Giulio Busi, Il Sole 24 Ore 16/11/2014, 16 novembre 2014
BIBBIA EBRAICA EROTICA
Il numero è di quelli tondi: «Aveva settecento principesse per mogli e trecento concubine». Postmoderni, scafati, esponenti di società liquide, figli della rivoluzione sessuale fin che si vuole, ma ci si sente come poveri provincialotti davanti a un simile ben di Dio (absit iniuria). D’accordo che Salomone era un sovrano di quelli robusti, e che i tempi erano maschilisti mica poco. Anche a tener conto del gusto orientale per l’iperbole, mille amanti sono uno schiaffo al senso delle proporzioni, per tacere della salvezza dell’anima. Buon sangue non mente, si dirà, giacché anche Davide, papà di Salomone, non c’era andato piano in simili faccende. La biografia davidica è un catalogo di seduzioni, adulteri, abbandoni e delitti più o meno d’onore. Giovane pastorello mozzafiato prima, monarca poi, donnaiolo sempre, Davide non arretra davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole. E se ci sono mariti di mezzo, come nel caso di Micol e di Betsabea, due sue "prede", tanto peggio per i suddetti consorti, tolti di mezzo senza complimenti. Ci si chiede perché la Scrittura ebraica sia così cruda, a volte persino compiaciuta nel narrare gli eccessi e le scorribande amorose e sessuali dei suoi protagonisti. La ragione di siffatto verismo sta forse nella legge del contrappasso, nella convinzione che al Dio invisibile si arrivi solo dopo aver misurato passo passo il mondo visibile di quaggiù. Rovi, pietre, dolori, amori e desideri carnali, e tutto il resto che ben sappiamo.
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Giampaolo Anderlini, Tu mi hai rapito il cuore. Eros, amore e sessualità nella Bibbia ebraica, Wingsbert, Correggio, pagg. 218, € 16,00
Giulio Busi, Il Sole 24 Ore 16/11/2014