Enrico Franceschini, Affari&Finanza – la Repubblica 17/11/2014, 17 novembre 2014
INSIDER TRADING LA STRETTA DELLA CITY
Scoppia anche nella City di Londra uno scandalo di “insider trading”, il reato di passare informazioni privilegiate per fini di speculazioni sui mercati azionari. Una cattiva abitudine consolidata dall’altra parte dell’oceano, a Wall Street, ma solo recentemente le autorità britanniche hanno moltiplicato gli sforzi per scoprire e punire pratiche analoghe anche lungo il Tamigi. Così, dopo un’indagine durata tre anni, nei giorni scorsi è stato incriminato Julian Rifat, un manager di hedge fund che lavorava alla Moore Capital e che la Morgan Stanley classificava come uno degli investitori istituzionali più brillanti della cittadella della finanza londinese. Accusato di avere divulgato segreti su otto società, tra cui Barclays, Volkswagen, Metro e Iberdrola, all’udienza preliminare Rufat si è dichiarato colpevole di avere intascato bustarelle per 250 mila sterline (300 mila euro) dai suoi complici, tra i quali Graeme Shelley, un broker della Novum Securities, pure lui finito in manette, che aveva pagato fra l’altro una vacanza di lusso in Oman per Rifat e la moglie costata 14 mila sterline, come parte della ricompensa per le sue informazioni privilegiate. La sentenza è attesa per le prossime settimane, può darsi che gli imputati se la cavino con una pena sospesa, l’equivalente della nostra condizionale. Ma con la City hanno chiuso. L’operazione della Financial Conduct Authority per sgominare il caso che ruotava attorno al manager corrotto, era chiamata “Tabernacula”, termine latino che significa “piccolo pub”, spiega il Financial Times. Una taverna di Londra, come diremmo in italiano, che comincia ad essere affollata: dal 2008 sono già state impartite 28 condanne per “insider trading” a banchieri e broker della City, e altri otto sono attualmente sotto processo.
Enrico Franceschini, Affari&Finanza – la Repubblica 17/11/2014