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 2014  novembre 18 Martedì calendario

E JP MORGAN ORA PUNTA SULL’EUROPA

Jp Morgan consiglia di aumentare il peso in portafoglio dell’Europa a scapito degli Stati Uniti. Nella Global equity research gli analisti della banca Usa fanno notare come, utilizzando il dollaro quale divisa di riferimento, da inizio anno i listini del Vecchio Continente ha sottoperformato quelli Usa del 22%. Se il confronto si facesse in euro, la distanza resterebbe elevata e si attesterebbe al 13%. Ora, secondo di Jp Morgan, l’Eurozona è pronta a recuperare: «Crediamo che la recente sottoperformance dell’Eurozona rispetto agli Stati Uniti rappresenti un’opportunità. Alcune delle ragioni che ci avevano spinto finora a ridurre l’esposizione verso le borse Ue stanno cambiando». In particolare, gli strategist di Jp Morgan sottolineano che le azioni europee apparivano molto care a inizio 2014, ma ora, dopo la correzione, appaiono invece a buon mercato. Il differenziale di return on equity tra l’Europa e gli Usa è al top della serie storica e d’ora in avanti è destinato a normalizzarsi. Anche dagli spread dei bond dei Paesi europei periferici arrivano segnali rassicuranti, perché, diversamente da quanto avvenuto in passato, in questa fase gli spread sono rimasti stabili. Segnali positivi arrivano anche dal cds, un altro indicatore di rischio, che continua ad attestarsi a un livello basso, intorno ai 65 punti base, segno che il mercato non considera la zona euro eccessivamente rischiosa. Inoltre la divergenza di politica monetaria tra Fed e Bce potrà sostenere le borse europee, anche perché, secondo gli esperti, la «Tltro potrà essere più efficace delle misure messe in campo finora». Buone notizie sono arrivate anche dagli stress test che hanno fatto la fotografia di un settore bancario solido e ciò, sottolinea Jp Morgan, è particolarmente importante in Europa, dove i tre quarti dei finanziamenti sono rappresentati dai prestiti bancari. Non solo: «L’indebolimento dell’euro dà il vento in poppa agli utili e agli esportatori», dicono da Jp Morgan. In particolare, gli economisti della banca Usa stimano che una caduta del 10% dell’euro equivale a un punto in più di pil in 2-3 anni. La conclusione è che «l’Eurozona è destinata a fare meglio degli Stati Uniti, anche se le azioni americane continueranno a crescere in termini assoluti». Tra le top picks indicate da Jp Morgan, si trovano Enel, Generali e Unicredit che ricevono un giudizio overweight. Mentre nel paniere denominato «Eurozone recovery basket» si trovano nomi quali Atlantia, Mediaset, Enel, Unicredit, Autogrill, e Campari. Insieme alle altre azioni europee.
Roberta Castellarin, MilanoFinanza 18/11/2014