Antonio Castro, Libero 16/11/2014, 16 novembre 2014
«VIA LE TASSE AGLI ALLUVIONATI O BLOCCHEREMO L’AUTOSTRADA»
«Lunedì tornano le tasse per gli alluvionati, quelle per i terremotati sono già arrivate. Contro questa vergogna io sono pronto a sedermi in mezzo all’autostrada perché qualcuno al governo e in Regione si svegli». Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, minaccia azioni eclatanti. E ricorda: «Hanno sfilato presidenti, premier, istituzioni, ma niente è cambiato. Su 13 miliardi promessi non ne è arrivato neanche uno e l’unico aiuto del Pd è stato quello di accordarsi con le banche per concedere mutui per il pagamento delle tasse, con interessi folli». La conta ufficiale dei danni è ferma a 6 giorni fa: 900 milioni, stando al monitoraggio realizzato dalla “Struttura di missione contro il dissesto” di Palazzo Chigi (“# italiasicura”). Ma negli ultimi giorni il conto è salito ancora. Alzandosi di molto vista la prima sommaria valutazione, ipotizzano associazioni degli agricoltori e amministratori locali. Tralasciando la beffa delle tasse sospese e poi fatte pagare con interessi record. Sindaci e presidenti di regione sono stati convocati giovedì 20 novembre a Palazzo Chigi. L’ennesima riunione «per fare il punto sulle opere e gli interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio delle aree metropolitane». Ciò che più preoccupa, al momento, è il «rischio a «Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Reggio Calabria, Cagliari, Palermo, Messina e Catania, e la programmazione degli interventi per il nuovo Piano nazionale 2014-2020 contro il dissesto». Un primo stanziamento è già previsto con lo Sblocca Italia (110 milioni), su un preventivo complessivo di ben 900. Dopo anni di tentennamenti l’Italia si è finalmente decisa a chiedere i fondi europei (richiesta inviata a Bruxelles giusto 48 ore fa). In sostanza: dai 44 miliardi di fondi europei per il periodo 2015-2020 (Sviluppo & coesione), 5 miliardi serviranno per mettere in sicurezza. Sempre che bastino. Negli ultimi 48 anni abbiamo speso circa 168 miliardi di euro, ma per riparare i danni di ben 20mila tra frane e alluvioni. E poi spesso i soldi non vengono neppure spesi. Dal 1998 ad oggi su un plafond disponibile di 5,4 miliardi, oltre la metà (2,3 miliardi), sono rimasti sui conti di tesoreria. Difficile mettere in sicurezza un Paese se neppure si chiedono le risorse (quando ci sono).