Marco Ansaldo, la Repubblica 16/11/2014, 16 novembre 2014
ABORTO, IL PAPA AI MEDICI: “FATE OBIEZIONE”
CITTA’DEL VATICANO.
Medici cattolici, siate coraggiosi. Basta con la “falsa compassione” che giustifica aborto, eutanasia, fecondazione. Quella dell’”obiezione di coscienza”, anzi, è una scelta da fare, piuttosto, in modo anche “controcorrente”.
L’immagine della Chiesa come “ospedale da campo” usata da Papa Francesco nell’intervista al direttore de “La Civiltà cattolica”, padre Antonio Spadaro, è tornata prepotente ieri mattina in Vaticano, nel discorso fatto dal Pontefice all’Associazione dei medici cattolici, riuniti nell’Aula Paolo VI. E sono stati gli stessi camici bianchi a ricordarlo, tramite il loro presidente, il professor Filippo Maria Boscia: «Lei, Santità, ha definito la Chiesa un “ospedale da campo”. Proprio questa immagine rende il luogo dove noi quotidianamente lavoriamo e dove un gran numero di persone sofferenti entrano nella speranza di ricevere competenti cure, mai disgiunte da messaggi di amore e di misericordia».
Il Papa ha così esortato i suoi ospiti, in rappresentanza di 6500 professionisti cattolici in Italia, a comportarsi come il “buon samaritano”, prendendosi cura di chi soffre, con scelte “controcorrente”, capaci di arrivare persino “all’obiezione di coscienza”. Perché i medici, a partire da quelli cattolici, ha spiegato Jorge Mario Bergoglio, debbono operare per salvaguardare la vita. Che è “sacra”, “inviolabile”, e “sempre di qualità”.
«Il pensiero dominante — ha sottolineato Francesco — propone una “falsa compassione”: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono, usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre». I medici, invece, è il pensiero del Pontefice, devono avere particolare attenzione, in un mondo in cui è più facile guarire ma appunto più difficile prendersi cura delle persone, per i più fragili: malati, anziani, bambini, disabili. «Non c’è dubbio che — ha continuato Bergoglio — ai nostri giorni, a motivo dei progressi scientifici e tecnici sono notevolmente aumentate le possibilità di guarigione fisica; e tuttavia, per alcuni aspetti sembra diminuire la capacità di “prendersi cura” della persona, soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa».
A quel punto, come ormai fa spesso, il Papa ha messo da parte i fogli del discorso ufficiale, e proseguito a braccio guardando in faccia i suoi ospiti: «State attenti, sperimentare con la vita, giocare con la vita, è un peccato contro Dio Creatore». E l’aborto, ha rimarcato, «non è un problema religioso, e neanche filosofico. È un problema scientifico perché c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema». A Francesco, “a nome di tutti i medici” è stato quindi fatto un augurio di “salute e lunga vita”. Il Papa argentino ha risposto ai camici bianchi con la formula che ormai gli è consueta: «Vi chiedo, per favore, di pregare per me».
Marco Ansaldo, la Repubblica 16/11/2014