Stefano Scacchi, la Repubblica 15/11/2014, 15 novembre 2014
IL PRIMO ESONERO DI WALTER SCHIACCIATO DA UN MONDO OSTILE
MILANO.
La più bizzosa delle belle donne del calcio italiano ha abbandonato l’allenatore che non era mai stato lasciato da nessuna. Dopo 18 stagioni e otto panchine, a 53 anni, Walter Mazzarri conosce il primo esonero della carriera. Si deve inchinare alla dura legge dell’Inter, la società che finisce per costringere all’avvitamento anche i professionisti più esperti, pure quelli che hanno salvato la Reggina con 11 punti di penalità o portato il Napoli in Champions League fino a sfiorare l’eliminazione del Chelsea poi campione d’Europa.
Non basta quando tutto un mondo inizia a rivoltarsi con fischi allo stadio e crociate sui social network. Tutti accontentati alle 10.45 quando arriva la telefonata decisiva del dg Fassone a Mazzarri, che non si aspettava una svolta così drastica cinque giorni dopo il 2-2 col Verona e dieci giorni prima del derby. Lo staff tecnico era già alla Pinetina per preparare l’allenamento del pomeriggio. Quando i giocatori sono arrivati ad Appiano Gentile e il peso dell’incertezza era svanito da alcune ore, l’allenatore si è sciolto con evidente commozione durante l’ultimo discorso alla squadra: «Grazie per tutto quello che avete fatto in questo anno e mezzo». Un ultimo incontro che ha confermato a Mazzarri la certezza di aver sempre avuto i giocatori dalla sua parte. Sono altre le variabili che ha dovuto fronteggiare: gli infortuni e l’ostilità dei tifosi che non gli perdonavano più nulla (ieri grande giubilo sul web). L’analisi delle sue interviste post-partita, alla ricerca di “scuse” o “alibi”, era diventato lo sport più praticato a Milano.
Pochi hanno concesso al tecnico di San Vincenzo l’attenuante più ovvia, quella di essere alla guida di un gruppo alle prese con una lunga e complicata transizione societaria: prima il cambio di proprietà, poi gli attriti tra Thohir e Moratti. Senza avere il beneficio di acquisti prestigiosi da parte del nuovo presidente. Mazzarri è riuscito comunque a portare la squadra in Europa League. E chissà come sarebbe andata a finire con un allenatore meno esperto. Non a caso il toscano considera il 5° posto di maggio più importante del 2° conquistato a Napoli. Al livornese resta un contratto fino a giugno 2016 con 3.6 milioni di ingaggio annuo. Ma non basta a compensare la delusione per la prima macchia su un curriculum immacolato. Lo dimostra la stizza con la quale ieri sera Mazzarri ha chiuso la serranda del garage senza dire una parola ai cronisti in attesa sotto casa. Troppo sanguigno per abbozzare. Anche per questo motivo il mondo Inter lo ha tritato.
Stefano Scacchi, la Repubblica 15/11/2014