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 2014  novembre 16 Domenica calendario

IL CATTIVO DI HOLLYWOOD

LOS ANGELES «Tanti registi mi vedono bene nei più perfidi e vendicativi ruoli anche se non sono sempre un “cattivo” come Hans Landa, il colonnello delle SS che ho interpretato in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. A lui va la mia gratitudine perché mi ha restituito il piacere di costruire personaggi in età matura, e mi ha regalato una seconda carriera con il dottor Schultz di Django unchained » dice Christoph Waltz. L’attore austriaco, 58 anni, è adorato da Hollywood, che gli ha dato due Oscar come miglior attore non protagonista proprio per i due film di Tarantino.
Per mesi Waltz è stato impegnatissimo sul set di Big eyes diretto da Tim Burton, e si è divertito in Horrible bosses 2 ( Come ammazzare il capo … e vivere felici 2) , dove è un investitore senza scrupoli che mette nei pasticci i tre protagonisti, ride delle loro crisi e tiranneggia il figlio. Christoph ha costruito una carriera straordinaria in meno di un decennio dopo una lunga gavetta in teatro, cinema e tv. Tuttavia, sedotto da Hollywood, non dimentica né il palcoscenico né i suoi molti e vari impegni culturali.
«Sono cresciuto nel mondo dello spettacolo — spiega — ho studiato al Max Reinhardt Seminar di Vienna, al Lee Strasberg Theater di New York e concordo con quello che mi dicevano i miei grandi insegnanti: “Leggere un libro, tanti libri, è sempre indispensabile. Insegna a recitare, è un modo di pensare ai diversi ruoli”. Ho ricordato questa frase impersonando il mio ambizioso pittore in Big eyes , capace di attribuirsi il merito dei quadri della moglie: anche dipingere, come recitare e leggere un libro, è un altro modo di pensare».
Waltz è un attore capace di rubare la scena a tutti. Accade anche in Big eyes, presentato in anteprima in una gremitissima serata al Lacma Museum, perché coniuga per molti aspetti cinema e pittura e come parte di una rassegna sui film indipendenti americani (la versione definitiva della pellicola sarà sugli schermi Usa per Natale e uscirà l’8 gennaio in Italia con il marchio Lucky Red).
Racconta Christoph: «Sono cattivo e cinico nel film perché conquisto la fama attraverso le tele di mio moglie, la pittrice Margaret Keane. È una storia vera, che ha riportato Tim Burton al genere biografico, dopo Ed Wood . Ho adorato recitare con Tim per il suo estro creativo e geniale. Per giunta a San Francisco, la città americana che prediligo; anche se ho deciso tempo fa di stabilirmi con mia moglie, che è americana, a Los Angeles».
«Non è la prima volta che impersono un artista — racconta Waltz con sguardi che possono diventare gelidi se gli si pongono domande che lo irritano — ma questa volta sono un falso pittore capace di ogni duello pur di avere successo e naturalmente a un certo punto Margaret, mia moglie e vera autrice dei quadri, reagisce e mi ritrovo in un drammatico scontro legale. D’altro canto, il film è stato per me e Amy Adams una autentica sfida a colpi di pennello».
Per nulla imbarazzato dal fatto che con due Oscar alle spalle è capace di scegliere una partecipazione a un film comico e popolare come Horrible bosses 2 , Christoph Waltz conferma di pensare al cattivo del prossimo James Bond diretto da Sam Mendes, ma dice: «Non ho ancora firmato il contratto. Si vedrà. Di sicuro Mendes è un autore che apprezzo molto. Continuerò, quando e se accadrà, la mia carriera pulp tra crimini e avventure di ogni sorta».
Aggiunge: «Amo il mondo dello spettacolo, ho diretto da regista anche opere, l’ultima è stata Il cavaliere della rosa di Richard Strauss. Il sogno proibito? Dopo il Covent Garden vorrei arrivare alla Scala».
Waltz non intende affatto rinunciare a una carriera europea nonostante le offerte di Hollywood: «Non sminuisco un film o una pièce perché sono comici o brillanti: come in teatro devi sempre caratterizzare con tutto te stesso un ruolo, grande o piccolo. Sì, lavoro molto, ma sono capace di rilassarmi e ho una tecnica semplice per ricaricarmi. Mi tonifico con un Martini dry. Lo so, sembra una battuta da 007 degna di Sean Connery. Potrei metterla nel film di Mendes, se tutto andrà in porto».