Andrea Ossino, Il Tempo 18/11/2014, 18 novembre 2014
QUALCUNO VI PICCHIA? ARRIVA TOTTI
Quando occorre il suo intervento Francesco Tatti non si tira indietro ed è sempre pronto a scendere in campo, o in questo caso, nel parcheggio del supermercato vicino casa. Nel dicembre del 2009 le parole d’ira del capitano giallorosso non erano rivolte contro l’arbitro Rocchi ma verso un ragazzo che, con un cazzotto aveva steso il domestico del campione, un giovane filippino. Sangue in volto e cellulare in mano, la vittima aveva chiamato immediatamente il suo datore di lavoro spiegandogli di non essere riuscito a comprare i pannolini per la piccola Chanel a causa di un litigio nel parcheggio. Scatto sulla fascia, pardon, sul marciapiede, e Totti è arrivato sul posto prima dei carabinieri: «Aho’ ma che stai a fa’? Uno litiga, basta un vaffanc... e te meni come un fabbro? Ma che te dice la testa?» tagliò corto il campione giallorosso. Davanti a una folla di curiosi accorsi per vedere l’ottavo re di Roma, l’aggressore (poi condannato a otto mesi di reclusione) era stato identificato. Da quel giorno i filippini vittime di pestaggi non chiamano più il maresciallo o il 113. Chiamano il Capitano o, più semplicemente, il 10.