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 2014  novembre 16 Domenica calendario

CAMICIA DELLA DISCORDIA

Mentre Philae atterrava sulla cometa, sulla Terra scoppiava lo «shirt-gate»: il primo scandalo vestiario della storia della scienza. Non era mai accaduto che uno scienziato si presentasse al pubblico di tutto il mondo sfoggiando una maglia stampata con tante pin-up vestite di latex. E non ci si aspettava nemmeno che fosse costretto a scusarsi con le lacrime agli occhi, due giorni dopo.
È successo a Matt Taylor, brillante fisico inglese a capo del progetto Rosetta per l’Agenzia spaziale europea. Un ragazzone barbuto e tatuato, esperto di fisica del plasma e aurore boreali, poco ferrato in dinamiche mediatiche e questioni di genere.
Con il passare delle ore «lo scienziato più figo dell’Esa» è diventato «lo scemo con quell’orrenda camicia». Precipitato dalle stelle nella polvere a suon di tweet, per qualcuno Matt resterà un’icona del sessismo inconsapevole diffuso nella comunità scientifica, per altri una vittima delle brigate della correttezza politica. Una terza via è possibile?
Primo indizio: la maglia della discordia l’ha disegnata una donna, una di quelle modelle-tatuatrici rockabilly che si possono vedere nei talent show americani. Elly Prizeman si mostra in foto con outfit estremi, mentre bacia gambe di manichini, scheletri, ragazze piene di piercing. Un immaginario iper-sessualizzato, neanche tanto originale, che prende l’idea della donna oggetto e la ribalta in una dichiarazione di girl power. Fra l’altro, in queste ore, insieme alle critiche le sono piovute addosso le ordinazioni. Secondo indizio: nel video in cui si fa tatuare sulla coscia il robot della missione, Matt indossa una T-shirt con dei cadaveri. Questo non ne fa un serial killer, semmai un uomo dai gusti discutibili che non vuole saperne di mettersi l’uniforme da adulto. Lo stesso vale, probabilmente, per le barbarelle fantascientifiche. Terzo indizio: lo scienziato eccentrico è un topos ben rappresentato dalla linguaccia di Einstein. Non è detto che gli eccentrici siano più creativi degli altri, ma è noto che fra le persone creative gli stravaganti sono più numerosi della media. Se hai questa forma di disinibizione cognitiva, non stai a preoccuparti per il giudizio degli altri.
Quelli come Matt, insomma, dovrebbero avere vicino un amico o un capo capaci di fermarli un attimo prima di esagerare. «Se non vuoi rovinare questo giorno storico, cambiati». Possibile che non gliel’abbia detto nessuno? Il sessismo nel mondo della scienza è una questione seria, non è possibile che un’agenzia spaziale si faccia rappresentare da una maglia così. Ultimo indizio: nelle interviste rilasciate da fidanzata e sorella, Matt viene descritto come il classico scienziato con la testa tra le nuvole, un imbranato che non si ricorda dove ha parcheggiato. Un ritratto che del machista ha poco, come la commozione manifestata porgendo le scuse.
Tante teoriche femministe hanno studiato come i media riducano il corpo femminile a un oggetto e come l’unico sguardo previsto sia quello maschile. Ma in quest’epoca ibrida sarebbe assurdo immaginare le donne sempre e solo come delle vittime. Lo sguardo femminile sa essere severo e anche ironico, lo spiega bene Tania Modleski nel suo libro sulla presunta misoginia di Alfred Hitchcock.
In questo caso alcune donne si sono arrabbiate perché nella maglia hanno colto un brutto messaggio: raggiungere la parità tra i sessi è più difficile che arrivare su una cometa. Per loro il gran giorno di Philae ha rappresentato «un passo avanti per un robot, un passo indietro per l’umanità» parafrasando Neil Armstrong. Probabilmente ad altre donne quelle stampe così esagerate sono parse quasi umoristiche. Ma tu guarda come un uomo tanto intelligente può fare la figura del pirla, ho pensato io. A Fabiola Gianotti non sarebbe potuto accadere.