Matteo Parsivale, Corriere della Sera 16/11/2014, 16 novembre 2014
LA «SPREZZATURA» È IL SEGRETO DI UNO STILE UNICO
Lo stile Mancini, ai tempi del Manchester City, affascinava l’Inghilterra per la sua orgogliosa italianità: ama gli abiti su misura (il suo sarto è a Napoli), ammira Giorgio Armani, porta il fazzoletto bianco nel taschino da anni (al City bianco con un filo azzurro, come i colori della squadra). Ci sono altri allenatori che hanno stile nell’abbigliamento: Guardiola, Villas Boas, Martinez dell’Everton. Ma a parte Mourinho con la cravatta slacciata e i maxi-orologi che costano come un appartamento in centro, e Simeone con i capelli ingellatissimi da ballerino di tango anni Trenta, nessuno ha il gusto di Mancini per il particolare eccentrico esibito con naturalezza. Quello che differenzia Mancini dai colleghi è la dote della sprezzatura. Termine coniato dall’umanista Baldassarre Castiglione nel 500 per definire la sicurezza in se stessi che porta a far sembrare facili le cose difficili. Esempi: il maglione di cachemire portato sulle spalle facendolo passare sotto al colletto della camicia, e fermandone le maniche sul petto sotto il primo bottone della giacca, allacciato (quando non fa molto freddo porta anche la sciarpa a support del colletto, non sopra). Le camicie con il colletto morbido portate aperte sotto il maglione con scollo a V come se fossero polo. O la giacca cerata verde inglese abbinata alla sciarpa multicolore per non essere troppo «antico».