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 2014  novembre 16 Domenica calendario

SCIENTOLOGY: MOLTO FANTA- E POCO -SCIENZA

Immaginiamo una nave buttare l’ancora davanti alle coste della Sicilia e il capitano consegnare agli uomini una mappa per rintracciare un tesoro, nascosto lì in una vita precedente. Sembra la trama di un film demenziale, invece accadde davvero. La ciurma era costituita dagli adepti di un culto chiamato Scientology e il capitano era L. Ron Hubbard.
Nato nel 1911 da una famiglia metodista, fin da ragazzo fu affascinato dalle scienze occulte. Iscritto a Ingegneria, era uno studente svogliato. Gli piaceva scrivere. Dopo un viaggio a bordo di un biplano, pubblicò un testo sull’esperienza, il primo di una lunga serie che l’avrebbe portato — stando al Guinness dei primati 2006 — a diventare l’autore più pubblicato al mondo, con 1.084 titoli. Cominciò a scrivere romanzi dozzinali, fedele al motto: «La prima stesura è l’ultima». Nel 1938, dal dentista, ebbe un’esperienza extracorporea sotto anestesia. Scrisse un libro fantomatico che ritirò perché, stando a lui, l’editor, stravolto dall’epifania, s’era buttato dalla finestra. Seguirono una partecipazione risibile alla guerra e un trasferimento in California, dove entrò in contatto con l’occultismo, mutuando da Aleister Crowley l’idea che «il progresso spirituale non dipendesse da codici religiosi o morali, ma che fosse come una qualsiasi altra scienza». Era bigamo, viveva di sussidi pubblici e si gingillava con la psicologia, finché nel 1950 non pubblicò Dianetics . Criticato per non essere né scienza né fiction, ma fictional science , rimase settimane in cima alla classifica del «New York Times». Tutto cambiò. Qualche anno dopo nacque Scientology, che, tra molte difficoltà (cause legali, problemi con il fisco), perdura fino a oggi.

Tutta la vicenda è ricostruita nel libro Going Clear. Scientology, Hollywood, & the Prison of Belief (Alfred A. Knopf), uscito negli Usa: lo ha firmato Lawrence Wright, già autore di un’inchiesta sui prodromi dell’11 settembre che gli è valsa il Pulitzer ( Le altissime torri , Adelphi). Un po’ religione e un po’ pseudoscienza, mezza narrativa di serie B e mezza seduta di autoaiuto, la chiesa di Hubbard sostiene di contare 8 milioni di affiliati, ma da un’indagine statistica risulta che solo 25 mila americani si definiscono aderenti, meno della metà dei rastafariani. Allora perché Scientology fa così parlare di sé? L’intuizione di Hubbard fu coniugare la sete di trascendenza al culto della celebrità: di qui la caccia all’adesione e all’avallo dei vip (oltre che ai loro contributi economici), dopo quelli di John Travolta e Tom Cruise. L’altra componente è stata la strenua volontà del fondatore nel perseguire il progetto, coniugando carisma e immaginazione alla capacità sincretistica tipica di ogni culto. Elementi di psicoanalisi, spiritualità new age, mitologia, paranormale, induismo, vennero convogliati in una disciplina oscura, stratificata, concepita come una serie di miglioramenti dai nomi arcani, che promettevano agli adepti di ottenere ogni volta qualcosa di decisivo ma inattingibile, acquisendo maggiori poteri su se stessi. Non era solo una questione di fede, ma un processo «scientifico» che avrebbe dovuto portare il seguace a esaltare un teorico potenziale d’immortalità, oltre la materia, l’energia, lo spazio e il tempo. Molto più che stare bene. Ogni tanto, saggiamente, un membro si chiedeva: ma se ha tutti questi poteri, perché la Fonte (come si faceva chiamare Hubbard) non li usa su di sé, ad esempio dopo un malore o un incidente? Risposta: «Se apparissi in volo sopra New York, molti resterebbero sopraffatti e io non sono qui per sopraffare».
Quando morì, dissero che era passato a uno stadio superiore e ne attendono il ritorno. Se la fumosità sembra il centro dell’esperienza, visto che l’indeterminato è incontestabile, si aggiungono dettagli sinistri quando l’indagine di Wright affronta il confine tra persuasione e plagio, tra disciplina e lavaggio del cervello, raccontando le storie degli abusi perpetrati ai danni di chi ha scelto di entrare. Scientology non ha gradito: il libro si è guadagnato un sito dedicato a sbugiardarlo.