la Cassazione, il Csm e gli inefficienti tribunali ordinari, e cominciano a pensare a come contenere la spesa pubblica. Sopprimono il sistema sanitario nazionale, il sistema pensionistico e quello scolastico. Chiudono i quarantottomila soggetti giuridici creati dal 1945: Circoscrizioni, Circondari, Ambiti, Consorzi e Comunità varie. Cancellano i quattrocento contratti nazionali collettivi di lavoro e licenziano tutti i lavoratori pubblici e privati, consentendo loro di fare domanda di riassunzione, ma sulla base di nuove regole. Alla televisione è replicato in continuazione solo lo sceneggiato del 1963 Demetrio Pianelli, la storia dell’uomo che restituì tutti i debiti contratti da un fratello spensierato. Vista la nuova aria che tira nel paese, si fanno avanti i compratori. Incaricato delle vendite è il dottor Marshall, forse discendente di quel Marshall ideatore del piano che aiutò l’Italia a risollevarsi dalla guerra. La Svizzera vorrebbe la Sardegna, i cinesi la Basilicata e i porti del Sud. La Coca-Cola offre un miliardo all’anno per dare il suo nome a Piazza Fontana di Trevi. Si ipotizza di cedere il Nord-Est alla Germania, il Nord-Ovest alla Francia e il Centro al Papa, riducendo l’Italia vera e propria al Mezzogiorno. Il libro scorre veloce e divertente, e alla fine se ne vorrebbe ancora. Dell’Arti è bravo a elencare le cause irrisolte di tanti guai, ma ci lascia con l’impressione che neppure i Nuovi Venuti ce la faranno. E se persino le ipotesi che si ascoltano sempre al bar o dal barbiere non servono, non c’è proprio nulla da fare.