Fulmini 21/11/2014, 21 novembre 2014
COMUNICARE
«Il placcaggio nel rugby è come la parola nella vita, è un modo di comunicare con il corpo ed è un ottimo sistema per recuperare il pallone» (Simone Favaro, 26 anni, terza linea della Nazionale).
SESSISMO «Era diritto della federazione scegliere una donna, ma il dibattito è scivolato su un terreno che non era quello voluto dai giocatori. È stata fatta della demagogia sul sessismo di noi giocatori uomini per approfittare di una cosa falsa ed erronea. Mi sembra ingiusto» (Rafa Nadal parlando della capitana di Coppa Davis spagnola Gala Leon Blanco).
BASTA «Mister Conte vuole 25 Darmian o 25 Marchisio o 25 De Rossi, uno che ha vinto tanto ma si fa il mazzo. Non mi sta bene che si parli solo di Balotelli. A me hanno fatto un’intervista con 15 domande su Mario. Basta!» (Andrea Ranocchia).
ALLENATORI «Mourinho? È un grande motivatore, è un vincente, mi ha dato fiducia. Benitez, invece, è meticoloso, non è difensivo, anzi preferisce un calcio offensivo e tanto possesso di palla. Segno tanto, perché mi ha chiesto di essere più egoista. Del Bosque? È una persona molto tranquilla» (Josè Callejon).
FILOSOFIA «Prendiamo spunto dalla filosofia. Mou è come Nietzsche: al di là del bene e del male. Mazzarri ha un’idea fissa del gioco, ma non la sviluppa. Crede nell’essere e non nel divenire, come Parmenide. Mancini è un idealista un po’ romantico. Per lui scelgo Hegel: porsi, opporsi, superarsi. Sempre in divenire, deve dare ancora il meglio di sé» (Roberto Vecchioni).
EROE «Inzaghi è un eroe perché si è caricato sulle spalle il peso di una squadra ricca di gloria lontana e problemi recenti. Più è difficile, più si motiva e cerca di motivare il gruppo. Mi sembra che sia ancora in campo, ad agitarsi sul filo del fuorigioco» (il regista Pupi Avati).
NERVOSO «Sono felice, mi godo la vita. Frequento qualche ragazza… come una persona normale. A volte sono un po’ nervoso, ma il sabato prima della gara di solito dormo benissimo» (Marc Marquez).
17 «Il MIO soprannome, “Conejo de la suerte”, risale alla prima partita con il Nacional con una serie di coincidenze incredibili legate al numero 17: avevo 17 anni, la maglia numero 17, feci gol al minuto 17 e fui il 17° giocatore del Nacional ad andare in rete... E da allora il 17 non mi ha più abbandonato» (Nico Lopez).