Marco A. Capisani, ItaliaOggi 15/11/2014, 15 novembre 2014
GAZZETTA, PIÙ RACCONTI E PASSIONE
[Intervista ad Andrea Monti] –
La Gazzetta dello Sport avvia la sua rivoluzione copernicana: lunedì prossimo presenta la nuova ricetta editoriale su carta completando così il rinnovo di tutte le sue piattaforme media e mette al centro del suo sistema non il giornale, che resta comunque fondamentale, ma il lettore che in edicola cerca sempre più approfondimenti, racconti, storie di protagonisti, esclusive e opinioni forti.
Il tutto all’interno di una cornice grafica che semplifica la lettura mettendo in evidenza i contenuti. L’ultimo tassello di questo polo multimediale da 5 milioni di lettori-utenti (con l’8,5% di copie digitali pagate a prezzo pieno su tutta la diffusione digitale, fanno sapere da Rcs) sarà la tv sul digitale, al via nella prima parte dell’anno prossimo. Il palinsesto punterà su molti commenti e highlight, senza essere l’ennesima rete all news. Intanto il quotidiano Rcs riparte da lunedì con una tiratura da un milione di copie per il primo numero del nuovo corso, sostenuto da una campagna pubblicitaria ad hoc e un open day per i lettori. Mentre il direttore Andrea Monti lancia il suo guanto di sfida: «mantenere la Gazzetta dello Sport un giornale popolare, ma di qualità».
Domanda. Partiamo dall’inizio, cosa vuol dire in concreto mettere al centro il lettore?
Risposta. Significa rendersi conto ormai che il lettore che compra il quotidiano in edicola sa già che c’è stata, per esempio, quella particolare partita di calcio e ne conosce spesso già i risultati. Magari l’ha pure seguita dallo smartphone o via tablet. Quindi, a noi spetta fornirgli gli elementi aggiuntivi indispensabili per comprendere anche i retroscena di quell’evento: pareri autorevoli, analisi accurate e contenuti speciali. Il mondo Gazzetta, peraltro, copre le breaking news coi social network come Twitter, le cesella su internet e le arricchisce di video, poi sulla carta le approfondisce. Non a caso il rinnovo della Gazzetta di carta arriva dopo quelli del sito web, della web tv e del mobile, senza aver trascurato social media e digital edition.
D. Come si traduce la nuova visione nelle pagine del giornale?
R. Fin dalla prima pagina si coglie la differente impostazione più rigorosa e ricca, pur avendo meno titoli in modo da sottolineare i contenuti da non perdere. La prima pagina porterà in evidenza per esempio opinioni ed esclusive. Anche la testata emergerà meglio, senza essere più affiancata da formati pubblicitari. Nelle pagine interne, invece, scompaiono i titoli arancioni perché non dobbiamo più strillare un evento che si presuppone il lettore abbia già visto in tv, per esempio. Ci saranno più racconti; invece delle dichiarazioni a fine partita tracceremo i ritratti dei protagonisti che hanno parlato, i giudizi tecnici saranno ancora più accurati e daremo spazio alle nostre inchieste. Insomma, sarà un giornale a due velocità: una più rapida per l’attualità e una più rilassata per gli approfondimenti slegati dalla cronaca.
D. Non resta più nulla della vecchia Gazza?
R. Il solco è sempre quello. Ma se prima il giornale doveva essere rapido e con articoli brevi per dare più elementi di scelta, oggi il contesto è cambiato. Prediligiamo il racconto poiché siamo pervasi da un mondo dalle informazioni in tempo reale via mobile o televisione. Il racconto deve appassionare visto che, a differenza delle testate generaliste che il pubblico legge perché vuole tenersi aggiornato, nel nostro caso si decide volontariamente di dedicare il proprio tempo libero a qualcosa che piaccia, alla lettura della Gazzetta.
D. Quant’è dura la vita di un direttore e di un giornale che devono dialogare coi tifosi di squadre di calcio che, alternativamente, vincono, perdono e poi talvolta rivincono?
R. Noi seguiamo tutte le squadre a livello nazionale e siamo abituati a prendere posizioni anche se è più scomodo che farlo in politica. Ma ragioniamo sempre sui fatti. Parliamo ai tifosi della Juventus, del Milan e dell’Inter e anche a quelli di squadre sempre più importanti come la Roma e il Napoli.
D. In modo da recuperare qualche copia anche in quelle città...
R. Le copie cartacee che non si hanno difficilmente si recuperano. La semina si fa online. Poi, per esempio, su Roma stiamo pubblicando sempre più news e nella capitale abbiamo un cut price in atto, ma non c’interessa tanto rubare copie alla concorrenza. Se volessimo farlo, spezzeremo localmente la prima pagina con titoli accattivanti per ogni regione.
D. Dopo mesi dalle polemiche sulla nascita di Gazzabet, ci sono stati dei benefici?
R. Io non sono mai stato tra i promotori più accesi di Gazzabet, ma se i fatturati dei giornali calano bisogna trovare nuove linee di ricavi. Le scommesse sono connaturate allo sport, basta che siano trasparenti e separati dalla redazione dei contenuti. Così Gazzabet può essere, ma deve portare a casa risultati.
Marco A. Capisani, ItaliaOggi 15/11/2014