ct, il Fatto Quotidiano 15/11/2014, 15 novembre 2014
AFFARONE: IL PD SI COMPRA “EUROPA”
Questa notizia provoca una rettifica a tante precedenti notizie pubblicate: Matteo Renzi crede nell’Europa. Precisazione: si tratta del quotidiano Europa che, non diffuso più in edicola e messo in liquidazione, stava per spegnersi anche col sito. Ma un’offerta pervenuta dal Partito democratico, autorizzata dal segretario Renzi e formalizzata dal tesoriere Francesco Bonifazi, rilancia il giornale diretto da Stefano Menichini: assicurata la permanenza in Rete, non è escluso che possa tornare in edicola.
La testata è costata 200.000 euro al Nazareno, poi ci sarà bisogno di un piano editoriale e industriale e di ulteriori investimenti e di imprenditori.
Europa farà parte di una fondazione dem che si chiama EYU, acronimo che sta per Europa appunto, la web-tv Youdem e l’Unità, che manca all’appello. Perché il quotidiano fondato da Antonio Gramsci attende ancora un acquirente, i liquidatori hanno prolungato i termini al 30 novembre. Le offerte pervenute sono tre, due sono ritenute “inidonee”, una idonea ma va rimpinguata fino a 20 milioni, ed è quella presentata da Guido Veneziani (editore anche di Miracoli, Vero e Stop) e sostenuta dal Nazareno. La prima copia di Europa risale al 2003, il giornale è di proprietà di un movimento politico defunto, la Margherita. In undici anni, Europa non ha mai chiuso un bilancio in attivo, l’ultimo conteneva un rosso di un milione e mezzo di euro. Senza mai superare le 3.500 copie vendute nei tempi migliori, il quotidiano ha incassato oltre 31 milioni di euro di contributi pubblici. Il taglio ai fondi per l’editoria, “ridotti” a 1,18 milioni di euro percepiti nel 2013 riferiti al 2012, ha costretto la proprietà a liquidare una società che ha accumulato soltanto perdite e che non stava in “piedi”.
Per comprendere è sufficiente leggere il bilancio 2013 che presenta costi per il personale (già limati) di 1,5 milioni di euro e neanche 700.000 euro di introiti tra edicola, abbonamenti e pubblicità. Ora il Partito democratico prova a rianimare le sorti di un marchio che non ha mai attecchito nell’universo dem o di sinistra, essendo popolare e centrista in partenza. Da Europa provengono alcuni portavoce del governo di Matteo Renzi e, in particolare, Filippo Sensi (in arte Nomfup) che per il premier gestisce la comunicazione del presidente del Consiglio e di palazzo Chigi. Il giorno del saluto alle edicole, Europa riportava un commento di Paolo Gentiloni, da lì a poche ore nominato ministro degli Esteri. L’eredità umana e di relazioni (più che di pubblico) di Europa è un’eredità che ha pesato in questa decisione. L’organico è stato sfoltito in questi anni, con maggiore vigore in questi mesi, e allora il Pd è convinto di poter sfruttare un’altra voce amica. Adesso ci si attende la stessa celerità e la stessa efficienza con l’Unità. Ma sul quotidiano che fu del partito comunista incombono le battaglie interne ai dem. Perché proprio gli ex Pci – come scrive Libero – sembrano intenzionati a riprendersi l’Unità, capofila Massimo D’Alema, dietro l’ex segretario Pier Luigi Bersani. Quando ancora era sconosciuta la carta del Nazareno, cioè Guido Veneziani, sembrava vicino un accordo con un gruppo che poteva contare su buoni rapporti col mondo dalemiano. Ovvio che questa soluzione non sia gradita da Renzi e dai suoi uomini, dopo che D’Alema ha rinfocolato la polemica contro il fiorentino, definito un episodio. Il “Lìder Maximo” ha fatto intuire che vuole riprendersi il partito, la macchina, i militanti. E l’Unità è in ballo.
ct, il Fatto Quotidiano 15/11/2014