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 2014  novembre 15 Sabato calendario

LEGGENDE, SALUTE E BUGIE


Era amaro e disgustoso. Ma, poiché si credeva che “facesse bene”, per anni lo si è infilato a cucchiaiate nelle bocche di bambini piangenti. Quello dell’olio di fegato di merluzzo, tanto di moda ai tempi dei nostri nonni, è stato uno dei tanti “miti salubri”. Certo, è vero che è un olio ricco di vitamine e grassi “buoni”, ma nessuna ricerca ha mai dimostrato che protegga anche il sistema cardiocircolatorio, guarisca le ferite o che sia necessario alla crescita dei ragazzini più di un bel piatto di pesce con le verdure. Oggi lo sappiamo, e i nostri bambini ringraziano. Le leggende sulla salute, come in questo caso, hanno spesso un fondo di verità, mescolato però a considerazioni irrazionali e a vere e proprie fiabe. E ogni epoca ha le sue. Chiuso con l’olio di fegato di merluzzo, ne sono arrivate altre. Dicerie infondate ma molto suggestive, che grazie a Internet si sono diffuse tra di noi, travestite da pragmatiche e illuminate verità.
Per esempio. Va molto di moda dire che “gli antibiotici fanno male”. Rientrerebbe tra le cose che “i medici non dicono”. Ma la faccenda è assai complessa. Gli antibiotici sono molecole molto potenti capaci di uccidere i batteri laddove il nostro sistema immunitario da solo non ce la fa. In questo modo, nel giro di meno di un secolo, hanno praticamente fatto scomparire dalla quotidianità malattie gravissime e un tempo molto diffuse, come la sifilide e la tubercolosi. Hanno reso molto meno pericolose polmoniti e ustioni, e hanno permesso di sterilizzare le sale operatorie. È vero che oggi si tende ad abusarne e a somministrarli ai bambini al primo starnuto (peraltro il raffreddore, come l’influenza, è una malattia virale per cui gli antibiotici sono del tutto inutili). Ma è proprio qui il busillis: siccome sono potenti, hanno anche effetti collaterali, per esempio sulla flora batterica “buona” dell’intestino, e possono dare diarrea che a sua volta affatica l’organismo. Perciò bisogna che i benefici della loro somministrazione siano superiori ai danni che creano, o possono creare. Premesso questo, è sciocco, oltre che pericoloso, rinunciarvi.
Sempre sul filone finto salutista, un’altra leggenda sostiene che si debba periodicamente “depurare l’organismo”, operazione misteriosa compiuta, a seconda dei consigli, con beveroni, tisane, diete o pillole. La verità è che il nostro organismo, salvo malattie particolari, sa da sé come depurarsi e lo fa con regolarità ed efficienza. Ma c’è una curiosità: questa della depurazione è una fissa di segno opposto a quanto si è creduto per secoli. E cioè che l’acqua facesse male, che aprisse i pori della pelle e facesse entrare chissà quali veleni. È anche per questo che dal Medioevo al Seicento si sono diffuse terribili malattie infettive dovute alla scarsa igiene. Per fortuna, oggi con la “depurazione” non si possono fare simili pasticci, ma la logica non è poi tanto diversa.
Anche le leggende sull’alimentazione sono infinite e spesso hanno un fondo di verità, travisata e distorta, che rende più difficile sfatarle. Per esempio quella per cui il colesterolo sarebbe pericoloso. Cioè: è vero che alti livelli di colesterolo nel sangue sono associati a un aumento del rischio cardiovascolare. Verissimo, e chi si trova in questa condizione deve rimediare: con una dieta sana e con l’attività fisica, ed eventualmente coi farmaci. Ma il colesterolo in sé non è né buono, né cattivo. La maggior parte di quello presente nel nostro organismo viene prodotto autonomamente dal fegato, perché serve, per esempio, a costruire le pareti delle cellule e produrre ormoni. Quindi, se tutti i valori ematici sono a posto, rinunciare a burro, carne, uova e formaggi è solo inutile e vessatorio. Così come è inutile e vessatorio evitare il cioccolato per il terrore che causi la formazione di brufoli. Perché è stato ampiamente dimostrato che i brufoli sono legati agli ormoni, all’ambiente, allo stress, al fumo di sigaretta e all’uso di cosmetici ma mai alla cioccolata. Si può invece rinunciare benissimo agli spinaci, che non sono così ricchi di ferro come si dice. Insomma: a tavola ci si può sedere più rilassati di quanto la mitologia contemporanea non racconti.
