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 2014  novembre 16 Domenica calendario

ITALIANI SIATE AMBIZIOSI

Miei carissimi Italiani
Sono grandemente onorato che abbiate sentito la mia mancanza, come m’avete scritto.
La vostra benevolenza mi conforta caldissimamente a proseguire la nostra magnanima impresa (pur considerando quanto ci sarebbe da fare e quanto poco potrò fare).
Credereste che queste nostre lettere invece di staccarmi maggiormente dalla vita mi riaffezionano a quello ch’io aveva già abbandonato?
Anche questa è misura dell’ambizione che può aver varie forme e vari fini. Tolta la molla dell’ambizione, vale a dire dell’interesse proprio, è tolta quasi la molla della speranza, dal che segue l’inattività, il poco valore in tutto il significato di questa parola, la poca forza individuale, nazionale.
Io stesso sono stato in gran confusione: scoraggiato di non poter tornare per il guasto della catapulta verbale a inchiostro. Ho riflettuto: il dispiacere che m’ha cagionato il separarmi da voi (sebbene per poco) è proporzionale alla gioia che mi date. Legato a questo è ciò ch’io dico sul piacere che è sempre futuro, e non mai presente. Ho spiegato quello che vediamo negli uomini di certa fruttuosa ambizione; dico quella speranza riposta nella posterità, quel proporsi per fine delle azioni, dei desideri, delle speranze nostre la lode ec. di coloro che verranno dopo di noi. È ciò ch’io vo gustando presentemente grazie a voi quasi fuori della mia vita e pure ancora dentro di lei.
Vi consiglio di riflettere anche sul fatto che l’ambizione, vincolo e sostegno potentissimo della società, non d’altronde nasce che da essa società ridotta a forma stretta, poiché fuor di essa l’ambizione non ha luogo alcuno nell’uomo, e l’amor proprio naturale non prenderebbe mai questo aspetto, che pur sembra totalmente suo proprio ed essenziale e sommamente immediato. Di come sia possibile indirizzare l’amor proprio, giacché l’uomo si muove solo per amor proprio modificato in diverse guise, lo vedremo.
Mi offro all’amor vostro e a’ vostri servigi in tutto quello ch’io possa, ma con molto maggior animo e cura che per me stesso. Il vostro
Giacomo Leopardi
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Testo elaborato da Antonella Antonia Paolini utilizzando passi tratti dalle opere leopardiane: Epistolario; Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani; Zibaldone, Il Sole 24 Ore 16/11/2014