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 2014  novembre 20 Giovedì calendario

TRAGEDIA GRECA SI RIPETE COME FARSA

Dopo quattro anni di una lunga crisi che ha rischiato di far uscire la Grecia dall’euro, si giunge alla sorprendente richiesta al Governo greco da parte della troika (Ue, Bce e Fmi) di approvare a tambur battente diciannove nuove misure di austerità che spaziano dalla previdenza alla fiscalità, dai licenziamenti privati e pubblici all’esproprio della prima casa in caso di morosità. Pacchetto da approvare prima che venga concessa l’ultima tranche di aiuti e si apra il capitolo di una nuova linea di credito precauzionale che assista il paese in caso di improvvise necessità finanziarie dopo la fine del piano europeo che finirà a fine anno. La raffica di nuove misure dovrebbe servire a coprire un «buco» di 2,6 miliardi di euro nel bilancio del 2015, briciole di fronte ai 240 miliardi di euro fin qui messi sul piatto per salvare Atene dai creditori internazionali. Stupisce che alla vigilia della fine del piano di aiuti in cambio di riforme, arrivi un elenco così lungo in materie così impopolari e dopo una crisi così devastante che ha visto sparire il 25% del Pil. Proprio quando Atene sta faticosamente rialzando la testa con i primi timidi segnali di ripresa arriva una richiesta così devastante politicamente per il governo Samaras che sembra riportare indietro le lancette della crisi. L’opposizione di sinistra Syriza spera nella crisi e nelle elezioni anticipate. Sorprende che dopo quattro anni a Bruxelles non si sia ancora compreso che c’è un «modus in rebus», una misura in tutte le cose. L’austerità serve a rimediare agli errori, non a punire i popoli. (V.D.R.)