Anche sul mangiare di notte, tranquillizziamoci: «Se si tratta di uno spuntino una volta ogni tanto, quando ci si alza in una notte di insonnia e si mangia rispondendo alla fame, non vedo perché dovrebbe far male”, spiega Antonio Malorni, nutrizionista ed ex direttore dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr di Avellino. Ma c’è certamente un caveat: “Lo spuntino fatto con continuità, più per seguire una moda che per necessità, è tutto un altro paio di maniche”. Perché il nostro organismo è regolato sulle 24 ore e “di notte il nostro corpo deve riposare, tanto che si parla di digiuno fisiologico”, prosegue Malorni. Lo spuntino notturno che non risponde alla fame “crea una turbativa, destabilizza: provoca la produzione di insulina e, a cascata, di altri ormoni che accendono e spengono geni in maniera non fisiologica. E questo può innescare errori, che a loro volta possono indurre lo sviluppo di malattie degenerative e tumorali».
Oltre la questione alimentare, si arriva al capitolo “miti e leggende su gravidanza e maternità” che, da solo, richiederebbe migliaia di pagine. L’allattamento in particolare è il momento in cui tutti sono prodighi di buoni consigli e di ricette “della nonna” fondate soprattutto sulla fantasia. Si va dal “bisogna mangiare leggero” a “con le mestruazioni il latte acquista un cattivo sapore”, da “le donne miopi non possono allattare” a “la birra fa aumentare il latte”. E poi c’è la questione, discussa da tempo, dell’allattamento prolungato, su cui i pediatri hanno opinioni divergenti. La soluzione è seguire i consigli dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), così generici da poter essere rivolti a tutte le mamme del mondo, che poi valuteranno col medico e col buon senso i dettagli della faccenda. «L’Oms dice giustamente che l’allattamento al seno dovrebbe essere la modalità preferenziale per i primi sei mesi di vita», spiega il professor Andrea Vania, pediatra e responsabile del Centro di dietologia e nutrizione pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma. «E suggerisce che dovrebbe continuare fino all’anno di vita, volendo anche fino ai due anni e oltre». Va detto che le parole dell’Oms sono da intendersi rivolte soprattutto alle mamme dei Paesi in via di sviluppo, visto che si sottolineano i rischi di malnutrizione e contaminazione batterica dei cibi in caso di svezzamento troppo precoce. E che, «qui in Italia, il principale ostacolo all’allattamento sono le condizioni del mercato del lavoro, che a volte impongono il rientro della neomamma troppo presto, ancora prima dei sei mesi auspicati dall’Oms», conclude Vania. L’allattamento prolungato, il più delle volte è un gran privilegio.
Miti e leggende, poi, che assomigliano piuttosto a superstizioni, e che un fondo di verità non ce lo hanno proprio. Tipo: tagliare i capelli li rinforza. E giù con acconciature alla marines ai primi segni di sfoltimento delle chiome, magari nei giorni di luna crescente. Tutte leggende, le fibre, anche se vengono tagliate all’estremità, non cambiano strutturalmente lungo il fusto del capello. L’unica cosa vera è che così si elimina la parte più sfibrata e la chioma riacquista volume e un aspetto più sano. Non è nemmeno vero che prima dello sport si debba fare stretching. Se quello che cerchiamo è un salto da Olimpiadi, o se stiamo andando a correre una maratona, a giocare a calcetto o a qualsiasi altro sport che richieda forza e scatto, meglio, anzi, evitare. Si è visto che lo stretching statico riduce l’elasticità del muscolo e la sua forza e può anche peggiorare la coordinazione generale del movimento. Se proprio non se ne può fare a meno, non va mai praticato a freddo, ma dev’essere preceduto a sua volta da una corsetta. E la ricetta migliore, secondo le ultime ricerche, è quella di riscaldare i muscoli e basta, senza stirarli prima dell’uso. Infine, è arrivato il momento di rivalutare il testosterone. Da sempre considerato motore dell’aggressività maschile, pare non esser correlato con l’impulso ad alzare la voce e a menare le mani. È associato alla libido sessuale, semmai, nei maschi come nelle femmine, e non sembra essere più alto nelle persone violente rispetto alle pacifiche. Ma questa è un’altra storia.