Lucia Sgueglia, La Stampa 16/11/2014, 16 novembre 2014
MA IN PATRIA LA PROPAGANDA FESTEGGIA “I 15 ANNI DI SUCCESSI”
Un tappeto rosso e l’immagine classica di Vladimir Putin che entra trionfante al Cremlino, ma qui si parla di futuro: «15 anni – L’inizio di una nuova era», è il nuovo progetto dell’agenzia di stampa di stato ex sovietica Tass (http://putin15.tass.ru), che tra scroll, click, video e foto interattivi celebra l’anniversario dell’avvento al potere del leader russo, il 31 dicembre 1999. E i suoi «15 anni di successi», dall’energia allo spazio: «prima» la Russia è in bianco e nero, «dopo» è a colori, «una forza potente e fiorente».
Mentre sulla scena internazionale Putin diventa un «nerukopozhatnyi», «persona non degna di una stretta di mano» come dicono i russi, in casa il capo del Cremlino è incensato dai media governativi in preda alla propaganda dopo la crisi ucraina. In una guerra mediatica sempre più forte con l’Occidente «russofobo». E per parare i contraccolpi di sanzioni e isolamento, cerca nuovi amici all’estero, anch’essi «alternativi».
«È già cominciata la campagna elettorale 2018? Ci prepariamo alla monarchia eterna?» ironizza un blogger. Lunedì scorso il lancio di Sputnik, nuovo network d’informazione in 30 lingue contro «l’aggressiva propaganda occidentale» e «la visione unilaterale americana del mondo», che pubblica articoli «cospirologici» sul «ritorno di rivoluzioni trotskyste nel mondo» dettate da Washington (da Tahrir a Maidan), o la possibile secessione di Miami dalla Florida, in omaggio alla Novorossia.
E dalla Biblioteca Presidenziale Boris Eltsin, creata da Putin nel 2007, arriva l’idea di una «anti-Wikipedia», risposta russa alla «inaffidabile» ma popolarissima enciclopedia on line nata nel 2001 negli Usa. Anche qui la parola chiave è «alternativa»: il mondo visto da Mosca, contro l’egemonia Usa nell’informazione e nel sapere. Quell’idea di «sovranità digitale» sempre più popolare da quando Putin definì internet «un progetto della Cia». Intanto la scure si abbatte sempre più su blog e media liberi: ultima nel tempo la storica radio Eco di Mosca, che rischia di «trasformarsi» o persino chiudere dopo la gaffe Twitter di un suo giornalista «non allineato» sull’Ucraina: il caporedattore Venediktov rifiuta di licenziarlo come richiesto dalla proprietà di Gazprom Media.
Per salvare l’economia, si guarda a Oriente. Il 12 novembre Rosatom ha promesso a Tehran di costruirle altri 8 reattori nucleari oltre a quelli di Buhsher - a pochi giorni dalla riunione del Sestetto che vuole invece ridurre la proliferazione atomica dell’Iran.
E mentre il cambio del rublo continua a sfarfallare pericolosamente su euro e dollaro, lunedì al Cremlino è atteso Choe Ryong Hae, nuovo Inviato Speciale per la Russia di Kim Jong Un, il leader nord coreano accusato dall’Onu di crimini contro l’umanità e a sua volta sotto sanzioni. Scopo ufficiale, discutere un aumento della cooperazione economico-commerciale e «questioni internazionali di interesse comune». Ma il vero obiettivo di Mosca, dopo la firma del mega accordo energetico con Pechino a maggio, sarebbe ottenere accesso territoriale diretto ai mercati della Corea del Sud.
Lucia Sgueglia, La Stampa 16/11/2014