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 2014  novembre 18 Martedì calendario

GLI STIPENDI DI 400 EURO MENSILI DILAGANO E DANNO RAGIONE A RUGGERI: CLASSE MEDIA SEMPRE PIÙ POVERA

Tavolata con coppie di ogni età per il pranzo domenicale. Tiene banco la crisi del commercio. Spiega il titolare di un grande negozio di abbigliamento e articoli sportivi: «Quest’anno è stato il peggiore che io ricordi. Abbiamo fatto il 30% in meno di fatturato. Se le mura del negozio non fossero di nostra proprietà e dovessimo pagare l’affitto, saremmo in guai seri. Alcuni mesi fa ho dovuto licenziare una commessa. Un’altra dovrò mandarla a casa dopo Natale. Però, con i soldi della Regione Lazio, potrò assumerne un’altra, che per un anno e mezzo non mi costerà neppure un euro».
La curiosità sale di tono. Soldi della Regione? Neppure un euro di costo? Come funziona questa novità? «C’è un programma regionale, non so come si chiami, che funziona così» spiega il commerciante: «Per sei mesi, posso prendere in prova una giovane commessa con meno di 29 anni. Ne ho già contattata una che ne ha 26: per sei mesi lavorerà nel mio negozio e prenderà 400 euro al mese, pagati dalla Regione Lazio. Trascorsi i sei mesi, se deciderò di assumerla, dovrò farle un contratto a tempo indeterminato: otto ore di lavoro al giorno per uno stipendio mensile di 600 euro. Per il primo anno, la Regione mi verserà un contributo di circa 8 mila euro. In pratica, questo programma regionale mi consentirà di avere una nuova commessa, senza dover pagare neppure un euro di stipendio per un anno e mezzo. Poi si vedrà».
Il vantaggio del commerciante, rispetto a prima, è duplice. «La commessa che devo mandare a casa dopo Natale lavora con un contratto part time per tre ore al giorno e prende uno stipendio lordo di 800 euro mensili. La nuova commessa dovrà lavorare di più, otto ore al giorno sia durante il periodo di prova, che dopo. E per un anno e mezzo non mi costerà nulla. Sarei folle a non approfittarne».
Scusa tanto, chiede uno della tavolata, ma con questo programma regionale, la commessa che mandi a casa sembra l’unica a rimetterci. O no? «Le ho già parlato» risponde il commerciante. «Lei stessa ha visto che il giro d’affari è diminuito, e se l’aspettava. Ha 35 anni e due figli. Con la liquidazione, circa 7-8 mila euro, e l’assegno di disoccupazione di circa 450 euro al mese, pensa di poter resistere un anno e mezzo o due. Poi, se la crisi sarà superata, sarà la prima che riassumerò. Altrimenti dovrà cercarsi un altro lavoro, anche se per lei non sarà facile».
Chiede un commensale: «Sono in tanti a fruire di questo programma regionale». Risposta: «All’ufficio di collocamento non parlano d’altro. So che alcuni datori di lavoro ne stanno approfittando, anche in modo vergognoso. Pochi giorni fa ero in attesa di parlare con l’impiegata allo sportello. Un giovane di poco sopra i 18 anni le ha chiesto: dove devo firmare per fare prendere i 400 euro al mio padrone?
L’impiegata, incuriosita, gli ha spiegato: guarda che questi soldi della Regione spettano a te, sono i tuoi. Ma il ragazzo, con un’ingenuità incredibile, ha risposto che lui quei soldi li avrebbe consegnati ogni mese al padrone, poiché gli ha promesso l’assunzione fissa dopo i sei mesi».
Interviene una giovane donna che lavora con la partita Iva: «Mi fa rabbia scoprire che i soldi delle mie tasse siano usati per simili porcherie. Non ti sembra che in questo modo, anche nel tuo caso, la Regione ti abbia spinto a licenziare»? Risposta: «È vero, per me è come se lo Stato mi avesse messo in mano una pistola carica, invitandomi a licenziare, perché così potrò risparmiare diverse migliaia di euro sul costo del lavoro. E se questo mi consentirà di superare la crisi e di non chiudere il negozio, potrò solo dire: grazie Regione».
«Non puoi essere così egoista!», è intervenuto un commensale. «Questo programma della Regione può andare bene per te, ma di fatto crea le premesse non solo di molti licenziamenti, ma anche per ridurre gli stipendi delle commesse, che sono già magri. Con l’euro, nel Duemila, abbiamo avuto i prezzi raddoppiati; ora, sempre grazie all’euro, abbiamo gli stipendi dimezzati. Una fregatura doppia: così stiamo diventando davvero più poveri».
In tavola è arrivato il dolce, e si è cambiato argomento. Ho poi controllato su internet se il programma regionale esiste, e come funziona. Tutto vero. Si chiama «Garanzia giovani», e dispone di un fondo di 16 milioni per i giovani disoccupati del Lazio tra i 18 e i 29 anni. Gli iscritti che hanno fatto domanda sono già 20 mila.
A loro insaputa, sono protagonisti di una politica che aiuta alcuni, crea svantaggi ad altri, e alla fine, come dice Riccardo Ruggeri, porta al solito risultato: «impoverire la classe media, sedare quella povera».
Tino Oldani, ItaliaOggi 18/11/2014